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Le danze sacre dei monaci tibetani dell’Handong Kamtze
L'ARTE DELLA DANZA TESTIMONIANZA DELLA SPIRITUALITÀ BUDDISTA
NEL CUOURE DELLE ALPI IN VALTELLINA
Il CENTRO STUDI TIBETANI fpmt SANGYE CIOELING in collaborazione con i Comuni di Livigno, Chiesa in Valmalenco, Lanzada e Teglio (Sondrio), col patrocinio dell’Istituto Lama Tzong Khapa di Pomaia PI, ha organizzato una serie di rappresentazioni di danze sacre dei monaci tibetani dell’Handong Kamtze del monastero di Sera-je, ricostruito nel sud dell'India dopo l'invasione cinese del Tibet, nei giorni 20 luglio 06 a Livigno, 7 agosto 06 a Lanzada, 8 agosto 06 a Primolo di Chiesa in Valmalenco e 9 agosto 06 a Teglio (Sondrio), che hanno riscosso un vivo interesse per la cultura del Paese delle Nevi e per la spiritualità testimoniata dal sincero ed elevato impegno dei monaci stessi: vi presentiamo due immagini delle danze ed una terza colta durante la costruzione del Mandala di Cernesi, il Buddha della Compassione, a Livigno.
Un profondo interesse ed apprezzamenti per il loro impegno e per la grande energia di pace e d’armonia è stato il risultato immediato delle danze dei monaci tibetani da parte delle tante persone che sono convenute ad assistere alle loro rappresentazioni. Di tradizione millenaria, la cultura buddhista tibetana contiene elementi di grande pregio e valore, preziosi per tutta l’umanità a prescindere dai diversi credo, ideologie e condizioni sociali. La compagnia dei monaci tibetani dell’Handong Kamtze, uno dei gruppi più apprezzati di danza sacra e folkloristica tibetana, ha voluto condividere il proprio vasto patrimonio culturale con la cultura alpina, solitamente riservata, ma, apertissima nell’ascoltare la testimonianza dal vivo di un’altra grande cultura, quella del Tibet, seriamente minacciata d’estinzione. . La compagnia, che conta dodici elementi, risiede nel monastero di Sera-je, ricostruito nel sud dell'India dopo l'invasione cinese del Tibet e il susseguente esodo dei grandi lama tibetani e dei molti monaci. Ed è proprio dal sud dell’India che i monaci-artisti hanno raggiunto il cuore delle Alpi per dare vita alle loro meravigliose rappresentazioni danzanti di carattere sacro che evocano le qualità ed i difetti umani a partire dai simboli degli animali del Tibet: la forza dello yak, la mansuetudine del cervo e lo splendore del Leone delle Nevi che vediamo nell’immagine sovrastante.
La turnee tra le vette delle Alpi dei monaci tibetani non solo ha avuto il pregio di presentare degli aspetti autentici e salienti della cultura tibetana, tramite le danze ed i canti rituali, ma è riuscita a trasmettere l’energia creativa che ne deriva, ispirando nei tanti che hanno avuto desiderio di conoscere e di assistere alle rappresentazioni, un effettivo sentimento di pace universale e di solidarietà, in particolare nei riguardi della tradizione originale tibetana, quella che ormai va scomparendo nell’altipiano più alto del mondo. E’ stata un’occasione assolutamente unica ed irripetibile per conoscere dal vivo il grande patrimonio di arte e cultura del paese del Dalai Lama, Premio Nobel per la Pace, che con enormi difficoltà si prodiga in un incessante opera di promozione dell’identità culturale tibetana nei pochi monasteri ricostruiti in India, da cui provengono i più qualificati maestri della filosofia buddista, impegnati a diffondere anche in occidente gli insegnamenti per creare energie positive per il benefico di tutti gli esseri.
L’affiatato gruppo di dodici Monaci Tibetani dell’Università Monastica di Sera-je Handong Kamtze di Jhado Rinpoche e di Gomo Tulku esuli dal Tibet si sono impegnati in eccezionali spettacoli di canti e danze tradizionali che hanno colto tutti nel cuore, lasciando segni duraturi. Essi sono stati ulteriormente apprezzati per le loro eccezionali abilità coreografiche e per gli splendidi costumi in broccato di seta e la musica prodotta dagli strumenti originali del Paese delle Nevi, offrendo delle vere e proprie meditazioni in movimento, le stesse che vengono tuttora eseguite nei monasteri del Tibet ed in India durante il quale i monaci danzatori rappresentano in un suggestivo e ritmico volteggio, antichissime leggende himalayane, personaggi mitologici, espressione dei difetti e dei pregi umani.
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