8 Insegnamenti di Sua Santità il Dalai Lama a Los Angeles, CA 2000 su “La Lampada sul Sentiero per l’Illuminazione” di Atisha Dipamkara e “Linee di esperienza” di Lama Tsongkhapa. Traduzione non revisionata del Dott. Luciano Villa, nell’ambito del Progetto “Free Dalai Lama’s Teachings” per il beneficio di tutti gli esseri senzienti. Ci scusiamo per qualsiasi errore od omissione.
Sua Santità il Dalai Lama: L’importanza di bodhicitta
La massima perfezione dell’altruismo, l’altruismo finale, è la bodhicitta unita alla saggezza.
Bodhicitta, l’aspirazione a realizzare il benessere di tutti gli esseri senzienti affinché per il loro bene raggiungano la Buddhità, è davvero l’essenza distillata, il succo spremuto, di tutti gli insegnamenti del Buddha, perché in definitiva l’intenzione del Buddha è di condurre tutti gli esseri senzienti alla perfetta illuminazione, la completa onniscienza.
Poiché è bodhicitta che determina se la nostra pratica diventa o meno la via dell’illuminazione, bodhicitta è veramente l’essenza del cuore di tutti gli insegnamenti del Buddha.
Quindi, tutti gli 84.000 discorsi del Buddha possono essere visti come preliminari alla pratica di bodhicitta, alla pratica effettiva di bodhicitta, o ai precetti ed alle attività in cui dobbiamo impegnarci come risultato dell’assunzione dell’impegno di bodhicitta. Quando tutti quanti arriveremo a riconoscere questo, apprezzeremo davvero la preziosità della nostra esistenza umana, che ci dà la possibilità di riflettere ed esprimere le qualità illimitate di bodhicitta. Allo stesso modo, quando riflettiamo sulla gentilezza del maestro spirituale che ci introduce a bodhicitta e ne spiega la natura e i benefici, svilupperemo un profondo senso di ammirazione e gratitudine verso la nostra guida del Dharma.
L’intenzione altruistica è importante, non solo all’inizio del percorso, ma anche mentre lo percorriamo e anche dopo che abbiamo raggiunto la piena illuminazione. Come ha sottolineato Shantideva, anche prima di entrare nel sentiero e di non avere un’autentica realizzazione di bodhicitta, ma solo una sua comprensione intellettuale e ammirazione per ciò che rappresenta, questo da solo ci porta benefici immediati. Indipendentemente da quanto siamo sotto il controllo delle afflizioni, riceviamo questo beneficio nel momento in cui siamo in grado di apprezzare il valore di bodhicitta. Tuttavia, la gioia e la serenità che viviamo vengono mescolate con un senso di tristezza per il destino degli altri esseri senzienti. Mentre percorriamo il sentiero, la pratica di bodhicitta aiuta ad accelerare la nostra accumulazione di meriti. Serve anche come base per sviluppare con successo tutte le pratiche successive. È come un metodo onnicomprensivo, che ci consente di purificare rapidamente tutte le nostre impronte karmiche negative accumulate. Infine, quando diventiamo Buddha, è la bodhicitta che sostiene l’infinita continuità della nostra attività illuminata dedicata al benessere di tutti gli esseri senzienti.
Riflettendo su questo, apprezzeremo veramente l’importanza di bodhicitta, che ci avvantaggia in tutte le fasi del nostro percorso spirituale, e capiremo chiaramente perché è paragonata ad un gioiello che esaudisce i desideri. Nella tradizione Vajrayana, ci sono metodi unici per raggiungere i due corpi santi illuminati di Rupakaya e Dharmakaya. Il metodo principale per raggiungere il Rupakaya, il corpo della forma di Buddha, è la perfezione dei mezzi abili, l’aspetto metodologico del percorso. Questo si riferisce principalmente all’intenzione altruistica di raggiungere la Buddhità a beneficio di tutti gli esseri senzienti, in particolare: l’intenzione di raggiungere il corpo di forma di un Buddha al fine di beneficiare e servire gli altri.
Senza questa aspirazione, non possiamo realizzare la piena profondità del sentiero Vajrayana nel coltivare le condizioni per ottenere il Rupakaya. Inoltre, senza l’aspirazione altruistica, la saggezza che realizza la vacuità non ha la potenza di prepararci a coltivare le condizioni per ottenere il Dharmakaya, il corpo della realtà di Buddha.
Quindi, l’intero percorso Vajrayana può essere visto come una serie di pratiche organizzate per migliorare gli ideali e le aspirazioni di bodhicitta.
Senza bodhicitta, il sentiero Vajrayana non ha profondità.
Lasciando da parte la questione del buddismo o della fede religiosa, possiamo vedere anche dalle nostre esperienze quotidiane che più coltiviamo altruismo ed un senso di cura per gli altri, maggiore sono i benefici immediati che noi stessi riceviamo. Non solo dormiamo meglio ma anche, indipendentemente dal fatto che crediamo o meno nella legge del karma, le azioni che creiamo diventano più positive, costruttive e virtuose.
Se, d’altra parte, nutriamo cattiva volontà, siamo egocentrici e privi d’interesse per gli altri, non solo soffriamo, sperimentando immediatamente pensieri ed emozioni turbolenti, ma anche, di nuovo indipendentemente dal fatto che crediamo o meno nel karma, le azioni che creiamo tendono ad essere negative, distruttive e non virtuose.
Pertanto, più coltiviamo altruismo ed un senso di cura, maggiore sarà il beneficio di cui noi stessi godiamo. Né questo fenomeno è limitato al regno umano. L’affetto ed il senso di cura giocano un ruolo anche nel regno animale. Gli animali crudeli ed aggressivi sembrano essere ostracizzati dal gruppo sociale mentre quelli che sono più accomodanti e gentili tendono ad essere molto più accettati.
Anche all’interno dell’esistenza ciclica, gran parte della nostra felicità e soddisfazione deriva in realtà dall’altruismo e dal senso di cura.
Queste qualità ci offrono benefici illimitati, anche nella vita di tutti i giorni. Pertanto, dovremmo condividere i sentimenti espressi da Shantideva https://www.sangye.it/altro/?cat=15 nella sua Guida allo Stile di Vita del Bodhisattva, in cui affermava che dovremmo desiderare di essere al servizio e utilizzati da tutti gli altri esseri senzienti,
Quando pensiamo all’altruismo in modo così profondo, realizzeremo che l’interesse egoistico personale, l’interesse per l’Io individuale, sono totalmente privi di significato e cercheremo di comprendere veramente ciò che Shantideva intendeva in quel bellissimo verso verso la fine della sua Guida, che ho citato prima, ma menzionerò ancora:
finché esisterà lo spazio,
finché esisteranno degli esseri senzienti,
fino ad allora,
possa anch’io rimanere
e dissipare le sofferenze del mondo.
Quando dedichi tutto il tuo essere, il tuo corpo, la tua parola e la tua mente, per soddisfare l’unico obiettivo di essere di beneficio per gli altri, puoi dire che la vera felicità è iniziata e sei entrato nella strada della piena illuminazione. Apprezzerai anche i sentimenti espressi da Atisha Dipamkara, quando disse che non dovresti scoraggiarti anche se spendi eoni per perseguire la pratica delle due bodhicitta, la bodhicitta convenzionale dell’intenzione altruistica e la bodhicitta ultima della realizzazione della vacuità.
Egli era convinto che non importasse quanto tempo ci vorrà per sviluppare bodhicitta, una volta che ti sei dedicato a questo obiettivo, in nessuna parte della tua mente avrai mai più il pensiero di sprecare il tuo tempo.
Bodhicitta è l’unica ricerca in cui dovresti impegnarti. Come disse Atisha, “Cos’altro puoi fare nella tua ricerca di illuminazione oltre alla pratica di bodhicitta?” Pertanto, indipendentemente da quanto tempo ci vuole, qualsiasi tempo passato a cercare di sviluppare bodhicitta è il tempo trascorso nel modo più significativo.
Quando sei felice, e le cose stanno andando bene, dovresti praticare bodhicitta, perché ti impedirà di gonfiare il tuo ego e di disprezzare od insultare gli altri.
Quando si soffre e si affrontano le avversità o le disgrazie, si dovrebbe praticare anche bodhicitta, perché ti proteggerà dal perdere la speranza e dal sentirsi depressi.
Finché sei vivo, dovresti praticare bodhicitta, perché renderà la tua esistenza significativa e piena di scopi.
Anche quando stai morendo, dovresti ancora praticare bodhicitta, perché è l’unica cosa che non ti ingannerà mai o ti deluderà.
Avendo contemplato come, sulla base della sua stessa esperienza, il Buddha ha insegnato questo ideale di bodhicitta, come contenitore dell’intera essenza di tutti i suoi insegnamenti e quanto sei fortunato ad essere stato introdotto a questo grande principio, dovresti coltivare il pensiero: “Ora mi dedicherò esclusivamente alla pratica di bodhicitta. Per me, come praticante, questo è l’unico compito che mi attende. Generate in voi stessi un profondo senso di gioia e di soddisfazione unito a tristezza per la sofferenza degli altri esseri senzienti. Insieme a tutte queste emozioni, genera la forte determinazione, “Mai abbandonerò questa intenzione altruistica.” È con tali pensieri che dovresti partecipare alla cerimonia per affermare la generazione della mente illuminata.
La cerimonia per la generazione di Bodhicitta
Introduzione
Per partecipare alla cerimonia di affermare e migliorare la tua generazione di intenzione altruistica, visualizza innanzitutto che Sakyamuni Buddha è qui di persona, circondato da discepoli come Maitreya, Manjustri, Nagarjuna, Ariya Asanga e gli altri grandi maestri indiani del passato, dei cui scritti continuiamo ad usufruire ed a trarre, d’ora innanzi, beneficio e che servono ad aprire il nostro occhio di consapevolezza. Rifletti sulla gentilezza di questi maestri, così come su quella del Buddha e dei bodhisattva. Immaginate anche la presenza dei grandi maestri di tutte e quattro le tradizioni del buddismo tibetano – Nyingma, Sakya, Kagyü e Gelug – che risalgono a quando il buddismo iniziò a fiorire in Tibet nel settimo-ottavo secolo. I praticanti di altre tradizioni buddiste dovrebbero visualizzare i maestri di lignaggio ed i maestri storici delle loro tradizioni riuniti in assemblea.
Soprattutto, visualizza che sei circondato da tutti gli altri esseri senzienti. Se ciò è difficile, rifletti semplicemente sull’eguaglianza fondamentale di te stesso e di tutti gli altri esseri senzienti, nella misura in cui riguarda il desiderio naturale di cercare la felicità e di superare la sofferenza.
Proprio come hai il giusto e naturale potenziale di soddisfare questa aspirazione di base d’essere felice e superare la sofferenza, così fanno anche tutti gli altri infiniti esseri senzienti.
Rifletti sul fatto che quando pensi al tuo interesse personale, indipendentemente dal tuo livello di importanza, stai semplicemente pensando alle preoccupazioni di un singolo individuo, ma quando pensi agli interessi degli altri, stai pensando al benessere di un numero infinito di esseri. Sacrificare il benessere di innumerevoli altri per il beneficio di uno, quindi, non è solo sciocco ma anche immorale. Inoltre, non è pratico, perché è un modo illusorio di cercare di soddisfare le proprie aspirazioni.
Quindi contempla l’idea che hai tenuto questo atteggiamento egocentrico ed autogratificante al centro del tuo essere fin da tempi senza inizio, cercando continuamente di soddisfare le tue aspirazioni basilari per essere felice e superare la sofferenza da una prospettiva egocentrica.
Ma, se guardi alla situazione in cui ti trovi oggi, vedrai che in realtà non hai fatto alcun progresso, anche dopo questo numero infinito di vite. Se l’egocentrismo avesse davvero il potenziale d’offrirti i benefici che cerchi, dovrebbe averlo ormai fatto.
Giungerai, quindi, alle conclusioni che spinto, da tempo senza inizio, dell’impulso di auto-gratificazione, hai commesso un errore dopo l’altro, ed ora è abbastanza. Genera la forte determinazione di non percorrere mai più questo percorso illusorio. Confrontati con grandi esseri come il Buddha ed i Bodhisattva sulla via dell’illuminazione e renditi conto che tutte le loro conquiste derivano dal lavorare per gli altri invece che per sé stessi.
Prendi questa ferma risoluzione: “Come praticante di Dharma, d’ora in poi, devo lavorare per il beneficio di tutti gli esseri senzienti. Raggiungerò la Buddhità per il loro bene, per liberarli dalla sofferenza e condurli all’illuminazione”, e con ciò, partecipare alla cerimonia per la generazione di bodhicitta.
La pratica dei sette rami
Nell’ottava strofa di “Una Lampada sul Sentiero”, Atisha raccomanda che la cerimonia di bodhicitta sia preceduta dalla Puja dei Sette Rami https://www.sangye.it/altro/?p=8341. Se partecipi a questa cerimonia per generare bodhicitta, non limitarti ad ascoltare le mie spiegazioni come una lezione, ma unisci le mani al tuo cuore ed indirizza la tua attenzione con una profonda fede nei Buddha e nei Bodhisattva. Altrimenti, puoi, come al solito, semplicemente ascoltare.
Omaggio
Il primo dei Sette Rami https://www.sangye.it/altro/?p=6177 è l’omaggio. Rifletti sulle qualità di Buddha, Dharma e Sangha, in particolare le qualità del corpo illuminato, della parola e della mente del Buddha, come la sua mente onnisciente, la sua perfezione dell’aspirazione altruistica e la sua perfezione della saggezza che realizza la vacuità. Quindi coltivate l’aspirazione di conseguire la saggezza del Buddha e, con riverenza nata dalla profonda ammirazione e dal rispetto per le qualità su cui avete riflettuto, rendete omaggio al Buddha.
Offerta
Il secondo ramo è quello di fare offerte. Immagina di offrire tutto ciò che possiedi, come il tuo corpo e le tue risorse, a tutti i Buddha e Bodhisattva. Puoi anche offrire mentalmente tutto ciò che esiste nell’universo. Soprattutto, tuttavia, dovresti offrire tutte le tue azioni virtuose di corpo, parola e mente realizzate in passato. Potete immaginare queste attività positive sotto forma di varie offerte o potete riflettere sulla vostra intera raccolta di meriti e, dal profondo del vostro cuore, offrirle a tutti i Buddha e Bodhisattva.
Confessione
Il terzo ramo è la pratica della confessione o purificazione. Rifletti su tutte le negatività che hai mai creato attraverso il corpo, la parola e la mente ed in che modo sono tutte cause per la sofferenza futura. Ognuno di noi affronta problemi e difficoltà fisiche e psicologiche; siamo assediati da sofferenze senza fine, come increspature su un lago, una dopo l’altra. Come pensate a questo, comprendete che la sofferenza non sorge senza ragione. Ogni problema ha una sua causa, la causa principale sono le tue azioni negative di corpo, parola e mente. Immaginando di essere alla presenza della nobile assemblea di Buddha e Bodhisattva, svela completamente tutte le tue azioni negative e, coltivando un sentimento di sincero rammarico per le negatività commesse, impegnarti a purificarle.
Rallegrarsi.
Il prossimo ramo è quello della gioia. Rifletti sulle meravigliose qualità illuminate dei Buddha, in particolare quelle del Buddha storico. Sappiamo tutti che, fin dall’inizio, il Buddha Sakyamuni non era un essere pienamente illuminato. Inizialmente, era proprio come uno di noi, un essere ordinario che lottava sul sentiero, con le naturali debolezze e limitazioni che tutti noi abbiamo. Ciò che distingue il Buddha da noi, tuttavia, è che ha preso a cuore la pratica di bodhicitta. Quindi intraprese il sentiero e, come risultato dei suoi sforzi, raggiunse infine lo stato pienamente illuminato.
Pertanto, in questa pratica, gioisci delle qualità illuminate del Buddha e dell’intero percorso verso l’illuminazione. Quindi focalizza la tua attenzione sui Bodhisattva, in special modo negli ultimi tre dei dieci terreni del Bodhisattva [Skt: bhumi], che hanno completamente superato i loro pensieri ed emozioni affliggenti e sono sulla soglia della buddità. Riflettendo su tali esseri, sviluppa un profondo senso di ammirazione per le loro realizzazioni e le altre conquiste spirituali.
Quindi focalizza la tua attenzione sui Bodhisattva dei primi sette terreni. Sebbene debbano ancora superare il potere delle loro afflizioni, sono ancora Ariya Bodhisattva che hanno una realizzazione della vacuità. Riflettendo sulle loro qualità, sviluppa un profondo senso di ammirazione per loro.
Quindi, sposta la tua attenzione sui Bodhisattva sui primi due dei cinque percorsi, i percorsi di accumulazione e preparazione. Sono quasi allo stesso livello di noi, in particolare quelli sul primo percorso. In un certo senso, i Bodhisattva proprio all’inizio del percorso sono ancora più sorprendenti di quelli che sono più avanzati, perché nonostante siano sotto il controllo di afflizioni come attaccamento e ostilità, hanno ancora il coraggio di impegnarsi per gli ideali di bodhicitta. Dovremmo quindi provare la gioia che i genitori hanno quando il loro bambino fa i primi passi incerti od esprime le sue prime parole. Non criticano l’andatura goffa od il vocabolario limitato del loro bambino, ma invece sono pieni di meraviglia. Possiamo vedere i Bodhisattva che lottano all’inizio del sentiero allo stesso modo, come esseri incredibili ed ispiratori.
Avendo sviluppato un profondo senso di ammirazione per tutti i Bodhisattva, quindi esultiamo dei risultati e le qualità degli Arhat, che hanno raggiunto una completo libertà dal samsara.
Prova anche un profondo apprezzamento per le conquiste dei praticanti sulla via della liberazione. Infine, rallegrati di tutte le virtù accumulate dai tuoi simili esseri senzienti e rifletti in particolare sulla tua raccolta di meriti. Il fatto che tu abbia ricevuto una rinascita umana dotata dell’opportunità di praticare il Dharma è una chiara prova del fatto che hai creato molti meriti nel passato: incontrare i preziosi e sacri insegnamenti del Buddha ed avere interesse a praticarli può essere solo conseguenze di atti virtuosi del passato.
Ti sei anche impegnato in molte attività positive ed altruistiche in questa vita, perciò, ricordando tutte queste virtù, dedicale al benessere di tutti gli esseri senzienti e gioisci delle opportunità che hai avuto di creare tutto questo meriti.
Richiesta
Il quinto ramo è la richiesta ai Buddha di girare la ruota del Dharma. Questa pratica è associata al Buddha nella sua forma Nirmanakaya. Dirigi la tua attenzione a quei Buddha appena illuminati che non hanno ancora iniziato a insegnare il Dharma ed implora loro di girare la ruota del Dharma per realizzare il loro impegno a lavorare a beneficio di tutti gli esseri senzienti.
Supplica.
Il sesto ramo è quello di fare appello al i Buddha di non entrano nel nirvana ultimo. Di nuovo, questo è principalmente diretto ai Buddha nella loro forma Nirmanakaya, che hanno girato la ruota del Dharma e hanno compiuto molte azioni illuminate. Invitali a non entrare nel nirvana finale ma a rimanere al servizio degli esseri senzienti.
Dedica
Il settimo ed ultimo ramo è quello della dedica. Dedica tutto il merito che hai accumulato, in particolare quello di prendere il voto di bodhicitta, al benessere di tutti gli esseri senzienti ed affinché tu possa conseguire l’illuminazione a loro beneficio.
La cerimonia effettiva per la generazione di bodhicitta.
La vera cerimonia per generare la mente dell’illuminazione può essere condotto sulla base della lettura delle tre strofe seguenti. La prima è la pratica di rifugio nei Tre Gioielli. La seconda è la generazione effettiva dell’intenzione altruistica. la terza stimola a migliorare la mente che è stata generata, a sostenerla senza degenerazione. Inginocchiati su un solo ginocchio, se questo è conveniente; altrimenti, resta seduto.
Mentre reciti questi versi, contempla il loro significato.
Ricorda che come praticanti del Bodhisattva, quando ti rifugi nei Tre Gioielli, stai prendendo il rifugio Mahayana, impegnati in questa pratica a beneficio di tutti gli esseri senzienti e con la motivazione di raggiungere l’illuminazione per beneficiarli.
Ripeti per tre volte le strofe seguenti:
Col desiderio di liberare tutti gli esseri
sempre cercherò rifugio
nel Buddha, nel Dharma e nel Sangha.
Finché non raggiungerò la piena illuminazione,
ispirato dalla saggezza e dalla compassione,
oggi, alla presenza del Buddha,
genero la mente del pieno risveglio
per il beneficio di tutti gli esseri senzienti.
Fin tanto che rimarrà lo spazio,
finché rimarranno gli esseri senzienti
possa anch’io rimanere
a dissipare le sofferenze del mondo.
In questo modo, genera l’intenzione altruistica di bodhicitta.
Sebbene tu non abbia preso un impegno formale, dato che oggi hai generato bodhicitta, sarebbe utile assicurarsi che la tua pratica di bodhicitta non degeneri. Pertanto, sarebbe molto utile recitare e riflettere sul significato di questi tre versetti su base giornaliera.
Prospettive ed azione del Bodhisattva
Prendere i voti del Bodhisattva
Lampada sul Sentiero: strofa 18
Avendo generato la mente che aspira all’illuminazione,
accrescila costantemente con grande sforzo.
Per ricordarla in questa vita ed anche nelle altre,
mantieni propriamente i precetti come è spiegato.
Se hai preso un impegno formale di bodhicitta, devi astenerti dai quattro fattori negativi e coltivare i quattro positivi per garantire che la pratica non degeneri in questa e nelle vite future.
I quattro fattori negativi sono:
1. Ingannare il tuo maestro e gli esseri degni di venerazione raccontando menzogne.
2. Indurre gli altri a provare rimorso per le loro azioni virtuose.
3. Per rabbia, parlare duramente ai Bodhisattva.
4. Con motivazione negativa, ingannare altri esseri senzienti.
I quattro fattori positivi sono:
1. Non dire mai menzogne per motivi egoistici, anche a costo della tua vita.
2. Condurre gli altri esseri sulla via della virtù.
3. Coltivare il riconoscimento dei Bodhisattva che hanno generato bodhicitta come maestri e proclamando le loro virtù.
4. Mantenere continuamente la compassione ed il senso di responsabilità verso tutti gli esseri senzienti.
Lampada sul Sentiero: strofa 19
Senza prendere il voto della mente dell’impegno,
La perfetta aspirazione non potrà svilupparsi.
Sforzati definitivamente di prenderlo,
Dal momento che vuoi accrescere il desiderio per l’illuminazione.
Qui, il testo afferma che, sebbene generare l’aspirazione di raggiungere l’illuminazione per il bene di tutti gli esseri senzienti abbia un enorme valore, un beneficio maggiore sta nel prendere effettivamente i voti del Bodhisattva per vivere gli ideali di bodhicitta. Il testo suggerisce la seguente sequenza:
1. Generare l’intenzione altruistica.
2. Partecipare a una cerimonia e prendere l’impegno di continuare a sostenerlo.
3. Coltivare il desiderio di impegnarsi nelle azioni del Bodhisattva.
4. Prendi i voti del Bodhisattva.
Lampada sul Sentiero: strofa 20
Coloro che mantengono qualunque dei sette tipi
di voto per la liberazione individuale,
non gli altri, possiedono i [requisiti] ideali
per prendere il voto del Bodhisattva.
Qui, il testo sottolinea che i praticanti che prendono idealmente i voti del Bodhisattva dovrebbero porre le basi della disciplina etica osservando una delle sette classi dei voti per la liberazione individuale:
1. I voti dei Laici.
2. I voti delle Laiche.
3. I voti del monaco novizio.
4. I voti delle monache novizie.
5. I voti probatori dei monaci.
6. I voti dei monaci completamente ordinati.
7. I voti delle monache completamente ordinate.
Lampada sul Sentiero: strofa 21
Il Tathagata ha spiegato i sette tipi
di voto della liberazione individuale.
Il più elevato fra questi è la gloriosa pura condotta,
che è il voto proprio della persona completamente ordinata.
Questo verso afferma che di queste sette categorie di voti di Pratimoksha, il più alto è quello della piena ordinazione. Il Buddha ha affermato molto chiaramente che possiamo determinare la fattibilità della sua dottrina sulla base della pratica di Vinaya, i codici della disciplina etica. Ovunque si stabilisca la pratica del Vinaya, in particolare le sue tre attività principali: le cerimonie periodiche di confessione [Tib: so-jong], il ritiro estivo [Tib: yar-nä] e la fine del ritiro estivo [Tib: gak-ye ] esistono anche gli insegnamenti del Buddha. Si dice che ovunque si sviluppi la pratica del Vinaya, il Buddha stesso prova un senso di umiltà. Ovunque la pratica di queste attività sia assente, non si può dire che gli insegnamenti del Buddha esistano veramente in quel luogo.
Questo elogio della pratica del Vinaya non si trova solo nella letteratura Vinaya, ma anche nei testi Mahayana, come i Bodhisattva sutra ed i testi del Tantra Yoga supremo. Nel tantra di Kalachakra, per esempio, c’è un’affermazione esplicita che di tutti i maestri vajra di Kalachakra, il maestro vajra che ha i voti di ordinazione completa è il supremo.
Lampada sul Sentiero: strofa 22
In accordo al rituale descritto
nel capitolo sulla disciplina, nel testo Gli stadi del Bodhisattva,
prendi il voto da un bravo
e ben qualificato, maestro spirituale.
A differenza dei voti di Pratimoksha e tantrici, puoi prendere il voto del Bodhisattva di fronte ad una rappresentazione di un Buddha senza la presenza di un maestro. Tuttavia, la strofa 22 afferma che idealmente dovresti comunque prenderlo da un qualificato maestro spirituale.
Il strofa 23 descrive le qualità che un tale insegnante dovrebbe possedere:
Lampada sul Sentiero: strofa 23
Comprendi che un buon maestro spirituale
È esperto nella cerimonia di conferire il voto,
vive nel voto
e possiede la confidenza
e la compassione per concederlo.
Il testo prosegue affermando che, se non si trova un insegnante spirituale di questo tipo, si può ancora prendere il voto nel modo seguente:
Lampada sul Sentiero: strofa 24
Comunque, se dopo aver cercato,
non sei riuscito a trovare un tale maestro spirituale,
spiegherò un’altra procedura
corretta per prendere il voto.
Dalla strofa 25 in poi, il testo presenta la procedura per prendere il voto del Bodhisattva se non è disponibile un insegnante. Questo è tratto dal Compendio degli Atti di Shantideva.
Lampada sul Sentiero: strofe 25 – 31
25. Descriverò qui molto chiaramente,
secondo la spiegazione del Sutra
dell’ornamento della terra pura di Manjushri,
come, molto tempo fa, quando Manjushri si chiamava Ambaraja,
generò l’intenzione di raggiungere l’illuminazione.
(dalla strofa 26 in poi è tratto direttamente dal testo di Shantideva).
26. “Di fronte ai Protettori,
faccio sorgere l’intenzione di ottenere la completa illuminazione.
Invito tutti gli esseri come miei ospiti
e li libererò dall’esistenza ciclica.
27. “Da ora in poi,
sino al raggiungimento dell’illuminazione
non darò spazio a pensieri che danneggiano,
rabbia, avarizia, invidia.
28. “Coltiverò una condotta pura,
rinuncerò alle azioni negative e al desiderio
e con gioia nel voto della disciplina
mi addestrerò nel seguire i Buddha.
29. “Cercherò di non avere fretta
nel voler velocemente raggiungere l’illuminazione,
ma rimarrò indietro sino alla fine
per il beneficio anche di un solo essere.
30. “Purificherò le inconcepibili
infinite terre
e sarò presente nelle dieci direzioni
per tutti coloro che invocheranno il mio nome.
31. “Purificherò tutte le mie azioni compiute
col corpo e con la parola.
Purificherò anche le mie attività mentali
e non farò niente che non sia virtuoso.
Nella strofa 32, il testo presenta le pratiche o i precetti in cui i praticanti devono impegnarsi una volta che hanno preso il voto del Bodhisattva. Queste sono principalmente le pratiche delle sei perfezioni: generosità, disciplina etica, pazienza, sforzo gioioso, concentrazione meditativa e saggezza. Tutte le perfezioni della pratica del Bodhisattva possono essere comprese nei termini delle tre discipline etiche del Bodhisattva:
1. Astenersi da azioni negative.
2. Accumulazione di virtù.
3. Impegnarsi per il benessere di altri esseri senzienti.
Lampada sul Sentiero: strofa 32
Quando coloro che osservano il voto
della mente dell’impegno si saranno ben addestrati
nelle tre forme di disciplina, il loro rispetto
verso queste crescerà,
causando la purezza del corpo, della parola e della mente.
La pratica della prime cinque perfezioni
Ora ci riferiamo al testo di Lama Tsongkhapa per leggere le spiegazioni delle sei perfezioni. La prima è la perfezione della generosità.
La perfezione della generosità.
Linee d’Esperienza: strofa 15
La generosità è come il gioiello che esaudisce i desideri, ciò che soddisfa le speranze di tutti gli esseri. È l’arma migliore che taglia il nodo dell’avarizia. È la condotta altruistica dei Bodhisattva che accresce la fiducia in voi stessi così che non vi scoraggiate. È la causa per cui la vostra buona reputazione verrà proclamata nelle dieci direzioni. Sapendo questo, i saggi si sono dedicati all’eccellente percorso di donare completamente il loro corpo, i loro beni e i loro meriti. Io stesso, uno yoghin, ho praticato in questo modo. Anche voi che cercate la liberazione fate altrettanto.
Dobbiamo capire che lo scopo principale della generosità è soddisfare i desideri dell’oggetto della generosità, cioè altri esseri senzienti. Il suo scopo per i praticanti è di aiutarli a superare i sentimenti di possessività ed attaccamento connesso all’avarizia. I testi contengono dettagliate spiegazioni su come impegnarsi nel donare: l’adeguatezza dei tempi, la motivazione, lo stato mentale e così via. Inoltre, quando si compie un atto di generosità, i praticanti del Bodhisattva devono assicurarsi che, all’interno di quell’atto unico, tutte e sei le perfezioni siano complete.
La perfezione della disciplina etica.
Linee d’Esperienza: strofa 16
La disciplina morale è l’acqua che lava via le macchie delle azioni negative. È il raggio di luna che allevia il calore opprimente delle afflizioni mentali. Vi rende radiosi come il monte Meru in mezzo a tutti gli esseri che vi rispetteranno. Col suo potere, sarete in grado di piegare tutti gli esseri (alla vostra buona influenza) senza (ricorrere a) bagliori ipnotici. Comprendendo tutto ciò, i santi hanno protetto le discipline (i voti) presi correttamente, proprio come se fossero i loro occhi. Io stesso, uno yoghin, ho praticato in questo modo. Anche voi che cercate la liberazione fate altrettanto.
Questa strofa si riferisce principalmente alla pratica della disciplina etica sotto forma di moderazione, cioè di astenersi da azioni negative, in particolare nel contesto dei voti di liberazione individuale. Per un Bodhisattva, la principale pratica etica di moderazione è di astenersi dall’auto-gratificazione e dai pensieri egoistici.
La perfezione della pazienza
Linee d’Esperienza: strofa 17
La pazienza è il miglior ornamento per i potenti. È la perfetta pratica ascetica per coloro che sono tormentati dalle afflizioni mentali. È l’aquila che si libra alta nel cielo, nemica del serpente della rabbia. È l’armatura più solida di fronte alle armi del linguaggio ingiurioso. Comprendendo tutto ciò, i saggi si sono familiarizzati con l’armatura della suprema pazienza, esercitandosi in vari modi. Io stesso, uno yoghin, ho praticato in questo modo. Anche voi che cercate la liberazione fate altrettanto.
La pratica della pazienza qui si riferisce principalmente allo sviluppo della tolleranza per sopportare qualsiasi danno possa accadervi, tale da coltivare un senso di indifferenza nei suoi confronti. Impara ad accettare volontariamente le difficoltà per una causa più alta. C’è anche una terza dimensione nella pratica della pazienza, che viene coltivata come risultato della costante riflessione sugli insegnamenti del Dharma. Le spiegazioni più dettagliate di queste pratiche possono essere trovate nel sesto capitolo https://www.sangye.it/altro/?p=2405 di Shantideva, La guida al modo di vivere del Bodhisattva.
La perfezione dello sforzo gioioso
Linee d’Esperienza: strofa 18
Una volta indossata l’armatura della perseveranza entusiastica, ferma ed irreversibile, la vostra conoscenza delle scritture e le vostre realizzazioni aumenteranno come la luna crescente. Tutte le vostre azioni diventeranno significative (per raggiungere l’illuminazione) e tutto ciò che inizierete lo porterete a compimento secondo i vostri desideri. Comprendendo tutto ciò, i Bodhisattva si sono impegnati in un poderoso sforzo eliminando ogni pigrizia. Io stesso, uno yoghin, ho praticato in questo modo. Anche voi che cercate la liberazione fate altrettanto.
La pratica di coltivare questa perfezione dello sforzo gioioso è descritta nel sesto capitolo della Guida di Shantideva allo stile di vita del Bodhisattva.
La perfezione della concentrazione
Dalla strofa 33 in poi, la Lampada fornisce una spiegazione dettagliata delle pratiche per coltivare la calma dimorante e la visione profonda.
Lampada sul Sentiero: strofe 33 – 38.
33. Quindi, attraverso lo sforzo compiuto
dal Bodhisattva di mantenere il voto
per la pura e piena illuminazione,
le raccolte per la completa illuminazione
saranno pienamente realizzate.
34. Tutti i Buddha affermano che la causa
per completare le raccolte,
la cui natura è merito e saggezza suprema,
è lo sviluppo della chiaroveggenza.
Il “merito e la saggezza suprema” menzionate qui si riferiscono ai due accumuli di meriti e saggezza e si riferiscono ai due corpi santi illuminati di rispettivamente Rupakaya e Dharmakaya. Il testo afferma che la base del completamento di questi due accumuli è la c lo sviluppo della chiaroveggenza [Tib: ngön-she]. Ciò si riferisce ad una maggiore consapevolezza in cui si ha la capacità di intuire la disposizione mentale e le inclinazioni di altri esseri senzienti cosicchè si può agire per aiutarli nel modo più efficace.
35. Come un uccello che non ha sviluppato le ali
non può volare nel cielo,
coloro senza il potere della chiaroveggenza,
non possono lavorare per il bene degli esseri viventi.
Il punto qui è che se manchi questa consapevolezza dello stato mentale degli altri esseri senzienti, mentre le tue intenzioni potrebbero essere molto nobili, potresti svolgere attività di corpo, parola o mente che finiscono per nuocere a coloro cui sono indirizzate.