26 S.S. Dalai Lama: Le sofferenze specifiche dei differenti reami

Sua Santità il Dalai Lama: Anche per gli esseri umani non c’è spazio per la felicità quando essi sono in balia di una forte gelosia.

Sua Santità il Dalai Lama: Anche per gli esseri umani non c’è spazio per la felicità quando essi sono in balia di una forte gelosia.

Sua Santità il Dalai Lama: Le sofferenze specifiche dei differenti reami.

26 Insegnamenti di Sua Santità il Dalai Lama del Lamrim del Panchen Lobsang Choekyi Gyaltsen a Dharamsala, in India, marzo 1988.

Sua Santità il Dalai Lama

La pratica successiva è la contemplazione delle specifiche sofferenze dei differenti reami di esistenza. Lasciamo da parte le sofferenze dei reami inferiori e concentriamoci piuttosto sulla rinascita umana, in cui si sperimentano otto tipi di sofferenza. È molto importante riflettere con grande attenzione su questi tipi di sofferenza perché li possiamo riconoscere con l’ausilio dell’esperienza, e quindi sarà più semplice decidere di praticare sulla base di un convincimento basato su di una sofferenza che abbiamo potuto vedere e riconoscere direttamente. Queste sofferenze vengono spiegate in dettaglio nel Lamrim Chenmo.

Nel reame dei semidei si viene tormentati dalla gelosia, dall’invidia. Anche per gli esseri umani non c’è spazio per la felicità quando essi sono in balia di una forte gelosia. I deva sperimentano la sofferenza di dover combattere contro i semidei e soffrono nel dover abbandonare la vita piacevole che conducono nei reami dei deva. Sebbene non sembrerebbero esserci forme manifeste di sofferenza nei reami della forma e dell’assenza di forma, dal momento che gli esseri che li abitano continuano a vivere sotto l’influenza di illusioni e azioni contaminate, il loro piacevole stato di esistenza non è permanente.

In breve, i vostri aggregati contaminati, vale a dire il corpo e la mente, rappresentano la base per le sofferenze di questa vita e per le esperienze «della sofferenza delle sofferenze», non solo in questa vita ma anche in quelle future. Dunque dovreste chiedere al vostro maestro spirituale di diventare liberi dagli aggregati contaminati.

Così meditate sulle sofferenze specifiche e generali dell’esistenza ciclica, in modo particolare su quelle degli esseri umani che potete conoscere di persona. Inoltre dovreste anche riflettere sulla natura distruttiva delle illusioni e quindi, in modo graduale, riuscirete a vedere come tutti gli attaccamenti mondani siano squallidi e contaminati dalle azioni negative e dalle illusioni. Sarete in grado di vedere gli attaccamenti mondani come futili e senza senso. Lasciatemi fare, a questo proposito, un’analogia. Quando i tibetani visitano il Tibet occupato dai cinesi, anche quando vedono nuove costruzioni come hotel, scuole, case e via dicendo, pensano subito che non ci sia niente di cui essere contenti per quegli sviluppi, dal momento che il loro Paese è sottoposto a una spietata repressione da parte dell’occupante. Voi dovreste comportarvi nello stesso modo nei confronti dei beni materiali, pensando a quanto essi siano sotto l’influenza delle illusioni.

Il risultato di un tale modo di pensare sarà che arriverete a un punto in cui il desiderio della liberazione sorgerà in voi spontaneamente senza bisogno di alcuno sforzo. In questo modo avrete addestrato la mente negli stadi del sentiero comune ai praticanti di media capacità. Il motivo per cui si addestra la mente negli stadi del sentiero comune ai praticanti di abilità inferiori è quello di essere in grado di riuscire a concentrarsi non esclusivamente sulle vicende di questa vita, ma di tener in conto anche quelle delle vite future.

Invece il motivo per cui si addestra la mente nel sentiero comune ai praticanti di media abilità è quello di generare un’attitudine che spontaneamente e naturalmente cercherà di raggiungere la liberazione grazie alla capacità di aver compreso le sofferenze che pervadono l’intero ciclo di esistenze.