Terzo giorno degli
Insegnamenti preliminari all’Iniziazione del Kalachakra
di Sua Santità il XIV Dalai Lama
a Santa Monica, California, USA, Luglio 1989
Tema degli Insegnamenti:
“Le Trentasette pratiche del Bodhisattva” di Togmey Zangpo
Traduzione dal tibetano in inglese del Prof. Jeffery Hopkins e dall’inglese all’italiano della Dott.ssa Nicoletta Nardinocchi, revisione del Dott. Luciano Villa, per il beneficio di tutti gli esseri senzienti.
Sua Santità il XIV Dalai Lama
Come ho detto ieri, dato che questa coscienza sottile non è permanente, unitaria né indipendente, è diversa dall’anima, o Atman. Questa coscienza sottile è un prodotto di cause e condizioni. Esistono due tipi di permanenza: una è chiamata permanente, in quanto il continuum dei fenomeni esiste per sempre mentre l’altro significato di permanenza è immutabile. In questo caso la coscienza sottile cambia mentre il suo continuum va avanti per sempre. Da questo punto di vista è detta permanente.
Se la mente è fondamentalmente pura e senza ostacoli, da dove viene l’ignoranza? Se l’ignoranza deriva dal karma, da dove viene per primo il karma? Come può la mente pura produrre cattivo karma? A livello convenzionale una coscienza ha una natura luminosa e cognitiva. …Così le afflizioni emotive o l’ignoranza ecc. non risiedono nella stessa natura della mente, nell’entità della mente.
Pertanto si dice che l’ignoranza, rispetto alla natura di base della mente, è avventizia. Tuttavia, questo non significa che la mente non esistesse in precedenza e che, quindi, più tardi venga ad esistere. Non c’è un inizio dell’ignoranza. Così, qui “avventizia” significa che l’ignoranza non risiede nella natura propria della mente, ma può essere separata dalla essa. In termini di livelli di coscienza, nel momento in cui si manifesta la fondamentale, innata mente di chiara luce, il livello più sottile della coscienza, la coscienza più interna, in nessun modo l’ignoranza può manifestarsi allo stesso tempo, mentre l’ignoranza ecc., possono manifestarsi solo quando si manifesta il livello di concettualità chiamato degli 80 concetti.
Se accettiamo che il calore o l’energia possano essere generati dalla materia come in una reazione nucleare, perché la generazione del corpo da parte della mente è considerata una causa ed effetto dissonante? Mi riferivo alla causazione sostanziale di una coscienza che deve essere un momento precedente della stessa coscienza. Parlando più in generale, comprese le condizioni cooperanti, è probabile si possa dire che la coscienza possa essere prodotta in dipendenza dalla materia. Si può dire che la mente è prodotta in dipendenza dal cervello o una coscienza sensoriale è prodotta in dipendenza dall’organo sensoriale.
Domanda: Lei ha parlato dell’importanza di costruire una solida base sulla Via del Sutra prima di passare al Sentiero del Tantra, come possiamo noi, che siamo nuovi al Sentiero dei Sutra partecipare alla iniziazione a Kalachakra?Sua Santità il Dalai Lama: E’ un errore prendere l’iniziazione quando non si è addestrati al sentiero dei Sutra. Di solito, per ricevere l’iniziazione pongo una sorta di condizione. Devono essere passati almeno cinque anni da quando siete diventati buddisti. Senza averne le qualifiche, sebbene partecipiate all’iniziazione al Kalachakra, in realtà, non riceverete nessuna benedizione, nessuna iniziazione vera e propria.
A causa di esperienze spirituali diverse, in una cerimonia di iniziazione condotta da una lama, si verificano esperienze diverse secondo la capacità di ogni individuo di vivere l’esperienza.
Domanda: Qual è la differenza tra il pensiero e la meditazione analitica?
Sua Santità il Dalai Lama: E’ la stessa cosa, no? Solo perché si usa una termologia diversa sembrano cose diverse, ma il significato di base è lo stesso.
Domanda: Se qualcuno sta soffrendo molto e chiede di essere ucciso è sempre improprio assecondare il suo desiderio? Se sto soffrendo troppo, posso chiedere di uscire dalla mia sofferenza senza creare karma negativo?
Sua Santità il Dalai Lama: Questa è una situazione molto complicata. Si deve prendere una decisione individuale. Se non vi è alcuna speranza di recupero e non vi è solo dolore, ma anche le normali funzioni mentali sono assenti, il che significa che la persona non può generare pensieri positivi e mantenerla in vita è costoso e difficile per gli altri, allora causare la loro morte potrebbe essere un’eccezione (al precetto di) non uccidere.
In generale, malgrado il dolore dovuto al nostro karma precedente, prima o poi lo dovremo affrontare. Così quella dovrebbe essere in generale la nostra attitudine.
Domanda: Se non dobbiamo accettare gli insegnamenti sulla base della sola autorità, quale atteggiamento dovrebbe sviluppare un praticante principiante verso le dottrine buddiste come la natura originaria di Buddha, che sono aldilà della nostra esperienza diretta e che non sembrano prestarsi ad una analisi?
Sua Santità il Dalai Lama: esistono delle ragioni dietro agli insegnamenti della pura natura di Buddha. Come è detto nella “Scienza sublime” di Maitreya gli esseri desiderano la felicità e non vogliono soffrire. La ragione per cui desiderano questo indica che è possibile rimuovere del tutto la sofferenza ed aumentare all’infinito la felicità.
Alcuni temi sono al di là di quanto possiamo immaginare. Di solito punto al fatto che nella nostra vita quotidiana esistono cose che vediamo con la nostra coscienza sensoriale. Ma esiste un altro livello di cose, che noi capiamo o deduciamo da altri fatti. Infine vi è un livello in cui dobbiamo affidarci alla parola di un’altra persona.
Per esempio, la mia data di nascita non è proprio qualcosa che potrei stabilire da solo, ma deve dipendere dalla parola di mia madre. In questo caso ci sono alcune cose che non possiamo sapere attraverso il pensiero e ci affidiamo ad una terza persona. Per basarci sulla parola di tale persona, abbiamo bisogno di controllare se quella persona sia o meno sincera, affidabile.
Per basarci sull’autorità di una terza persona, è fondamentale esaminare anzitutto se quella persona sia affidabile o meno. Questo esame o l’analisi non può essere eseguito sulla base della cosa per la quale ci affidiamo alla sua autorità. Allora come stabiliamo la loro affidabilità? È giudicando la loro posizione o capendo fatti o cose che voi da soli attraverso la logica o inferenza potete capire correttamente. Se troviamo che questa persona non si è mai dimostrata affidabile su questi temi, oppure, se vediamo che questa persona si è sempre dimostrata nel giusto, che non ha motivo di ingannarvi o indurvi in errore e la loro posizione non ha contraddizioni interne, allora questa persona è un’autorità competente per la terza categoria di fenomeni che non potete conoscere da soli.
Domanda: In questo paese abbiamo un grande problema di abuso di droghe e alcol. Avete delle idee o suggerimenti per questo problema?
Risposta: Le persone in genere considerano queste cose dannose per la loro salute. Tutti sono preoccupati per la propria salute. Ascoltate i consigli del medico con più attenzione. Oltre a ciò, non ho esperienza con queste droghe. Alcuni dicono di avere, attraverso tali droghe, straordinarie sensazioni o visioni. Questo è veramente sbagliato, in quanto si tratta d’allucinazione. La nostra situazione attuale è che siamo stati ingannati da false apparenze di oggetti come se fossero intrinsecamente esistenti. Stiamo costruendo emozioni afflittive su di loro e stiamo cercando di uscire da questa situazione di falsità. Fare affidamento su qualcosa che è ancora più falso è un errore perfino maggiore. Per la pratica è essenziale che la nostra mente sia molto chiara, molto vigile. Quindi alcol e farmaci che possono ridurre la lucidità mentale sono molto dannosi.
Domanda: La coscienza più sottila realizza sempre la vacuità?
Sua Santità il Dalai Lama: No. Tuttavia si dice che quando la coscienza sottile si manifesta, la vacuità le appare.
Domanda: Qual è la connessione tra mente e cervello? Se la mente è separata dal cervello, come può la rimozione d’una parte del cervello influenzare così tanto la mente?
Sua Santità il Dalai Lama: A livello grossolano di coscienza, la mente dipende totalmente dal cervello. A questo livello la rimozione d’una certa parte del cervello ha effetto sulla mente.
Domanda: Per quanto riguarda l’abbandonare le cattive compagnie, che dire di una famiglia malvagia? Famiglie, che incoraggiano il consumo di droga o il razzismo. Dovrebbero essere abbandonate?
Sua Santità il Dalai Lama: Qui abbandonare, non significa rinunciare a loro. Abbandonare significa che tu non ne sei influenzato. Stiamo cercando di prenderci cura di tutti gli esseri senzienti in modo che nessuno sia abbandonato. Abbiamo bisogno di una compassione speciale verso coloro che sono ingiusti. Dobbiamo sviluppare un forte sentimento.
Domanda: mentre il buddismo cresce in Occidente, Sua Santità non vede svilupparsi una relazione tra i metodi utilizzati dalla psicologia occidentale ed il buddismo tibetano nel lavoro per superare gli stati afflittivi emotivi della mente? Potrebbe essere utile, in un centro buddista tibetano, ricorrere a tecniche come la psicoterapia e counselling?
Sua Santità il Dalai Lama: a quanto ne so, alcuni lo stanno facendo. Non sono ancora sicuro dei risultati. Non conosco il modo occidentale di psicoterapia, ma, dal momento che si occupa della mente e delle afflizioni mentali, alcuni metodi buddisti potrebbero essere utili.
Domanda: Se la natura della mente di tutti i Buddha pervade in modo naturale tutti gli esseri senzienti fin dall’inizio, perché non è possibile per un animale ottenere una piena e perfetta illuminazione?
Sua Santità il Dalai Lama: Gli animali possono gradualmente raggiungere l’illuminazione, non solo gli esseri umani. Perfino nel caso di esseri umani, se consideriamo le persone ritardate, non sono in grado di sfruttare appieno le potenzialità umane.
Gli animali, in generale, hanno una potenzialità inferiore agli esseri umani. Nella mente sottile non esistono sono differenze, tutti gli esseri viventi sono gli stessi. A causa dei diversi corpi e diversi cervelli, il livello più grossolano di coscienza è molto diverso. Pertanto, il corpo umano è ritenuto molto prezioso.
Domanda: E’ opportuno per i centri di Dharma far pagare gli insegnamenti per sostenere le spese di mantenimento dei direttori o acquisire la proprietà?
Sua Santità il Dalai Lama: Il denaro guadagnato attraverso l’attività religiosa è un sostentamento sbagliato. E’ considerato molto male vendere il Dharma. Se questo accade è completamente sbagliato. Per motivi pratici c’è bisogno di soldi. Data la debolezza umana, sebbene all’inizio vi sia una motivazione sincera, col passare del tempo questa può essere facilmente guastata. I centri religiosi devono essere molto cauti. Questo è molto importante.
Domanda: Come ed a che età si introducono i bambini alla pratica?
Sua Santità il Dalai Lama: Non lo so. L’argomento è molto importante. Lo sviluppo del sé delle generazioni future è molto importante e molto dipende dalla atmosfera a casa ed a scuola. Il comportamento degli insegnanti e dei genitori è un fattore cruciale, oltre la lezione. Per sviluppare un buon essere umano non è importante solo lo sviluppo del cervello o della conoscenza ma di tutta la persona, e questo è principalmente un buon cuore. I bambini imparano dai loro genitori, da parenti a casa ed insegnanti. Gli insegnanti non insegnano solo la lezione, ma mostrano anche responsabilità, interesse genuino per il futuro dello studente. Questo tipo di atteggiamento fa impatto sulla mente dei bambini. La felicità porta ad una sensazione di sicurezza e poi si sviluppa in modo sano. Ognuno ha responsabilità, ma non conosco i dettagli su come insegnare o come introdurre queste cose. Abbiamo bisogno di molta discussione e sperimentazione.
Domanda: Durante il periodo di vacuità tra i cicli del mondo cosa accade alla coscienza degli esseri senzienti?
Risposta: Sono andati in altri sistemi-mondo. Il numero di sistemi–mondo è infinito.
Domanda: Il testo menziona la necessità di andare in isolamento. Per favore spieghi la corretta applicazione di questo insegnamento per coloro che sono capifamiglia e hanno una famiglia.
Risposta: Ho spiegato che lo scopo principale di queste pratiche è di non generare desiderio ed odio. Di tanto in tanto dovreste fare un breve ritiro.
Domanda: Come si può raggiungere pace e cooperazione tra religioni nel mondo se alcuni religiosi considerano altri religiosi come malvagi e destinati all’inferno?
Risposta: Questo è dovuto ad una mancanza di conoscenza, a mancanza di contatto. Per esempio, quando eravamo in Tibet, pensavamo che fosse un paese molto grande e che tutto ciò che lo riguardava fosse giusto. Pensavamo che il buddismo fosse molto valido e le altre religioni fossero prive di valore. Poi siamo andati fuori e abbiamo incontrato altre persone, abbiamo capito che esistono molte buone persone, culture e religioni .
Domanda: Abbiamo un obbligo sociale nei confronti degli animali alla pari con meditazione e preghiera?
Risposta: Dal punto di vista buddista usiamo le parole “esseri senzienti nostre madri”, verso tutti gli esseri senzienti. Gli esseri senzienti, qualsiasi essere dotato di una mente, ha esperienze di dolore e piacere. Tutti sono uguali. Naturalmente dobbiamo prenderci cura degli animali. L’uso di animali nella ricerca medica è un problema molto complicato. Se gli esseri umani usano le loro capacità umane nel modo giusto allora i corpi umani sono preziosi. Da questo punto di vista, al fine di salvare preziose vite umane, qualche sacrificio può essere appropriato se non c’è altro modo, nessuna alternativa agli animali. A volte il corpo umano non è affatto prezioso, ma ancor peggiore di quello di un animale. Non importa quanto gli animal siano potenti, di solito sono innocenti, perfino i carnivori. Attaccano gli altri animali esclusivamente per il cibo, oltre a questo non c’è nessun altro sentimento negativo. Gli esseri umani possono essere i più crudeli e distruttivi. Sono molto felice di sentire maggiore preoccupazione per i diritti degli animali. Sempre più persone si stanno interessando al vegetarismo. Queste cose sono molto positive. Dobbiamo incoraggiare tali attività. Un vantaggio della medicina tibetana è che non c’è alcuna relazione con la sperimentazione animale.
Domanda: Come tratta il tantra l’intenso desiderio sessuale?
Risposta: Quando sorgono rabbia o desiderio sessuale l’emozione negativa è accompagnata da una energia. La tecnica tantrica neutralizza la rabbia ed il desiderio sessuale negativo, ma utilizza l’energia per la pratica. Questo è molto difficile da praticare. La pratica tantrica, specialmente l’Annutarayoga, non è affatto facile. Per queste ragioni, è ancora più importante praticare la solida base, le fondamenta.
Il domatore ha detto che le sofferenze delle cattive trasmigrazioni
Molto difficili da sopportare sono il frutto di cattive azioni.
Pertanto, è una pratica di Bodhisattva non indulgere mai in azioni negative anche a costo della loro vita.
Con questa strofa il testo inizia a spiegare su quale tipo di pratica impegnarsi dopo aver preso rifugio. Quando prendiamo rifugio, come è stato spiegato ieri, in primo luogo prendiamo rifugio nella vera cessazione e nel vero sentiero.
Le vere cessazioni sono stati di abbandono delle contaminazioni ed i veri sentieri hanno la funzione di portarci a quel risultato. Di conseguenza, per attualizzare il significato del rifugio dobbiamo impegnarci nella pratica. Il primo livello di pratica è evitare le cattive azioni ed impegnarsi nella virtù. Le cattive azioni di corpo, parola e mente sono riassunti o condensati nelle Dieci Non -Virtù. All’opposto delle Dieci Non Virtù’ vi sono le Dieci Virtù’ di cui le prime 3 sono fisiche, 4 sono verbali e le ultime 3 sono mentali. La prima non-virtù è uccidere che, nella sua forma peggiore è uccidere gli esseri umani fino a uccidere le cimici. Uccidere è nei confronti di un altro essere senziente. Per quanto riguarda il suicidio non è considerato omicidio, tuttavia, è considerato molto, molto negativamente. Perfino nella pratica di trasferimento della coscienza ciò deve essere fatto dopo che i segni di morte si siano presentati in modo definitivo.
La pratica è poi fatta mentre abbiamo ancora una chiara e forte coscienza in grado di fare la pratica. Se lo fate prima che i segni della morte siano chiari, allora si commette una grande azione negativa: in realtà è suicidio.
La prossima è rubare, prendere ciò che non è dato. Sia rubare qualcosa di piccolo che grande, siete sempre ladri. A volte sembra che se qualcuno rubi una grossa somma non venga chiamato un ladro. Lo stesso è riguardo all’uccidere. Se qualcuno uccide una persona è un assassino, ma se ne uccide molti, spesso è chiamato eroe. La successiva è la cattiva condotta sessuale di cui ne esistono fondamentalmente quattro tipi, riguardo alla persona, al tempo, al luogo, all’orifizio.
La successiva è la bugia. Ora, nel mondo non è vero che quando le persone dicono bugie di poco conto diciamo che queste sono bugie mentre se si tratta di una bugia enorme riteniamo la persona è così abile. Un praticante religioso non deve pensare in questo modo, non dovreste mentire mai. Quindi la parola che divide, seguita dalle parole dure e dalle chiacchiere senza senso. L’intento nocivo è la prossima non-virtù, seguita dalla cupidigia. Per ultimo, le visioni errate. In tutte le religioni ci sono divieti verso le visioni errate, ma esistono diverse definizioni di visione errate. Tutte le altre azioni negative sono molto simili in tutte le religioni. Queste azioni negative devono essere conosciute in grande dettaglio nei termini dei diversi fattori che sono coinvolti nelle azioni, la motivazione, i vari tipi di situazioni, oggetti e così via. Se ci impegniamo nella non-virtù, il risultato è che subiremo sofferenze indesiderate. Quando uccidiamo qualcuno danneggiamo la vita degli altri. Quando rubiamo danneggiamo i mezzi altrui. Quando commettiamo adulterio danneggiamo gli altri compagni. Così in tutti questi casi danneggiamo gli altri col risultato che danneggiamo noi stessi..
L’opposto non si riferisce soltanto all’assenza di uccidere, ma all’impegnarsi nell’antidoto dell’omicido e nell’astenersi dall’uccidere in quel contesto. Lo stesso vale per il furto e la cattiva condotta sessuale. Queste sono tutte utili agli altri e il risultato è che riceviamo aiuto o beneficio. Così, per quanto riguarda il rapporto tra le azioni ed i loro effetti, se l’azione o karma è benefico allora anche il suo effetto utile per noi. Se un’azione è dannosa l’effetto sarà negativo. E’ una legge naturale che da azioni utili derivino effetti positivi e che da azioni dannose derivino effetti negativi. Questa è la situazione naturale. Questa è una spiegazione sul Karma e sugli effetti del karma. Karma significa fondamentalmente azione. Tutte queste cose che sono prodotte all’esterno ecc. sono generate dalle azioni. La vita quotidiana è il risultato di azioni quotidiane. L‘esperienza di oggi è il risultato di azioni precedenti. Dobbiamo accettare questo accoppiamento di azione ed esperienza. Questa è la legge del karma. Quando ci asteniamo da azioni negative come conseguenza saremo liberati dalla sofferenza indesiderata. Da un punto di vista, sebbene non possiamo superare le emozioni afflittive possiamo non indulgere in azioni negative che provengono dalle emozioni afflittive.
La conseguenza di questo comportamento è che otteniamo una vita di alto livello, una vita di alto rango nel futuro. E’ come una garanzia per creare un buon supporto per la vita in futuro. Astenersi dalle azioni negative ci garantirà rinascite superiori nel futuro e la possibilità di portare avanti il nostro compito in questa vita.
Questo vi permette di continuare con la vostra pratica e progredire nello sviluppo spirituale arrivando infine alla piena illuminazione. Fino ad ora il testo ha trattato le pratiche per il livello di persone con capacità ridotta. Il verso successivo inizia ad esporre l’astenersi non solo dalle cattive azioni prodotte dalle emozioni afflittive, ma anche dalle stesse emozioni afflittive.
Come la rugiada su un filo d’erba,
La felicità nei 3 regni dell’esistenza ciclica svanisce in breve.
Cercare il supremo stato di liberazione immodificabile
E’ la pratica di un Bodhisattva.
Prendete ad esempio una malattia. Quando ci impegniamo nella pratica di evitare le Dieci Non virtù e ci impegniamo nelle Dieci Virtù, è come prendere un antidolorifico. Riduce il dolore ma non rimuove la malattia alla radice. Bisogna andare avanti e prendere altri medicinali per superare la malattia alla radice. Prima di tutto è necessario individuare le emozioni afflittive come grandi portatori di problemi. Se non conosciamo gli svantaggi delle emozioni afflittive e continuamo ad impegnarci in esse di nostra spontanea volontà, non c’è modo di raggiungere la liberazione. Quali sono gli svantaggi delle emozioni afflittive? Le stesse sofferenze dell’esistenza ciclica sono gli svantaggi di emozioni afflittive.
Quando il Buddha espose le Quattro Nobili Verità, la prima è la verità della sofferenza. Parlò dei quattro attributi della vera sofferenza come impermanenza, sofferenza, vacuità e mancanza del sé. L‘impermanenza è la disintegrazione delle cose momento per momento. La disintegrazione delle cose è determinata da cause delle cose stesse. Non è necessaria nessuna causa ulteriore per provocare la disintegrazione di un oggetto se non le cause stesse che lo hanno prodotto.
La produzione conduce a cose che hanno una natura di cessazione, di disintegrazione. Che le cose abbiano una natura di impermanenza indica che non sono sotto il loro proprio potere. Ma sono sotto il potere di altre cause e condizioni. In questo contesto, dato che stiamo parlando della sofferenza di esseri senzienti la causa da cui dipendono è l’ignoranza che è la radice di tutte le sofferenze e delusioni. Tutti gli esseri senzienti e il loro ambiente dipendono da cause e condizioni che sono l’ignoranza e l’illusione indotta dall’ ignoranza. La parola tibetana per indicare l’emozione afflittiva è molto significativa. Ha il senso di attitudine o coscienza che una volta prodotta rende la persona afflitta, senza pace, nel disagio. La definizione generale di un’emozione afflittive è un fenomeno che produce mancanza di pace. Quando generiamo forte desiderio, odio, orgoglio o qualsiasi altra cosa siamo senza pace. È per questo che nella definizione l’emozione afflittiva è un fenomeno che porta inquietudine. Una mente che prima era tranquilla, una volta che viene generata un’emozione afflittiva non può quietarsi finché non ha ottenuto l’oggetto desiderato.
Quando siamo sotto l’influenza di tali emozioni afflittive, allora non c’è modo di essere felici. E come essere sotto il controllo di un padrone terribile, di un dittatore malvagio. Dobbiamo capire chiaramente che fino a quando siamo sotto l’influenza delle emozioni afflittive non possiamo in nessun modo essere felici.
Buddha spiegò le vere sofferenze e l’origine della sofferenza. Questi sono gli effetti e le cause all’interno della classe di fenomeni che sono completamente afflitti. Ma non appena enunciato ciò spiegò anche l’alternativa per la vera cessazione e i veri sentieri. Il vero scopo di individuare la sofferenza e le sue cause è perché esiste un’alternativa. Se non ci fosse un’alternativa perché dovremmo preoccuparci e crearci problemi pensando alla sofferenza.
Visto che esiste un’alternativa dobbiamo sforzarci in quella direzione e per generare quel tipo di aspirazione è necessario vedere gli svantaggi o difetti dell’esistenza ciclica e conoscerli bene. Il testo mette a confronto la felicità dell’esistenza ciclica al bere dalla punta di un filo d’erba, che scompare rapidamente ad indicare che tale felicità è impermanente, che è sotto il controllo di altre forze, le emozioni afflittive. Esso dimostra inoltre che non vi è modo di fare tutto bene e che non importa ciò che facciamo non riusciamo ad oltrepassare la natura della sofferenza. Quando superiamo la radice dell’esistenza ciclica, le emozioni afflittive, abbiamo rimosso quelle emozioni afflittive. Questo fattore di abbandono si chiama liberazione. I tipi di produzioni creati dalle emozioni afflittive sono mutevoli di continuo. Così, quando superiamo le emozioni afflittive otteniamo una liberazione immutabile, non modificabile.
C’è un limite per l’esistenza ciclica perché quello che produce l’esistenza ciclica, le emozioni afflittive, hanno come radice un tipo sbagliato di coscienza. Questa coscienza sbagliata può essere controribattuta attraverso il suo antidoto. Pertanto, è possibile rimuovere le emozioni afflittive e superare l’esistenza ciclica dalla sua stessa radice.
Per quanto riguarda il percorso per raggiungere la liberazione, dovremmo essere motivati dal desiderio di uscire dell’esistenza ciclica, assumere un codice etico. Se possibile dovremmo assumere il codice etico di chi ha lasciato la vita familiare come monaco o monaca Se questo non è possibile, allora si dovrebbe assumere il codice etico delle famiglie o laici. Nel processo di coltivazione del sentiero coltiviamo le 37 armonie per l’illuminazione e al loro interno vi è una pratica molto potente, le quattro realizzazioni in consapevolezza che sono consapevolezza del corpo, della sensazione, della mente e di altri fenomeni. Ad esempio per quanto riguarda la consapevolezza del corpo meditiamo sul fatto che il corpo è composto da sostanze impure, che è impermanente, miserabile e così via. La prossima serie di quattro sono i quattro abbandoni completi, ossia abbandonare le azioni negative, trattenersi da potenziali azioni negative, aumentare il potenziale all’interno di noi stessi di impegno in azioni positive e l’accumulo di impronte positive. Queste quattro pratiche di abbandoni conducono a stati elevati di pratiche in cui il meditante o praticante si impegna in sistemi di sentiero dove è possibile coltivare uno stato delle mente elevato, incanalando l’attenzione su un oggetto scelto di meditazione. Questa pratica o tecnica è chiamata la facoltà miracolosa dei laghi (?). Grazie alla capacità di focalizzarsi su un solo punto il praticante è in grado di impegnarsi nella pratica molto potente di saggezza, penetrando la natura della realtà.
Questi trentasette aspetti del sentiero che conduce all’illuminazione comprendono tutti i punti essenziali del sentiero richiesti per raggiungere la liberazione dall’esistenza ciclica.
E’ da questo punto di vista che Nagarjuna ha detto che l’etica è alla base di ogni pratica proprio come la terra è la base di tutto ciò che si muove o è immobile. La terra è la base per tutto.
Questo modello di addestramento nel sentiero, addestrandoci prima nell’etica quindi nella stabilizzazione meditativa e poi nella saggezza non è solo un pronunciamento del Buddha, ma si accorda alle reali esperienze dell’addestramento della mente. Al fine di generare la visione che realizza la vacuità, in forma forte, non importa che il livello speciale della mente sia chiamato visione speciale che realizza la vacuità, è necessario che la mente non sia distratta, che sia incanalato, che ci riunisca e rese potenti. Così per far si che la coscienza della saggezza sia potente e lavori come un antidoto, è necessario che la stessa coscienza sia incanalata pertanto la stabilizzazione meditativa è necessaria per la saggezza. Per ottenere la stabilizzazione meditativa, in cui si acquietano le distrazioni mentali interne, è necessario innanzitutto evitare i tipi grossolani di distrazione del corpo e della parola. Quindi ci impegniamo nelle pratiche di etica che includono limitare le attività più grossolane del corpo e della parola, per gettare le basi per la stabilizzazione meditativa. Quindi, in primo luogo, l’etica, al secondo la stabilizzazione meditativa e al terzo la saggezza nei tre addestramenti il che è confermato dall’ esperienza.
Infatti, è molto bene abbandonare la vita familiare e diventare un monaco o monaca, ma è molto importante prendersi il tempo per analizzare, per vedere se ciò è opportuno per la propria situazione. Dico spesso che la pratica cristiana di dare monaci o monache un lungo periodo di auto-analisi è molto preziosa, è una buona pratica. Una volta che siamo diventati un monaco o una monaca è molto importante fare bene il lavoro, indossare bene l’abito di monaco o monaca.
Al tempo dei re religiosi del Tibet vi era una divisione tra clero laico, che indossa tuniche bianche e monaci o monache che indossavano abiti giallo e marrone. E’ necessario che chi è diventato monaco si rada la barba. Tra i monaci tibetani ci sono infatti alcuni con la barba ma non vi è nessun motivo per questo e dovrebbero radersi la barba. La trasmissione dei voti di liberazione individuale sono diverse in Sri Lanka, Birmania, Thailandia e il Tibet. Esistono la trasmissione Theravada e la trasmissione Sarvastivada. Sebbene vi siano piccole differenze tra queste due trasmissioni, sono fondamentalmente la stessa pratica ed è molto positivo considerarle uguali. Nel buddhismo vi è la questione se si debba o meno mangiare carne. Nel sistema Vinaya Sutra vi è un chiaro riferimento che alcune carni sono proibite mentre altri tipi di carne sono ammesse. Il che significa che non esiste un divieto generale nei confronti del mangiare carne secondo il sutra Vinaya. Teoricamente penso che l’idea principale sia il monaco che esce con la ciotola delle elemosine. Una famiglia che è vegetariana darà cibo secondo il loro modo. Se qualcuno che non è vegetariano dà qualcosa, il monaco deve accettare.
Poi nel Mahayana c’è il divieto, chiaro e completo di mangiare carne. Anche i tre livelli inferiori di Tantrayana vietano di mangiare carne. Nell’ Annutarayoga Tantra è permesso per particolari motivo mangiare talvolta carne e altre sostanze collegate ad un impegno.
In generale secondo il sistema tibetano buddista, la cosa migliore è rimanere vegetariani. Ma se non possiamo per motivi di salute o altro va bene lo stesso. Credo che sia meglio essere vegetariani e la comunità buddista dovrebbe agire verso quel modo di vivere.
Per quanto riguarda i monaci, la qualità è più importante della quantità. Qui termina l’ultima strofa che spiega il livello di pratica della capacità media. Fino a questo punto è come nella pratica Theravada. Dalla mia esperienza, quando ho visitato la Thailandia ed abbiamo discusso sul ruolo del monaco, attività e del processo per divenire pienamente ordinato vi era accordo completo. Secondo il moksha Sarvastivada esistono 253 regole per i monaci o bhiksu e 364 regole o precetti per le bhiksuni. Secondo il sistema Theravada per i bhiksu esistono 327. vi sono delle differenze su punti minori mentre i punti principali sono completamente uguali. La prossima sessione sulle pratiche degli esseri di grande capacità o coloro che sono impegnati nella pratica del Grande Veicolo. Si chiama Grande Veicolo perché l’atteggiamento che abbiamo nel praticare il Grande Veicolo è vasto o grande. La grandezza o vastità deriva dal fatto che non riguarda in primo luogo noi stessi, ma è rivolto altri esseri senzienti. Abbiamo un tipo speciale di compassione che non è solo un pietà verso gli altri esseri senzienti, ma che induce il desiderio ad aiutare altri esseri senzienti. Questa compassione speciale o altruismo induce a praticare speciali atti altruistici. Queste azioni quindi permettono di accumulare vaste collezioni di meriti. Grazie all’accumulo di grandi meriti, raggiungiamo un obiettivo più grande, un effetto maggiore o pieno della pratica. Per questi motivi, è chiamato il Grande Veicolo.
Così si dice che la porta d’ingresso nel Grande Veicolo è la generazione della mente altruistica o rendere la mente più vasta. La mente egocentrica è piccola, non è vasta. Espandiamo lo scopo, l’ampiezza della mente e la propria preoccupazione per tutti gli esseri. Dice il testo:
Dall’inizio del tempo tua madre ha avuto cura di te,
Se ora soffre, che senso ha la nostra personale felicità?
Quindi, al fine di liberare tutti gli esseri senzienti senza eccezione,
generare Bodhicitta
E’ la pratica di un Bodhisattva.
Per quanto riguarda l’addestramento allo sviluppo dell’altruismo, esistono sostanzialmente due tipi di metodi trasmessi dall’India. Questi sono le Sette istruzioni fondamentali di causa ed effetto e la Pratica di scambiare se stessi con gli altri. In Tibet una pratica molto bene sviluppata che combine le due in una. In primo luogo si coltiva l’equanimità, e poi si riconosce che tutti gli esseri sono nostri amici o madri. Riconosciamo che gli esseri sono stati i nostri amici più stretti. Un esempio di ciò è la propria madre. A seguito di questo sviluppiamo la consapevolezza della gentilezza degli altri esseri quando sono stati nostri amici più stretti, come nostra madre. Il prossimo è quello di riflettere o di sviluppare la consapevolezza speciale della gentilezza. Questo si riferisce in particolare al valore del contributo degli altri che sono coinvolti in tutto ciò di buono che possiamo ottenere, sia che per le cose del mondo che per l’illuminazione. Questi sorgono in dipendenza dai contributi degli altri. Questa è la più grande causa per generare un atteggiamento altruistico.
E’ evidente che anche tra le circostanze esterne, concordanti, i fattori esterni che ci sono utili sono nati in dipendenza da molti, molti altri esseri senzienti. Perfino la fama, la gente crede di essere famosa di per sé ma, se non esistessero gli altri a prestare attenzione non potremmo essere famosi da nessuna parte. Se andate in un posto deserto e pensate di essere famosi c’è forse qualcosa lì?
Cibo, abbigliamento, buon nome, buona conversazione ecc. tutte queste sorgono in dipendenza da molti altri esseri senzienti. I nostri mezzi di sussistenza dipendono dagli altri esseri senzienti. Il nostro benessere dipende dagli altri esseri senzienti.
La nostra felicità nelle vite future sorge in dipendenza dal praticare la virtù in questa vita. Pratichiamo la virtù soltanto nel contesto di altruismo verso gli altri. Per esempio la virtù di trattenersi dall’uccidere, per quello abbiamo bisogno di un oggetto che potrebbe essere ucciso. Allo stesso modo anche la virtù dell’astenersi dal rubare ha bisogno di cose che potremmo rubare. Così possiamo usare questo per capire che tutte le virtù sorgono in relazione e in dipendenza dagli altri.
Anche per avere una lunga vita, per avere potere o risorse, la causa principale sono le altre persone. Altri esseri senzienti devono prendersi cura di voi. Come spiego sempre: la cosa più preziosa è la compassione. Questa compassione non si sviluppa senza gli altri. Questa è la cosa più importante. Questa speciale compassione si sviluppa solo grazie agli altri esseri senzienti. Quindi, senza altri esseri senzienti non possiamo praticare e sviluppare questa compassione speciale. Perciò la buddhità dipende essenzialmente dagli altri. Senza gli altri esseri senzienti, per i quali si cerca di ottenere la buddhità, non c’è modo di ottenerla. Questo è il punto di vista da cui sviluppiamo la consapevolezza speciale della gentilezza degli esseri senzienti.
Quando abbiamo questa consapevolezza speciale della gentilezza degli altri, allora il passo successivo è sviluppare una speciale intenzione di ripagare la loro gentilezza. Per aumentare ancora di più questa forza, questo atteggiamento, ci impegniamo nella fase successiva, la parificazione di sé e degli altri. Pensiamo, riflettiamo da molti punti di vista sugli svantaggi della predilezione per noi stessi e sui a sui vantaggi del prendersi cura degli altri. Dopo aver generato tale pensiero il passo successivo è il pensiero concreto di scambiare noi stessi con gli altri. Il passo successivo è, grazie alla compassione generata, prendere su di noi le sofferenze degli altri e dare per amore la nostra felicità agli altri. Il passo successivo è quello di generare la volontà speciale o un’ attitudine inusuale dal riflettere sul fatto che nel nostro stato attuale è molto difficile aiutare gli altri. Prendiamo su di noi la responsabilità di liberare gli altri dalla sofferenza e di congiungerli alla felicità. Questo porta all’ultimo passo, al vera generazione della mente altruistica. Questa una modalità di pratica in cui queste due trasmissioni sono combinate in una. La strofa successiva ne fornisce il significato essenziale.
Tutte le sofferenze nascono dalla ricerca della propria felicità.
mentre I perfetti Buddha nascono dall’altruismo.
Quindi, scambiare totalmente la propria felicità,
Per la sofferenza degli altri
E’ la pratica di un Bodhisattva.
Fino a questo punto è descritto il modo effettivo di generare l’altruismo per cercare l’illuminazione per il bene degli altri. Ora il testo si rivolge a, spiegare come tra le sessioni formali della pratica possiamo utilizzare le circostanze sfortunate che si presentano in modo positivo sul Sentiero.
Le circostanze avverse che i praticanti devono trasformare in condizioni positive per migliorare la loro pratica sono situazioni che normalmente producono infelicità, depressione o eccitazione. Quando siamo di fronte a tali circostanze avverse, i Bodhisattva utilizzano il loro addestramento speciale per trasformarli in fattori che favoriscono la loro pratica.
Poiché è il modo usuale di vivere del mondo essere felici quando otteniamo qualcosa ed essere infelici quando lo perdiamo, qui la strofa spiega della situazione in cui non otteniamo ciò che vogliamo o perdiamo ciò che abbiamo. Cerchiamo di trasformare la situazione in un aiuto positivo per il percorso. La strofa dice:
Quand’anche qualcuno fosse mosso dal desiderio di rubare tutte le loro ricchezze
O mandasse qualcun altro a farlo,
è una pratica del Bodhisattva dedicare a quella persona il proprio corpo, risorse e virtù dei tre tempi.
Una volta, Geshe Togmey Zangpo fu derubato mentre tornava al monastero con molte offerte. Il ladro fuggendo stava tornando verso il luogo dove Togmey Zangpo aveva ricevuto le offerte e quindi avvertì il ladro di prendere una via diversa per non essere catturato.
Non importa generare un senso per questa vita o preoccuparsi per le risorse in questa vita, generiamo un maggiore senso di altruismo per aiutare gli altri. Per esempio, a volte perdiamo oggetti, e, quando li perdiamo, ci sentiamo sconvolti. Se proprio in quel momento pensaste: “l’ho perso, ma se qualcun altro lo riceve che bello sarà per l’altra persona!” Questo ti rende felice non è vero?
La strofa successiva spiega la situazione in cui sorge il sentimento della sofferenza e lo utilizziamo in modo positivo per migliorare la nostra nel percorso.
Se qualcuno taglia loro la testa
Anche se non hanno commesso la minima colpa
È pratica del Bodhisattva
Con la forza della compassione
Accettare su se stesso le azioni negative di quella persona.
Come ho spiegato l’altro giorno, gli atteggiamenti dei Bodhisattva verso chi danneggia loro o altri è che colui che attacca dovrà affrontare le conseguenze indesiderate delle sue cattive azioni e può essere visto in una situazione peggiore di quella della vittima che già ha dovuto affrontare le conseguenze delle proprie azioni passate. Questo è stato notato dal grande Bodhisattva Shantideva nel suo “Compendio delle azioni” dove spiegava che se proviamo rabbia verso chi ci danneggia per chi allora dovremmo provare compassione o pietà?
E’ prassi generale in tutto il mondo essere felici quando si diventa famosi e diventare depressi, tristi o disturbati, quando ascoltiamo parlare male di noi. Qui la pratica è prendere la situazione di cattiva reputazione ed utilizzarla sul sentiero.
Anche se qualcuno dovesse offenderti in diversi modi con bilioni di parole,
È pratica del Bodhisattva parlare con una mente compassionevole.
E’ prassi generale di tutto il mondo per essere felici, contenti quando siamo lodati ed essere dispiaciuti, infelici , quando siamo offesi. Tuttavia, esiste il pericolo di scoraggiarci quando siamo offesi, è pratica del Bodhisattva di avvalersi di questa situazione in modo positivo.
Se nel mezzo di una folla
parla male di loro accusandoli ,
è pratica del Bodhisattva
Inchinarsi rispettosamente e considerarlo una guida.
Quindi il testo presenta due situazioni che sono di solito difficili da sopportare, da prendere. Si cerca in pratica di trasformarle in circostanze positive.
Se qualcuno di cui hanno avuto tanta cura come se fosse un figlio li considera come un nemico,
è pratica del Bodhisattva avere grande compassione come una madre verso il figlio colpito da una malattia.
Aryadeva disse nei suoi “Quattrocento versi su Madhyamika” che il Buddha percepiva le illusioni come il vero nemico, e non le persone che avevano queste illusioni. Questo è un insegnamento molto valido ed importante. Chi percepiamo come nemico esterno è a causa di un fattore di poca importanza. Il nostro nemico di oggi può diventare domani un buon amico. Amici e nemici sono molto relativi ed esistono molte possibilità. Fintanto che sono presenti pensieri o motivazione negativi, come odio o rabbia, anche un amico è visto come un nemico. Quando i pensieri negativi nei confronti di un nemico scompaiono, il nemico diventa un amico.
Il vero nemico è il nemico interno. Il praticante deve puntare il dito verso di sè. Colui che incolpa sempre quelli intorno a lui non è un vero praticante spirituale. Quando succede qualcosa di brutto non incolpare gli altri. Questa è vera pratica spirituale. Il praticante sarà più felice, tranquillo.
Dal punto di vista del futuro, se non stiamo accumulando karma negativo, non ne dovremo subire le sofferenze in futuro. Quindi è utile sia nel futuro che nel presente. Nel presente non avete disturbato la vostra mente e potete vivere bene.
Anche quando qualcuno che suo pari o inferiore
li deride per orgoglio,
È pratica di un Bodhisattva
Porre quella persona sulla sommità del capo
rispettosamente come fosse un guru.
Le stanze successive si riferiscono a situazioni che possono fungere da ostacoli allo sviluppo del sentiero come la povertà o la ricchezza estreme. Quando uno è estremamente povero o malato, miserabile, questa può essere la ragione per scoraggiarsi riguardo alla pratica. Se diventiamo molto ricchi non è facile praticare. Queste sono situazioni pericolose per la coltivazione del sentiero e devono essere trasformate in circostanze positive
Sebbene privo di mezzi e sempre disprezzato dagli altri ,
Sebbene afflitto da terribili malattie e demoni,
è pratica del Bodhisattva prendere su te stesso la negatività e la sofferenza di tutti gli esseri senza scoraggiarsi.
Sebbene siano famosi e rispettati da molti esseri abbiano raggiunto le ricchezze di Vaishravana è pratica del Bodhisattva non essere arrogante, vedere la mancanza di essenza della gloria e ricchezze dell’esistenza ciclica
Poiché le situazioni di generare odio o desiderio sono grandi ostacoli alla nostra coltivazione del sentiero, dobbiamo prendere queste situazioni e trasformarle in circostanze positive.
Se il nemico interno dell’odio non è stato domato quando tentiamo di sottomettere i nemici esterni questi aumentano.
pertanto è pratica del Bodhisattva dominare il proprio continuum attraverso i soldati dell’amore e della gentilezza.
Gli attributi del Reame del Desiderio sono come acqua saltata, aumentano l’attaccamento a:
Più li utilizziamo più aumenta l’attaccamento,
Pertanto è pratica del Bodhisattva abbandonare immediatamente
le cose che generano attaccamento e desiderio.
Qui termina la discussione della classe del metodo, la classe del metodo compassionevole ed ora inizia la discussione della pratica della saggezza, la coltivazione della mente ultima della illuminazione. La discussione del tema della visione della vacuità tratta i due stati di equilibrio meditativo e gli stati successivi all’equilibrio meditativo o fuori di questo. La strofa successiva tratta l’ equilibrio meditativo.
Qualunque cosa appaia è la nostra stessa mente; la mente stessa è libera sin dall’inizio dagli estremi delle elaborazioni
è pratica del Bodhisattva che sa questo non accettare nella mente i segni di oggetto e soggetto.
La presentazione della visione della vacuità in questo testo si accorda molto con un testo sull’ addestramento della mente altruistica da parte del grande maestro tibetano Chekawa dove si presenta la visione secondo il sistema Yogàchàra-Svatantrika Madhyamika. Il primo verso qui “qualunque cosa appaia è la nostra mente”, si riferisce al fatto che gli oggetti appaiono come se fossero entità esterne, vale a dire come entità diverse dalla coscienza che li apprende mentre non è così.
Non sono entità diverse dalla mente che li apprende. Quella stessa mente non è definita in questo sistema nel modo in cui la scuola Cittamatra l’afferma come veramente esistente, ma la mente è definita come senza vera esistenza. Così il testo afferma la mente stessa è dall’inizio libera dall’estremo di essere veramente esistente. Nella sfera della realtà in cui tutte le elaborazioni concettuali sono stati pacificate, non esiste apparenza di soggetto e oggetto in questo stato di equilibrio meditativo. Così questo è chiamato equilibrio meditativo simile allo spazio. Se la stanza è interpretata dal punto di vista del sistema Prasangika di Buddhapalita e Chandrakirti, sebbene non dicano che tutto ciò che appare è della stessa entità della nostra mente, tutto ciò che appare è posto dalla mente. Qualunque cosa appaia, esiste in quanto designata, esiste in dipendenza dalla concettualità. Questa stessa mente concettuale, che designa esiste veramente? Esiste per parte propria? No. Non esiste per parte propria così è fin dall’inizio libera dall’estremo di essere intrinsecamente esistente.
La sfera della realtà, che è la mera negazione dell’esistenza intrinseca, è la natura di base di tutti i fenomeni. I fenomeni sembrano essere il loro modo definitivo di essere. I fenomeni sembrano essere della loro stessa modalità di esistenza. Ma non è così. Quando analizzate con il ragionamento capite che i fenomeni sembrano esistere per parte propria, mentre non esistono così. I fenomeni non sono le loro modalità finali di sussistenza. Questa sfera della realtà, che è la semplice assenza di esistenza inerente, è il loro modo di sussistenza. Questo è noto nell’equilibrio meditativo simile allo spazio.
Notiamo che i fenomeni producono aiuto o danno. Quando notiamo che producono effetti importanti, aiutano o danneggiano è facile pensare che se questi non sono veri, se questi non esistono di per sé, che non sono veri allora cosa è vero? Siamo impressionati dal fatto che i fenomeni producono effetti di aiuto o danno. Pensiamo che questo sia la prova che esistono intrinsecamente. Tuttavia, se esistessero in modo intrinseco quando indaghiamo il processo di generazione dal punto di vista della causa o dell’effetto quella generazione dovrebbe diventare sempre più comprensibile. Quando utilizziamo questi ragionamenti per indagare sulla generazione in termini di causa o effetto, non diventa più comprensibile piuttosto troviamo l’assenza di esistenza intrinseca di tale produzione.
Così diventa chiaro che quando analizziamo attraverso il ragionamento chiamato “frammenti di diamante”, se le cose sono prodotte da cause che sono le stesse entità come effetti o diverse identità o entrambe o nessuno delle due o quando esaminiamo gli effetti se gli effetti esistenti sono prodotti o non-esistenti o entrambi o nessuno dei due, oppure quando analizziamo le entità degli oggetti attraverso il ragionamento ed esaminiamo se sono singolari o plurali, quando analizziamo in questo modo capiamo che non esiste alcun oggetto indipendente. Gli oggetti sono privi o vuoti di indipendenza.
Quando analizziamo in questo modo ciò che appare alla fine è una semplice assenza di esistenza intrinseca, una mera assenza di ciò che viene negato. L’esistenza intrinseca è ciò che viene negato e la sua assenza appare alla mente. A questo punto poniamo la nostra mente nella meditazione stabilizzativa sull’assenza di esistenza intrinseca. Questa è una vacuità che è comune ai sistemi di Sutra e Tantra. Questo è un modo di coltivare la visione della vacuità senza fare distinzione di livello di coscienza.
COLOPHON
Trascritto e digitato da Phillip Lecsó da cassette audio ottenute da Thubten Ling Dhargye intitolate “Le 37 pratiche del bodhisattva”. Mi assumo la piena responsabilità e mi scuso per tutti gli errori che possano essersi verificati, ascoltando e scrivendo in modo non corretto ciò che è stato insegnato. Possano tutti essere di buon auspicio. Possano tutti i meriti da questa attività essere dedicati alla lunga vita e buona salute di Sua Santità. Che tutti gli esseri senzienti raggiungano velocemente lo stato del glorioso Kalacakra anche attraverso questi sforzi imperfetti.