12 – S.S. Dalai Lama Insegnamenti su “Le 37 Pratiche del Bodhisattva, Kalachakra, Bodhi Gaya 1974

Sua Santità il Dalai Lama: Prendere rifugio significa abbandonare le dieci azioni negative. In pratica fare buone azioni, e recitare mantra, per quanto possibile, fare tutto il bene che possiamo. Tanto meglio così per il karma ed i suoi frutti. Come dice il testo, il Buddha ha insegnato che tutta la sofferenza proviene da azioni nocive, ed il Buddha insegna l’unica verità. Con la fiducia in questa e rendercene conto, noi dovremmo, anche a costo della nostra vita, abbandonare le azioni nocive.

12 Insegnamenti, preliminari alla Iniziazione al Kalachakra per la Pace nel Mondo, conferiti da Sua Santità il 14° Dalai Lama a Bodhgaya, Bihar, India, nel dicembre 1974 su “Le Trentasette Pratiche del Bodhisattva” di Ngulchu Thogme Zangpo, vedi https://www.sangye.it/altro/?p=134. Appunti e traduzione del Dott. Luciano Villa al Centro Studi Tibetani “Sangye Cioe Ling” Sondrio (il cui nome è stato conferito da Sua Santità il Dalai Lama), nell’ambito del Progetto Free Dalai Lama’s Teachings per il benessere di tutti gli esseri senzienti.

Sua Santità il Dalai Lama: L’ottava pratica del bodhisattva

Il Buddha insegna che tutta la sofferenza immensamente insopportabile dei regni inferiori è il frutto del cattivo karma, quindi, anche a rischio della propria vita, non commetterò atti negativi: questa è la pratica del bodhisattva.

Per quanto riguarda il buon karma, si può prender spunto dalle grandi azioni del Buddha e dei Bodhisattva, così meravigliose e potenti da essere al di là della nostra comprensione. Ma il lato negativo ci mostra molti tipi di sofferenza insopportabile, come quelle dei regni inferiori. Tutto questa sofferenza deriva dalla mente negativa. C’è una gran varietà di esseri: tutti loro producono del karma. Per esempio, tutti gli inferni dell’Abhidharma, che siano o non siano esattamente come sono descritti, sono produzioni del karma. Anche gli esseri visibili, la loro varietà, la forma e il colore del corpo, il loro modo di vivere è così diverso che, da questo piccolo mondo di esseri umani, possiamo dedurre che tutto può esiste nella grande varietà di altri mondi. L’esistenza di tutti i tipi di esseri e le sofferenze esistenti altrove possono essere dedotti osservando la vita qui nel nostro regno sulla Terra.

Nel regno degli spiriti (Sanskrito: preta), la sofferenza che viene vissuta è soprattutto la fame e la sete. Molti dei che richiedono, ad esempio, la sofferenza degli animali, appartengono al regno dei preta. Tali dei hanno un po’ di potere per beneficiare e per nuocere. La sofferenza degli animali per noi è ovvia, guarda un cane a Bodhgaya. La sofferenza delle capre e pecore, che sono macellate, è facile da vedere, non hanno la libertà di disporre della propria vita. Gli animali non ci danneggiano, non ci prendono nulla, possono solo mangiano l’erba e bere l’acqua, ma sono così semplici, stupidi e ignoranti, ed in realtà gli esseri umani non hanno alcun diritto di mangiarli. Sono completamente indifesi nel modo in cui trascorrono la loro breve vita. La vita di un maiale, per esempio, è terribile. Soffrono a causa degli esseri umani e degli altri animali. I bufali, i cavalli, i muli e così via presentano un destino molto triste. Ad esempio, abbiamo strutture come scuole e ospedali, ma per loro non c’è nulla di simile, anche le cure veterinarie sono per il nostro bene e non per il loro. In caso di incidente, per esempio, un essere umano può andare in un tribunale per chiedere i danni. Ma se un animale si rompe una gamba a causa di un incidente, può solo essere ucciso, non ci sarà nessun giudice, nessuna giustizia.

Il regno animale è già abbastanza pesante, per non parlare dei inferni e dei preta. Non possiamo essere sicuri che non rinasceremo con uno status inferiore. Con la forte forza delle azioni virtuose, vi è una certa garanzia, altrimenti no. Quindi, se non si fanno purificazioni e buone azioni per contrastare le azioni negative e dei loro semi, che ci offrono qualche possibilità di salvare noi stessi, non vi è, in caso contrario, nessuna certezza. Quindi, dovremmo stare attenti di non entrare in uno di questi ambiti, chiedendoci se siamo in grado di sopportare tanta sofferenza e, in caso contrario, cercare di evitarlo. Se un metodo per fare questo esiste, dobbiamo praticarlo da ora in poi, cogliendo questa opportunità immediatamente.

Quindi dovremmo rifugiarci, abbandonare le dieci azioni negative, in pratica fare buone azioni, e recitare mantra, per quanto possibile, fare tutto il bene che possiamo. Fare prostrazioni, mantra, circumambulazioni: devono essere utilizzati tutti i mezzi possibili. Tanto meglio così per il karma ed i suoi frutti. Come dice il testo, il Buddha ha insegnato che tutta la sofferenza proviene da azioni nocive, ed il Buddha insegna l’unica verità. Con la fiducia in questa e rendercene conto, noi dovremmo, anche a costo della nostra vita, abbandonare le azioni nocive. Fino a questo punto è stato spiegato il percorso per l’essere dallo scopo inferiore. Quello che segue riguarda l’essere dallo scopo intermedio.