12 Sua Santità il Dalai Lama: La pratica dei sette rami

Sua Santità il Dalai Lama: Non dovreste sentirvi imbarazzati a pregare a mani giunte.

Sua Santità il Dalai Lama: Non dovreste sentirvi imbarazzati a pregare a mani giunte.

Sua Santità il Dalai Lama: La pratica dei sette rami

12 Insegnamenti di Sua Santità il Dalai Lama del Lamrim del Panchen Lobsang Choekyi Gyaltsen a Dharamsala, in India, marzo 1988.

Sua Santità il Dalai Lama

Le sette parti di cui è composta questa pratica sono comprese da due altre pratiche: la purificazione delle negatività e l’aumento dei meriti. Quando ci si impegna in questa pratica, è molto importante comprendere che ognuno dei sette rami, ha il suo scopo e significato e solo con una simile conoscenza potrete impegnarvi seriamente nella pratica.

I sette rami sono:

1. prosternazione,

2. offerta,

3. confessione,

4. giubilo,

5. richiesta di far girare la ruota del Dharma,

6. supplica di non entrare nel nirvana,

7. dedica dei meriti.

Quando recitate i versi della pratica dei sette rami, è importante congiungere i palmi delle vostre mani per dimostrare l’espressione fisica della prosternazione. Non dovreste sentirvi imbarazzati a pregare a mani giunte. Vergogna e imbarazzo dovrebbero essere riservati solo alle azioni negative che la vostra coscienza dovrebbe rigettare. Purtroppo, invece, spesso la gente si sente fiera e appagata mentre indulge in quelle azioni, e questo è molto triste.

Preghiera dei sette rami

1. Prosternazione

Di fronte al mio lama che incarna tutti i Buddha

Che è della natura di Vajradhara, e

Che è la radice dei Tre Gioielli,

Io m’inchino.

Di fronte al compassionevole Buddha Vajradhara,

Ai perfetti maestri Tilopa e Naropa,

Ai gloriosi Dombipa e Atisha:

Al lignaggio tantrico io m’inchino.

Di fronte a Maitreya, Asanga, Vasubhandu, Vimuktisena,

Paramasena, Vinitasena, Shrikirti, Singhabadra,

Kusali il Secondo e Dharmakirti delle Isole d’Oro:

Al lignaggio corpo-mente della vasta azione io m’inchino.

Di fronte a Manjushri, distruttore dell’attaccamento,

A quello che «è» o «non è»,

E a Nagarjuna, Chandrakirti, Vidyakolika il Grande, Buddhapalita e agli altri venerati maestri:

Al lignaggio dei profondi insegnamenti sulla vacuità, io m’inchino.

E m’inchino di fronte al glorioso Atisha

Che alla presenza del Buddha era Bhadrapala,

E in Tibet venne chiamato Dipamkara Atisha

E ora, nel paradiso di Tushita, è Nam-kha tri-ma-me,

Come un magico gioiello si adopera

Per il benessere del mondo.

E ai piedi del perfetto maestro e amico spirituale,

Il bodhisattva che porta avanti il lavoro del Buddha,

Preziosa fonte che esaudisce i due bisogni:

Ai piedi dell’amico spirituale Drom, io m’inchino.

Di fronte a lama Tsongkhapa,

Il gioiello della corona dei saggi del Tibet,

Incarnazione dei tre bodhisattva,

Avalokiteshvara, il tesoro della compassione senza limiti,

Manjushri, signore della saggezza infinita,

Vajrapani, distruttore degli eserciti di Mara:

Di fronte a Tsongkhapa, Lob-sang Drak-pa, io m’inchino.

Di fronte al lignaggio dei guru del passato e del presente

Che ci addestrano nella tradizione mistica,

Insegnano i sutra, i tantra, i commentari e il lignaggio orale

E ci donano iniziazioni e benedizioni, io m’inchino.

Omaggio al Guru incarnazione dei Tre Gioielli:

Al prezioso Buddha, impareggiabile maestro,

Al prezioso Dharma, impareggiabile salvezza,

E al prezioso Sangha, impareggiabile guida.

Al Buddha Shakyamuni, Signore dei Shakya,

Che grazie alla sua compassione era nato principe,

L’Invincibile che distrusse le forze del male:

Di fronte a colui il cui corpo è come una montagna d’oro, io m’inchino.

O leoni tra gli uomini,

Buddha del passato, del presente e del futuro,

Di fronte a voi che siete presenti nelle dieci direzioni,

Io m’inchino con il corpo, la parola e la mente.

Sulle potenti onde di questo re

Che ci indica la via sublime.

Con corpi numerosi come gli atomi del mondo,

Io m’inchino di fronte ai Buddha dello spazio che tutto pervade.

In ogni atomo si trova un Buddha

Seduto in mezzo a un’innumerevole schiera di bodhisattva.

In questa sfera infinita di esseri mistici,

Io guardo con gli occhi della fede.

Con oceani di ogni possibile suono,

Con l’elogio dei perfetti Buddha,

Io parlo delle loro eccellenti qualità:

E saluto coloro che sono passati nella beatitudine.

2. Offerta

Offro a loro ghirlande di fiori meravigliosi;

E suoni celestiali, scintillanti parasoli,

Lampade di burro e sacri incensi,

Offro a tutti i Risvegliati.

Cibo squisito, incommensurabili profumi,

E una montagna di polveri alta come il Monte Meru

Dispongo con attitudine mistica

E offro a coloro che hanno conquistato se stessi.

Dedico tutte queste impareggiabili offerte

Con ammirazione a coloro che sono andati nella beatitudine.

In sintonia con l’eccellente e sublime via,

Mi prosterno e compio offerte ai Buddha.

3. Confessione

Per la pratica della confessione, che è il terzo dei sette rami, è molto importante provare un autentico pentimento. Un’appropriata pratica della confessione richiede quattro poteri:

1. quello del pentimento,

2. quello delle fondamenta,

3. quello della capacità di applicare gli antidoti

4. e infine il potere di soluzione.

Se avete il fondamentale potere del pentimento, tutti gli altri seguiranno naturalmente. Al contrario, se il potere del pentimento, indotto da una corretta comprensione di quanto siano distruttive le azioni negative, non c’è, allora anche gli altri non potranno manifestarsi nel modo appropriato.

La pratica della purificazione non sarà efficace se non sgorgherà dal cuore. Una volta il grande yogi Milarepa disse: «Quando cominciai a pensare se la pratica della confessione avrebbe potuto purificare le negatività, scoprii che è il pentimento a purificarle».

Per poter generare un autentico pentimento, è importante vedere la natura distruttrice delle azioni negative e comprendere la legge di causalità. Le cause e gli effetti sono in stretta correlazione, in particolare le esperienze della sofferenza e della felicità. Queste, anche se a volte possono avere delle cause esteriori, sono dovute principalmente al nostro stato mentale. Una mente disciplinata ci consente di sperimentare la felicità, mentre uno stato mentale selvaggio e indisciplinato è fonte di sofferenza. Dobbiamo comprendere che se non siamo in grado di fare alcun progresso per quanto riguarda la nostra presente condizione mentale, che è sempre preda di pensieri negativi, non abbiamo molte speranze.

Quindi se riusciremo a pensare in questi termini, saremo in grado di vedere la natura distruttrice delle azioni negative. E capiremo anche che il numero di queste azioni è infinito e inesauribile. Senza questa capacità di comprendere non saremo mai in grado di sviluppare dal profondo del nostro cuore il necessario senso di pentimento.

Se non ci impegniamo in una corretta pratica del Dharma, potremmo sprecare tutto il bagaglio di meriti che abbiamo accumulato, in azioni e piaceri materiali.

È quindi indispensabile avere la capacità di pentimento nella nostra pratica di purificazione e confessione.

La recitazione della confessione

Qualsiasi peccato abbia commesso,

Sotto l’influenza del desiderio,

Dell’odio e dell’ignoranza,

Attraverso il mio corpo, la mia parola

E la mia mente,

Io confesso e purifico queste azioni a una a una.

Questa pratica dovrebbe essere seguita dalla coltivazione dell’apprezzamento e dell’esultanza per l’accumulazione dei meriti per se stessi e per gli altri.

4. Giubilo

Nei meriti verso tutti gli esseri senzienti,

I meditatori solitari, gli uditori e quanti sono al di là dell’apprendimento,

I Buddha delle dieci direzioni e i loro eredi,

Gioisco di tutte le loro virtù.

5. Richiesta di far girare la ruota del Dbarma

O luce di tutti gli universi Delle dieci direzioni,

Quanti hanno realizzato

La condizione di Buddha

Attraverso gli stadi

Del cammino verso l’Illuuminazione,

Mi rivolgo a tutti voi, o protettori,

Per girare l’incommensurabile ruota.

6. Supplica di non entrare nel nirvana

A mani giunte chiedo

A coloro che intendono entrare nel nirvana

Di vivere per eoni in gran numero sulla terra,

Per il beneficio e la felicità di tutte le creature.

7. Dedica dei meriti

Per quanto pochi meriti abbia accumulato,

Attraverso il prosternarsi, il donare, il confessarsi,

Il gioire, il chiedere e il supplicare,

Io li dedico tutti per ottenere la piena Illuminazione.

[Per una descrizione dettagliata, cfr. L’unione di Beatitudine e Vacuità.

http://www.chiaraluce.it/index_file/ChiaraLuceEdizioniLibriLunionediBeatitudineeVacuita.htm],