Sua Santità il Dalai Lama: Creare l’ambiente adatto alla pratica spirituale.
4 Insegnamenti di Sua Santità il Dalai Lama del Lamrim del Panchen Lobsang Choekyi Gyaltsen a Dharamsala, in India, marzo 1988.
Sua Santità il Dalai Lama
Innanzitutto dovreste creare un ambiente idoneo e trovare una posizione confortevole, in modo che quando farete delle lunghe sessioni di meditazione non vi sentirete troppo stanchi. La posizione del vostro corpo dovrebbe essere quella chiamata Vairociana, vale a dire con le gambe incrociate (se ci riuscite), la schiena diritta, il capo leggermente inclinato e gli occhi che guardano avanti, la punta della lingua che tocca il palato. Dovrete decidere voi la posizione più confortevole per i vostri occhi. Qualcuno ritiene che meditare con gli occhi aperti sia preferibile, altri invece la considerano una distrazione. Allora sarà meglio che questi ultimi tengano gli occhi leggermente socchiusi. Per quanto mi riguarda ritengo che, parlando in generale, le visualizzazioni effettuate con gli occhi aperti siano più potenti. A volte potrebbe essere di aiuto sedere davanti a un muro, così da non essere distratti. Comunque la cosa importante è che possiate trarre il maggior beneficio possibile dalle vostre meditazioni e visualizzazioni.
Potreste trovare scomoda la posizione tradizionale. In questo caso, all’inizio della sessione, come un simbolico segno di buon augurio, cercate di rimanere seduti a gambe incrociate almeno per un po’ e poi passate a una posizione più comoda.
Ponete le mani in grembo all’altezza dell’ombelico, il palmo destro sopra quello sinistro e i due pollici che si toccano come a formare una sorta di triangolo. I gomiti devono rimanere distanziati dal corpo in modo che non ostruiscano il passaggio dell’aria. Spingere leggermente la punta della lingua contro il palato può prevenire l’insorgere della sete, dal momento che l’ingresso e l’uscita dell’aria vengono attenuati e non seccano la gola.
L’importante è avere un oggetto di meditazione appropriato. Per ottenere una migliore visualizzazione, sarà bene tenere di fronte un’immagine della divinità sulla quale state meditando, per esempio il Buddha Shakyamuni, e guardarla con una certa intensità. Se non avete alcuna immagine va bene lo stesso, ma nel caso l’abbiate (si tratti di statue, testi o altro), deve essere collocata nel modo corretto.
Ricordo spesso che in Tibet, fino a quando i cinesi non distrussero la maggior parte del nostro patrimonio religioso, modellare delle statue era considerato un lavoro estremamente importante proprio perché servivano a spiegare alle nuove generazioni chi fossero il Buddha, Avalokiteshvara, il patrono del Tibet, Manjushri, il principio della saggezza, e così via. Ma in questo contesto le rappresentazioni, per un praticante avanzato, non sono indispensabili. Molti maestri del passato, come il grande meditatore Milarepa, raggiunsero le più elevate realizzazioni senza dipendere da alcun fattore esterno. È fondamentale essere in grado di comprendere quali sono le cose davvero essenziali.
Inoltre continuo a ricordare che, sebbene in Tibet ci siano stati molti grandi maestri realizzati, ci sono anche stati numerosi problemi. Perfino all’interno delle pratiche religiose si sono potute infiltrare preoccupazioni mondane e per questo è cruciale che i praticanti comprendano che Dharma significa portare disciplina all’interno della propria mente. Vale a dire, addestrare la mente.
Quindi non dovreste vedere la vostra pratica come qualcosa di estetico e ancor meno considerare statue e immagini sacre come beni materiali o oggetti per abbellire le vostre case. Una thangka, (i tradizionali dipinti sacri su stoffa caratteristici della tradizione tibetana), non dovrebbe essere considerata come un oggetto con cui decorare lo spazio vuoto di una parete di casa. Non si dovrebbe affatto dare spazio a questo genere di tendenze. Quando disponete nella stanza di meditazione le statue e le thangka, lo dovete fare con un grande senso di rispetto, motivati dalla vostra fede e convinzione. L’atteggiamento contrario, considerare queste rappresentazioni sacre come meri oggetti materiali, è pericoloso e negativo. Alcune persone lo fanno e io lo considero del tutto sbagliato.
È anche pericoloso tenere statue di dharmapala, (protettori), nella loro forma irata senza avere accanto anche delle immagini del Buddha Shakyamuni. Non è giusto nemmeno ritenere che la presenza sull’altare di casa di determinate immagini sacre possa contribuire alla crescita del benessere materiale della famiglia. A volte mi sembra che la pratica religiosa, anziché per la crescita spirituale, venga portata avanti per propiziare la crescita economica, ma questo è contrario al Dharma. Sono certo che se un grande maestro, come il grande saggio Dromtonpa della tradizione Kadampa, potesse venire di persona e trovasse degli altari molto elaborati ma fatti con tali motivazioni, ne sarebbe assai dispiaciuto.
Infatti queste motivazioni non costituiscono il giusto modo di essere buddisti; per esserlo autenticamente bisogna cambiare in senso positivo la propria mente. La vera pratica del Dharma è quella che aiuta la mente a essere più calma e capace di affrontare positivamente anche le situazioni più difficili.
Penso sia meglio spiegare gli svantaggi di organizzare un altare con una motivazione sbagliata piuttosto che parlarvi dei vantaggi del contrario. Se impieghiamo tutte le nostre energie e il nostro tempo nel predisporre altari sontuosi, dimenticandoci dello sviluppo mentale, vuol dire che non stiamo facendo niente di positivo.
L’ambiente in cui meditate deve essere tenuto lindo e ordinato. Mentre lo pulite dovreste pensare che, dal momento che vi preparate a invitare in questo ambiente schiere di buddha e bodhisattva, dovrete accoglierli nel modo appropriato. Dovreste vedere la polvere e lo sporco come una manifestazione di quanto di negativo c’è all’interno della vostra mente, e comprendere che il compito principale è liberare la mente da tutte le impurità che vi si sono accumulate. Inoltre, mentre state pulendo la stanza, pensate di stare nel medesimo tempo purificando la mente. E dovreste infine comprendere che rassettando la vostra stanza di meditazione, contemporaneamente state invitando le schiere dei buddha e dei bodhisattva che costituiscono il supremo campo dei meriti. E state anche per entrare nel sentiero che vi consentirà di purificare la mente da ogni genere di illusione.
Quindi se avete una rappresentazione della parola del Buddha, per esempio il testo di Lamrim, La Perfezione della Saggezza in Ottomila Versi, o qualsiasi altro testo sacro, dovreste collocarlo nel modo giusto: si possono porre sull’altare anche alcune offerte, ma non è indispensabile. Però, se fate delle offerte, è importante procurarsi tutto l’occorrente in modo onesto. In caso contrario, non ci sarebbe niente di positivo nel mettere sull’altare offerte del genere perché le negatività accumulate nel procurarsele saranno maggiori dei meriti ottenuti nell’offrirle. Invece le offerte fatte nel modo corretto saranno fonte di notevoli meriti.