Appunti ed editing del Dott. Luciano Villa, dell’Ing. Alessandro Tenzin Villa e di Graziella Romania nell’ambito del Progetto “Free Dalai Lama’s Teachings” a beneficio di tutti gli esseri senzienti. Ci scusiamo per i possibili errori ed omissioni. Traduzione dal Tibetano in Italiano di Fabrizio Pallotti.
Sua Santità il Dalai Lama
Nella nostra quotidianità’ siamo confusi tra la realtà come ci appare e come lo e’ effettivamente. In termini di pratica buddhista, l’ignoranza rappresenta la nostra visione distorta che e’ la causa primaria di tutte le emozioni negative disturbanti. Gli insegnamenti buddhisti sono volti a far comprendere la natura effettiva dei fenomeni, in quanto solo comprendendola si e’ in grado di abbattere il nostro ego e di comprendere la posizione in cui ci troviamo.
Esistono quindi due verità: l’una convenzionale e l’altra ultima. I fenomeni non sono come appaiono ma come sono in realtà. L’interdipendenza ci indica che le cose non esistono come appaiono, indipendentemente esistenti ed illusoriamente eterne, ma esistono per cause e condizioni.
Tutto ciò che sorge da condizioni e’ privo di natura propria. In termini di pratica buddhista l’ignoranza e’ una visione distorta che e’ la causa primaria di tutte le emozioni negative affliggenti. Buddha insegno’ che le cose sono interdipendenti per la ragione che i fenomeni non sono indipendenti perché sono privi di natura propria, mancando d’esistenza propria, esistono perché dipendono da altri: pratitsa samuppada in sanscrito. La caratteristica principale degli insegnamenti del Buddha è proprio questa, perché il Buddha ha insegnato la caratteristica della natura dell’origine dipendente. Nagarjuna afferma che la caratteristica più importante degli insegnamenti di Buddha Sakyamuni e’ proprio l’originazione interdipendente e, concentrandosi proprio su queste qualità, ha lodato Buddha Sakyamuni. L’interdipendenza indica che i fenomeni non esistono di per se’.
Si distinguono due livelli d’origine interdipendente:
1 – delle cause effettivamente, di ciò che sorge in dipendenza;
2 – della dipendenza o designazione sulle proprie parti, designato in dipendenza, il che copre tutti i fenomeni.
La mera convenzionalità o designazione sulla base di designazione e ciò che e’ imputato sono differenti, la designazione di per se stessa non si trova, perciò si parla di mera convenzionalità.
Nel trattato sulla logica di Shantarakshita, si sottolinea che e’ importante trovare certezza sulla origine dipendente, per capir ciò che va abbandonato o ritenuto. Senza origine dipendente i fenomeni non potrebbero funzionare, perciò per Nagarjuna: se tutti i fenomeni avessero una natura propria non potrebbero esistere senza cause e condizioni; se avessero una natura intrinseca, un’esistenza per propria capacità, come può esistere una causa senza effetto? Causa ed effetto sono correlati. Dal momento che i fenomeni sorgono per tante condizioni, anche la sofferenza e la felicita’ mentale possono cambiare, perciò con lo sforzo possiamo cambiare la nostra mente, come un bambino piccino che non sa nulla può diventare un erudito o una persona con molta rabbia può cambiare. Nella Madiamykalankara Nagarjuna, afferma che i fenomeni sono vuoti, i fenomeni esistono come interdipendenti, il che che fa comprendere che e’ a causa della mente erronea, ignorante, che li percepiamo come indipendenti.
Innanzitutto si comprende come i fenomeni non esistono per natura propria. E’ l’ignoranza che ci fa vedere i fenomeni come esistenti dalla loro parte. La radice delle oscurazioni ostruttive può essere eliminata, e cosi la si comprende come la radice delle afflizioni.
E si comprende che la radice della sofferenza può essere eliminata, sulla base di questo desiderio si comprende la necessita dell’originazione interdipendente. I bodisattva più acuti per prima cosa comprendono la necessità di realizzare la vacuità. Altrimenti, chi alimenta per prima la fede emozionale, genera prima la bodicitta, poi la vacuità: e’ una fede positiva ma, in quanto basata sulle emozioni, non su ragioni valide, se dovesse entrare in contraddizione con qualcosa, potrebbe cedere. Dal dubbio grossolano, negativo, si va ad un dubbio positivo, poi, piano piano, giungiamo al dubbio che tende alla realtà, si va alla concezione generale, alla corretta comprensione concettuale, fino alla comprensione valida della realtà, questi testi di Shantarakshita spiegano un cammino dalla concezione errata al dubbio, alla concezione caratterizzata da un dubbio più positivo: e’ un cammino da praticare in progressione.
In sintesi, i fenomeni esistono interdipendentemente. Perciò, l’ignoranza che fa percepire i fenomeni come esistenti per natura propria, e’ possibile eliminarla generando la saggezza che comprende la possibilità di ottenerla: cessazione – origine e sentiero. E’ quindi possibile ottenere la liberazione, su questa base si genera l’altruismo universale, prima si realizza la vacuità, poi la bodicitta, il che e’ molto più stabile che generare la sola bodicitta emozionale, che e’ più labile.
E’ questo il modo in cui il praticante dovrebbe procedere per seguire gli insegnamenti di Buddha: dal dubbio, alla concezione corretta, alla concezione valida, alla concezione valida diretta.