La terra è sovrapopolata.
Sua Santità il Dalai Lama: “Nessuna specie, la specie umana non più di un’altra, può porsi fuori dal mondo, fuori dalla ruota dell’universo. Noi siamo uno dei denti di questa ruota.”
Jean-Claude Carriere: “Una ruota che cigola sempre più forte. Ricordo i lamenti di Bhumi, la Terra, nel Mahabharata: “Ogni giorno sono calpestata da passi di uomini arroganti… Sono ferita, soffro e mi domando: domani, che cosa mi faranno ancora?”.
Sua Santità il Dalai Lama approva scrollando la testa. Conosce Bhumi e i suoi timori.
Jean-Claude Carriere: “Lei ha detto che stiamo attraversando una crisi, e ha anche detto che il tempo stringe. È sensibile all’esplosione demografica cui sta assistendo il XX secolo?”
Sua Santità il Dalai Lama: “Molto sensibile. È un problema di estrema importanza.”
Jean-Claude Carriere: “Forse il problema numero uno.”
Sua Santità il Dalai Lama: “Sì. Lo credo. Dal 1987 la popolazione della terra ha superato i cinque miliardi. Sette o ottocento milioni vi si sono aggiunti dopo questa data. In meno di trent’anni, questa cifra complessiva può essere raddoppiata.”
Jean-Claude Carriere: Una previsione molto precisa dell’UNESCO, pubblicata nel 1992, mostra progressioni spettacolari. La Cina e l’India raggiungeranno il miliardo e mezzo di abitanti. La Nigeria diventerà il terzo paese più popolato del mondo. In questo momento, la popolazione della terra aumenta di più di novanta milioni di individui all’anno. Un Messico ogni dodici mesi.
Che fare?”.
Sua Santità il Dalai Lama: “Per prima cosa bisogna informare chiaramente, senza ipocrisia, senza preconcetti. Bisogna dire: sei miliardi di abitanti, è troppo. Dal punto di vista morale è un grave errore, a causa del forte squilibrio fra paesi ricchi e paesi poveri. E da quello pratico è un dramma.”
Sua Santità il Dalai Lama: Jean-Claude Carriere: “I sette miliardi sono vicini, e andranno aumentando. Per frenare in modo sensibile una crescita demografica, sono necessari almeno sessanta anni di sforzi continui. È un punto veramente critico, tanto più che gli esperti annunciano che le risorse della terra non saranno sufficienti.”
Jean-Claude Carriere: “Questo punto è discusso” gli dico “perché tutto dipende da quello che si intende per “risorse”. Gli esperti (ma “esperti” in cosa?) possono in effetti calcolare che la terra è capace di nutrire dieci o dodici miliardi di abitanti. Alcuni parlano anche di cinquanta miliardi. L’agricoltura biogenetica ci promette mari e monti, insalate giganti, carote inesauribili.”
Sua Santità il Dalai Lama: “Sì, se ne parla ovunque. Possiamo arrivare a dare da mangiare, se riusciamo a ridurre l’onnipotenza del commercio, cosa tutt’altro che semplice. Dare da bere, è meno sicuro. Ma è comunque sufficiente, per definire la vita, dire che consiste nel mangiare e bere?”
Jean-Claude Carriere: “No, di certo.”
Sua Santità il Dalai Lama: “Dove trovare lavoro? Occupazioni? Svaghi? Tempo – e spazio – per l’isolamento, la meditazione?”
Jean-Claude Carriere: “Gli esperti non se ne curano affatto. Non se ne curano di più quando parlano di cinquanta miliardi di uomini, dei mezzi per arrestarsi a cinquanta miliardi. A una tale cifra di popolazione, il tasso di crescita diviene incredibile. Non è più un Messico all’anno, è un continente intero.”
Sua Santità il Dalai Lama: “E che dire, lo ripeto, dei crescenti scarti fra paesi ricchi e poveri?”
Jean-Claude Carriere: “All’inizio del XVIII secolo, la data più lontana cui possiamo retrocedere, questo scarto già esisteva. Era, si calcola, di 1 a 5. Alcuni paesi europei, come l’Olanda, erano cinque volte più ricchi dei regni africani o asiatici. Negli anni Sessanta del nostro secolo, questo scarto era di 1 a 80. Oggi sarebbe di 1 a 300, o 400, sempre in favore dell’Occidente, al quale si è aggiunto il Giappone.”
Sua Santità il Dalai Lama: “E non cessa di allargarsi. Ai ricchi più ricchezza, ai poveri più povertà.”
Jean-Claude Carriere: “In proporzioni intollerabili.”
Sua Santità il Dalai Lama: “I due problemi sono strettamente connessi. La crescita della popolazione è fortemente collegata alla povertà, e la povertà a sua volta saccheggia la terra. Quando gruppi umani soffrono la fame, mangiano qualsiasi cosa, erba, insetti. Abbattono gli alberi, lasciano la terra secca e nuda. Ogni altra preoccupazione sparisce. È per questo, senza dubbio, che nei prossimi trent’anni i cosiddetti problemi dell’ambiente saranno i più gravi che l’umanità dovrà affrontare. Assolutamente”.
Sua Santità il Dalai Lama: “Le faccio un semplice esempio. Fino a poco tempo fa, andando all’aeroporto o altrove, non vedevo polli per le strade, nelle vetrine dei negozi, dei ristoranti. Ora ne vedo ovunque. Benché sia inattuabile, in Tibet, un’alimentazione completamente vegetariana, mi ripugna uccidere gli animali. Per quanto possibile, mi nutro di verdura e frutta. Perché queste file di polli massacrati? Perché, se non a causa di una popolazione umana in eccesso? Più gli uomini sono numerosi, più uccidono.”
Jean-Claude Carriere: “Creano vite per distruggerle.”
Da: Il Dalai Lama, La Compassione e la Purezza. Conversazioni Con Jean-Claude Carriere. Traduzione di Laura Deleidi. Fratelli Fabbri Editori Anno: 1995 http://it.scribd.com/doc/157928207/Dalai-Lama-Purezza