Sua Santità il Dalai Lama: Origine delle istruzioni del Lamrin
2 Insegnamenti di Sua Santità il Dalai Lama del Lamrim del Panchen Lobsang Choekyi Gyaltsen a Dharamsala, in India, marzo 1988.
Sua Santità il Dalai Lama
L’insegnamento sul Lamrim fa parte degli otto grandi commentari sul Lamrim. Il presente commentario spiega le pratiche essenziali del Lamrim, così come i loro preliminari, in accordo con la pratica del tantra; parti specifiche della meditazione sono associate alle visualizzazioni tantriche, come quelle del fluire del nettare all’interno del corpoe altre dello stesso tipo. Tra gli otto commentari, sia il testo che prendiamo in esame, Il Sentiero verso la Beatitudine (Delam), composto dal Panchen Lama Choekyi Gyaltsen, sia il commentario al testo scritto da Panchen Palden Yeshi e chiamato Il Sentiero Veloce (Nyarlarn) sono in relazione con la pratica del tantra, mentre gli altri sei si collegano alle pratiche Lamrim unicamente dal punto di vista del Veicolo della Perfezione.
1 – Il titolo completo del testo è Una Guida Pratica agli Stadi del Sentiero che Conduce all’Illuminazione: un Sentiero di Beatitudine che conduce alla Conoscenza Suprema (Jhangchup Lamgyi Rimpai Marti Thamche Khyenpar Droepai Delam SheJhama) di Panchen Lobsang Choekyi Gyaltsen.
2 – Il titolo completo di questo testo Lamrim è Una Guida Pratica agli Stadi del Sentiero verso l’Illuminazione: un Veloce Sentiero alla Conoscenza Suprema (Jhangchup Lamgyi Rimpai Marti Thamche Khyenpar Droepai Nyurlam SheJhawa) di Panchen Palden Yeshi.
La pratica del Lamrim comprende due principali lignaggi, entrambi riconducibili al Buddha Shakyamuni: il lignaggio della Visione Profonda trasmesso tramite Manjushri, e quello della Pratica Vasta, rivelato da Maitreya. Questi due lignaggi rappresentano in effetti la spiegazione delle riflessioni sul dualismo che costituiscono il principale argomento dei Sutra della Saggezza insegnati dallo stesso Buddha: la dottrina della vacuità (l’argomento esplicito) e gli stadi della chiara realizzazione (il significato nascosto). Manjushri espose il primo e Maitreya il secondo.
Atisha https://www.sangye.it/altro/?cat=14 integrò i due lignaggi e da questa integrazione in seguito emersero i tre lignaggi della tradizione Kadam. In Tibet, Atisha compose il testo Jhangchup Lamgyi Dromne (La Lampada del Sentiero verso l’Illuminazione https://www.sangye.it/altro/?p=81 ), che servì come base per molti dei successivi trattati sul Lamrim che videro la luce in Tibet nel corso dei secoli.
Lama Tsongkhapa https://www.sangye.it/altro/?cat=10 , avendo ricevuto i tre lignaggi Kadam, compose sia il Lamrim Chenmo (La Grande Esposizione degli Stadi del Sentiero), sia una versione ridotta che incentrava l’attenzione sulle Due Verità. A lui si attribuisce anche una breve lirica in versi chiamata Lamrim Nyamgur (Canti dell’Esperienza Spirituale https://www.sangye.it/altro/?p=1654 ).
Il terzo Dalai Lama, Sonam Gyatso, compose il libro Lamrim Sershunma (L’Essenza dell’Oro Purificato), un commentario del Lamrim breve di Lama Tsongkhapa. A sua volta, il quinto Dalai Lama scrisse un testo Lamrim, Jampel Shalung, (Le Parole Sacre di Manjushri), che era un commentario su quello del terzo Dalai Lama. Il Panchen Lama Choekyi Gyaltsen compose il testo Lamrim, Il Sentiero verso la Beatitudine. Panchen Palden Yeshi scrisse il Sentiero Veloce e, in seguito, Dagpo Ngawang Jamphel compose un Lamrim in versi. Questi, dunque, sono conosciuti come gli Otto Grandi Commentari sugli Stadi Del Sentiero.
Il Sentiero verso la Beatitudine comprende tutti i punti essenziali della via dei sutra e dei tantra e ha il vantaggio di spiegare tutte le visualizzazioni in modo che possano inserirsi all’interno di un sistematico processo di meditazione. Conosco diverse persone che hanno memorizzato per intero questo testo e che lo usano come base per la pratica in modo da modellare su di esso l’intera struttura del sentiero.
Ho ricevuto la trasmissione di questo Lamrim dal precedente Kyahje Trijang Rinpoche. Dal momento che il commentario che mi è stato trasmesso è di tipo esperienziale, la tradizione richiede che io lo dia quattro volte, vale a dire tre ripetizioni oggi e un’altra domani.
(Lo scopo di queste ripetizioni durante l’insegnamento orale è quello di assicurarsi che gli uditori comprendano tutti i punti essenziali della particolare sezione meditativa affrontata durante la sessione dell’insegnamento, in modo che le visualizzazioni possano essere eseguite senza troppe difficoltà. Affinché i discepoli possano ricevere un commentario o guida su un determinato testo, è indispensabile che si impegnino nelle meditazioni spiegate nell’insegnamento almeno due volte prima del giorno successivo, una durante la stessa sera e l’altra la mattina dopo.)
Riguardo al modo in cui si deve studiare un simile testo, è importante che il maestro abbia una motivazione disinteressata e l’intento altruistico di fare del bene ai discepoli. Questi, a loro volta, per poter accogliere davvero gli insegnamenti, dovranno avere la volontà di aiutare tutti gli esseri senzienti e dedicare tutti i meriti dell’insegnamento al beneficio del prossimo.
Da parte vostra, quindi, in quanto discepoli, dovrete mettere in pratica appropriate visualizzazioni che dovranno essere fatte insieme alle pratiche preliminari. In questo contesto i preliminari sono spiegati nei termini delle sei pratiche preparatorie, Jorvai Choedrug, spesso abbreviato in Jorchoe. Esse sono:
1. pulire l’ambiente in cui si praticherà e collocare correttamente le immagini, i testi e gli stupa (che rappresentano simbolicamente il corpo, la parola e la mente del Buddha);
2. disporre in modo elegante le offerte (che non dovrebbero essere contaminate dal fatto di essersele procurate con mezzi illeciti);
3. sedere su un cuscino da meditazione confortevole nella posizione di Vairocana e, con il giusto stato mentale, iniziare a prendere rifugio e a generare la motivazione altruistica;
4. visualizzare il campo dei meriti;
5. fare l’offerta del mandàla e le pratiche per la purificazione delle negatività e l’accumulazione dei meriti;
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chiedere ai guru di infondere nella mente degli allievi le loro nobili aspirazioni.
(Si potrebbero fare i preliminari anche sulla base della pratica del guru yoga chiamato Lama Ciopa o di una versione più breve chiamata Gaden Lhaghyema (Le Cento Divinità della Terra Gioiosa). Un preciso commentario di Sua Santità il Dalai Lama su questo importante testo di guru yoga è disponibile in traduzione inglese con il titolo di The Union of Bliss and Emptiness, Snow Lion Publications, Ithaca 1988; tr. it. L’unione di beatitudine e vacuità, Chiara Luce, Pomaia 1996).
Non è tanto iI rituale a essere importante quanto l’esecuzione delle visualizzazioni. Il punto è far bene le visualizzazioni che sono state spiegate dal maestro durante il giorno. Le visualizzazioni dovrebbero essere fatte in modo che non abbiate l’impressione di star guardando qualcosa fuori di voi, ma dovreste invece integrarle all’interno della vostra mente, cercando di relazionarle al vostro stato mentale così che provocheranno dei cambiamenti e potranno disciplinare la mente. Portare avanti una pratica del genere sulla base di questo testo e del suo commentario orale significa ricevere un commentario basato sull’esperienza. Quindi quello che il maestro spiega nel corso della sessione dovrebbe essere visualizzato ogni giorno e si dovrebbe ripassare il resto delle pratiche del Lamrim. Si potrebbe farlo abbastanza facilmente sulla base di alcuni schemi, il che è in effetti più semplice e conveniente. Se ciò è possibile, bene, in caso contrario non c’è nulla da fare.