13-Insegnamenti di Sua Santità il Dalai Lama a Dharamsala sulle Quattro Nobili Verità 20-22.10.09

Sua Santità il Dalai Lama: Proseguire la pratica fino alla morte, meditare sule due bohicitta quella convenzionale e quella ultima, in questo processo ci si eleverà ad un livello grossolano della mente in modo di avere una rinascita favorevole la prossima vita.

Sua Santità il Dalai Lama: Proseguire la pratica fino alla morte, meditare sule due bohicitta quella convenzionale e quella ultima, in questo processo ci si eleverà ad un livello grossolano della mente in modo di avere una rinascita favorevole la prossima vita.

22 ottobre 2009, terzo giorno d’insegnamenti di Sua Santità il Dalai Lama a Dharamsala, India, sulle Quattro Nobili Verità,https://www.sangye.it/altro/?p=3785 ai Singaporesi.

Appunti dell’Ing. Alessandro Tenzin Villa, prima revisione ed editing del Dott. Luciano Villa e di Graziella Romania nell’ambito del Progetto “Free Dalai Lama’s Teachings” a beneficio di tutti gli esseri senzienti. Ci scusiamo per i possibili errori ed omissioni.

Sua Santità il Dalai Lama

SE ABBIAMO POSTO IN ESSERE DELLE AZIONI POSITIVE, RICEVEREMO DEI RISULTATI POSITIVI.

Come agisce la relazione di causa ed effetto? Agisce per quanto riguarda l’istruzione e o sviluppo materiale, a un scarsa istruzione corrisponde uno scarso sviluppo materiale. Ciò ha un risultato in questa vite e nelle successive. Se noi sviluppiamo dei benefici in questa vita, lo possiamo avere anche nelle successive. La causalità karmica è legata all’intenzione mentale delle cose.

REALIZZARE LA MANCANZA DEL SÉ

Quindi ora parlo del concetto della mancanza del sé. Il Buddhismo rifiuta l’idea di un sé unitario ed indipendente. Buddha indicò il sé come mera designazione del corpo e degli aggregati sia rispetto al corpo sia rispetto alla mente. Quindi designiamo uomini e donne proprio sulla base del corpo e della mente. E’ una semplice designazione la risposta. E’ sulla base della mente che si riconosce il sé. Dal momento che riconosciamo che anche il cambiamento dipende da cause e condizioni quindi dipende dalla mente. La causa della cessazione che dipende da una mente precedente che sua volta va individuata. La natura dell’esperienza. Ci si riferisce al continuum mentale, dobbiamo tornare indietro. Il primo momento è quello del concepimento, la mente senza forma, senza colore, senza sapore. Vi è la successiva gestazione nel ventre della madre. Le cause e relazioni, ci sono quelle naturali e quelle karmiche. Le ultime implicano il sentimento del risultato, del dolore, della consapevolezza della mente. Sentimento in termini di risultati, causa nella forma della mente, nella forma di karma verbale e mentale. Cos’è l’attenzione mentale? E’ uno stato mentale, un fattore che produce un’intenzione che produce un’azione karmica positiva e negativa. La legge dell’operatività karmica, l’impossibilità di vite future, risultati che vengono posti.

CAUSALITÀ KARMICA

Da questa esperienza di sofferenza si vede che la radice di sofferenza è l’ignoranza, da cui scaturisce l’esperienza della sofferenza del dolore. Perciò riflettiamo sull’infallibilità della legge del karma. Non c’è altrimenti libertà dalla sofferenza, se non in senso di rinuncia. Nella nostra vita iniziamo con la sofferenza del dolore, della malattia e della morte. E pure la sofferenza del desiderio. Invece il karma negativo ci porta a rinascite sfavorevoli. Il senso della rinuncia è importantissimo per raggiungere le prossime vite. Grande compassione per vedere la natura di sofferenza che tormenta gli esseri senzienti. La sofferenza omnipervasiva. Riflettere per generare un senso di incredibile vicinanza per gli esseri senzienti. Coltivare la mete che vede gli esseri senzienti in modo molto caro. Vedere gli esseri senzienti con grande compassione, in quanto immersi nella sofferenza. In particolare in relazione alla prima e seconda sofferenza, evitando l’attaccamento, perché ci farebbe cadere nella notte dell’ignoranza.

LA PRATICA DI SCAMBIARE SE STESSI CON GLI ALTRI

Sulla base di questa compassione generiamo Bohicitta. Pensiamo alla gentilezza ricevuta dai nostri genitori e quindi pensiamo in questo senso alla mete dell’illuminazione. Meditare sulle sette cause ed un effetto e meditare sulla bodhicitta della pratica di scambiare se stessi con gli altri. Occorre studiare per portare avanti la pratica della bodhicitta dello scambiare se stesso con gli altri, non basta avere delle buone intenzioni. Un verso sintetizza tutte le pratica di hantideva. Gli infiniti esseri senzienti ed i Buddha sono tutti privi di un sé. Molto importante la pratica di scambiare se stessi con gli altri, i risultati della pratica del sé sono solo sofferenza. L’esperienza di beneficiare gli altri può anche partire dal beneficiare se stessi, ma deve includere comunque gli altri. E’ bene anteporre gli altri a se stessi. Pratica del prendere e dare basata sulla pratica della compassione, tutte le negatività degli esseri senzienti, in cui si danno tutte le virtù a favore degli esseri senzienti. Prendendo tutte le loro sofferenze e offrendo tute e nostre virtù agli altri. Nella forma di sofferenza che noi dissolviamo, mentre, nello stesso momento, doniamo agli altri tutte le felicità. Partiamo dal punto in cui ci troviamo in termini di potenzialità mentale. Continuiamo quindi a leggere il testo, parlo ora dei tre veleni. Immaginiamo di togliere agli altri i tre veleni assumendoli in noi e avendo a capacità di eliminarli grazie alla nostra bodhicitta scambiando appunto le negatività degli altri con la nostra positività. Possano le negatività degli altri essere dissolte dalle mie capacità di bodhicitta. Utilizziamo questa pratica nella nostra condotta quotidiana e facciamo in modo che sia il metodo che conduce ogni momento delle nostre azioni e dei nostri pensieri. Quindi riflettiamo come tutti i fattori esterni sono privi di esistenza intrinseca e indipendente. Nel Mahayana tutto è privo di esistenza intrinseca, e in analisi ultima non è individuabile come un’entità solida. Noi dividiamo la mente in presente, passata e futura. Quindi ciò che è il continuum della mente non è individuabile. La vacuità implica la mancanza di esistenza intrinseca. Tutte le pratiche devono essere fatte sulla base della consapevolezza della mancanza di esistenza indipendente e quindi non basarsi su illusioni.

I TRE ASPETTI DEL SENTIERO

Nella stanza 9 si parla della necessità di realizzare la vacuità, se noi non raggiungiamo la realtà ultima non possiamo realizzare la vera essenza delle cose e quindi nemmeno raggiungere il nirvana. In questo modo siamo entrati nel sentiero del Buddha, vediamo l’infallibilità della funzionalità della causa ed effetto su tutti i fenomeni. Vediamo i fenomeni convenzionali come sono, realizzando una grande pace e distruggendo tute le forme di esistenza intrinseca. Riflettendo sulla natura della vacuità ci rendiamo conto che le cose non sono altro che nomi, pensieri, concettualizzazioni. Quando pensiamo all’origine interdipendente, se pensiamo alla vacuità.

12 – realizzazioni simultanee della vacuità analizzano attraverso il ragionamento sottile sotto forma di non produzione. In questo modo ci rendiamo conto come le cose sono prive di esistenza inerente, non sono individuabili di per sé. Ma le cose esistono o non esistono? Non è che non esistono del tutto, esistono convenzionalmente. Dicendo che non esistono del tutto ci opporremmo all’esperienza. Analizzando che le cose esistono ma non di per sé, in quanto tali, inerentemente. Dipendono sulla base di pura imputazione. In questo modo vediamo la mancanza ai esistenza intrinseca e quindi anche la convenzionalità ha un senso. Comprendendo l’origine dipendente comprendiamo anche che le cose non esistono di per sé e quindi esprimiamo una maggiore comprensione, realizzazione spontanea da una parte sulla vacuità e dall’altra sull’origine dipendente.

Contro i concetti, contro la mente concettuale dobbiamo essere capaci di riconoscere in ogni momento l’origine dipendente ed a quel punto saremo in grado di identificare la mente che si attacca, s’aggrappa al sé, al sé erroneo, inesistente inerentemente.

Il concetto di vacuità rifiuta gli estremi della non esistenza e dell’eternalismo. Meditate e riflettete sulla vacuità, l’infallibilità,quando raggiungerete il nirvana,realizzerete anche un lungo riposo.

Il primo Dalai Lama diceva di conoscere tutto ciò, grazie al fatto di averle sperimentate. Se vi sforzate di comprendere giungerete alla realizzazione della vacuità e quindi fate questa esperienza. L’ultimo verso, il 14, recita: coltivare una forte motivazione per raggiungere il nirvana. Qui usa il termine “bambini” verso i propri allievi. Qui sto parlando di accumulare i meriti e purificare le negatività.

I CINQUE POTERI

Nel prossimo punto è la pratica 5 poteri (Fede – fiducia, Sforzo entusiastico, Consapevolezza, Stabilizzazione meditativa, Saggezza) quella dell’intenzione appropriata, di praticare il Dharma e di rendersi conto se si praticato secondo le tradizione del Buddha. In questo senso si osserverà un miglioramento.

La pratica fino alla morte, meditare sule due bohicitta quella convenzionale e quella ultima, in questo processo ci si eleverà ad un livello grossolano della mente in modo di avere una rinascita favorevole la prossima vita. Quinto verso dobbiamo sforzarci fintanto che spontaneamente la mente allenata sarà in grado di riconoscere la realtà vera delle cose. Trasformare le attitudini, non parlare dei difetti altrui.

Permesso all’iniziazione di Manjusri.