Insegnamenti di Sua Santità il Dalai Lama a Manchester il 18 e 19 giugno 2012 alla Manchester Arena sul “Trattato sui Fondamenti della saggezza” di Nagarjuna e sugli “Otto versi per l’addestramento mentale” di Langri Tangpa qui liberamente disponibili https://www.sangye.it/altro/?p=27. Traduzione dal Tibetano di Andrea Cappellari. http://tibet.net/2012/06/19/mind-training-and-wisdom-in-manchester/ Appunti ed editing del Dott. Luciano Villa, dell’Ing. Alessandro Tenzin Villa e di Graziella Romania nell’ambito del Progetto “Free Dalai Lama’s Teachings” per il beneficio di tutti gli esseri senzienti.
Sua Santità il Dalai Lama. Sono un buddista, ma proprio perché il Buddha mi ha insegnato a rispettare le altre religioni, proprio per questo abbiamo tutti le stesse potenzialità di diventare dei buoni esseri umani il che aumenta il rispetto per le altre religioni e tradizioni, in particolare per quella cristiana, ma anche per quella mussulmana, per l’induismo, il giainismo, ecc.
Innanzitutto spiego quanto e’ importante la pratica dell’amore e della compassione. In questi tempi moderni, di grandi progressi materiali, dico sempre che negli ultimi 3-4 mila anni, quando l’umanità ha trovato difficoltà e pericoli, per controllarli, ha sviluppato il concetto di fede. A 7 anni nel Potala, nei suoi lunghi e bui corridoi, dove aleggiavano certe storie, avvertivo un certo senso di costrizione, cosi come quando salivo le prime volte in aereo, e’ la natura umana, e pregavo. Dal punto di vista buddhista, l’evoluzione negli ultimi 300 anni si deve alle conquiste della scienza e della applicazioni della tecnologia, che ovunque hanno preso piede. Si sono creati molti prodotti che sono subito diventati desiderabili. Nella seconda parte del 20mo secolo, la gente ha iniziato a comprendere i limiti dei valori materiali, ed ha quindi cercato dei valori interiori. Qualcuno si e’ dato alle droghe ed all’alcol, cosi la vita e’ parsa come il volo delle farfalle in un giorno di sole. La scienza ha prodotto immensi benefici, pensiamo ai progressi della medicina, incluso l’interesse per il mondo delle emozioni e della mente. Ora, all’inizio del 21mo secolo si inizia a sviluppare un interesse sempre più crescente per una mente sempre più pacifica, basata sulla calma mentale, l’amore, la compassione.
Molti filosofi si riferiscono a dio come creatore, ma nessuno parla di un dio come pieno di rabbia, ma dio e’ sempre descritto con amore. E’ il desiderio d’amore di tutti gli esseri.
Affermare che questa vita e’ stata creata da dio crea una forte connessione col dio dell’amore e del perdono. Il che ispira a seguire con forza quei precetti. Il che induce a generare rispetto per gli esseri umani creati da dio.
Ma ci sono tantissimi che praticano la religione solo in modo esteriore, che pensano ai loro guadagni, che vanno in chiesa la domenica solo per consuetudine: chiudono per un attimo gli occhi, magari pregano e sperano di guadagnare altri soldi, sfruttando altri. Se credi nella religione non devi comportarti in questo modo. Non e’ serio nemmeno per un credente. Perché la ricchezza materiale, i soldi diventano più importanti della pace della mente.
La disciplina laica non ha un significato negativo verso le religioni, anzi significa, non solo rispetto delle religioni, ma di tutti, senza discriminazioni tra credenti e non. Vuol dire rispetto dei non credenti, di ogni singolo essere umano. Le maggiori tradizioni, a parte quelle primitive che venerano degli spiriti, si distinguono tra quelle che accettano o non accettano un creatore. I Samkya induisti si distinguono in due categorie: l’una che accetta un creatore e l’altra che non lo prevede affatto. Quindi, buddisti e jain, che sono simili, come fratelli, no accettano un creatore. Anche con l’induismo sono in comune sia il concetto di moralità sia la meditazione shamata e vipassana. La vera distinzione tra buddismo ed indù e’ il concetto di atma, che il bh non accetta come indipendente, ma come designata sulla combinazione di corpo e mente. La tradizione pali e’ il fondamento del Bhudda-darma, la tradizione monastica pali non e’ separata da quella vajrayana tantrayana, la tradizione pali e’ l’infinito altruismo. Il tantra, oltre le Sei perfezioni, significa tecniche speciali di samadhi o shamata e vipassana, di sviluppo a livello sempre più profondo della tradizione meditativa della concentrazione univoca.
Un esempio molto significativo viene dalla capacita di certi meditatoti di rimanere tali, noi diciamo che rimangono “in meditazione” e che il loro corpo quindi non si decompone per giorni e giorni dopo che sono venute a mancare le funzioni vitali del cuore. Dopo la sua morte, ad esempio, per ben 8 giorni il corpo di un monaco rimase indecomposto e per 18 giorni quello di un altro grande rinpoche. Ora, su questi fenomeni, anche la scienza vuole vederci chiaro. Il capo della tradizione mongola, molto vicino al Dalai Lama, più di un anno fa, si trovava molto debole fisicamente. Mi mando’ un messaggio, chiedendomi quando e dove doveva morire. Risposi: “Scegli di morire in Mongolia e non prima della fine di questo anno tibetano”. Non appena ricevuto il mio messaggio le sue condizioni fisiche migliorarono notevolmente, al punto che sembrava rinato. Quando l’anno trascorse, nei primi giorni del nuovo anno tibetano si lascio’ morire. Ma la caratteristica che più mi fece stupire fu che, mentre negli ultimi giorni in vita sembrava debolissimo, una volta cessato di respirare, il suo corpo rimaneva molto fresco, senza subire alcun processo di decomposizione. Ma quello che stupiva tutti era che il suo corpo sembrava controllato da me. Sono fenomeni misteriosi, di cui nemmeno io so capacitarmene.
Il sutra della Prajnaparamita, in sanscrito, spiega le Quattro nobili verità, come pure in sanscrito e’ il terzo giro della Ruota del Dharma.
Il testo che vado spiegando e’ un insieme del secondo e terzo giro della ruota del Darma.
Veniamo al buddhismo in Tibet ed alla sua diffusione.
Nel 7mo secolo, l’imperatore Song Grem Gampo si rese conto che il buddismo sarebbe stato molto appropriato per i tibetani, cosi porto delle statue e sposo’ una principessa buddista, Wan Chen della corte imperiale cinese.
Nell’8vo secolo l’Imperatore tibetano Trisong Detsen decise che il Bhuddismo dovesse avere dei collegamenti diretti con l’India, e lo fece collegandosi alla grande tradizione di Nalanda. Cosi chiamo’ i migliori filosofi: Padmashambhava e Shantarakshita che giunse molto anziano a 75 anni. Nella tradizione tibetana si dice che vivesse per 900 anni. Forse noi tibetani abbiamo troppa fede, cosi ai grandi maestri assegniamo dei termini iperbolici. L’anno scorso o 2 anni fa, degli scavi minerari nell’Afghanistan trovarono un tempio buddhista e riportarono alla luce una statua di Tara. Ma, con le moderne indagini scientifiche, erano datate a più di 2600 fa. Ma, allora, quando visse il Buddha? Shantarakshita venne a Lhasa e fondo’ il tempio, e poi monastero, di Samye: fu un gran maestro di logica, uno studioso conosciutissimo, diede i voti vinaya a molti monaci. Nello stesso tempo fu invitato Guro Pemasambhava. Ma il primo ebbe la maggiore responsabilità di introdurre gli insegnamenti in Tibet. Dopo di loro si sviluppo’ la tradizione della meditazione univoca. Kamalashila, allievo di Shantarakshita, partecipo’ a dibattiti. Scrisse un meraviglioso commentario sugli Stadi Intermedi della Meditazione (disponibile qui https://www.sangye.it/altro/?p=1698 ). Quando leggiamo il suo testo, allora comprendiamo quale grande studioso fosse. La scuola di Nalanda ebbe anche tra le sue file Naropa. Il sutra che svela le intenzioni del Buddha, scritto da uno studioso cinese, anzi coreano, e’ un meraviglioso commentario che riferisce la visione di Virupa. Poi venne Atisha, che era un maestro di Vikramashila, egli scirsse il primo commentario sul Sentiero Graduale: La Lampada sul sentiero per l’illuminazione (disponibile qui https://www.sangye.it/altro/?cat=14 ). Una signora americana mi disse che lo dzochen e mahamudra non provengono da Nalanda. Ma, parlando francamente, le dissi che era sbagliato. Nel secolo scorso ed in quello precedente, invece che di Buddhismo tibetano, si parlava di Lamaismo. Ma, in proposito, dobbiamo distinguere, da quello dei praticanti superiori, un livello popolare, che e’ quello della fede, anzi si misurava la grandezza del lama dalia imponenza della sua carovana, da quanti cavalli era composta, oppure da quante persone era composto il suo seguito. I tibetani erano molti devoti agli alti lama, i quali, molti, indugiavano in alcol e donne. Perciò li hanno chiamati lamaisti.
Le 4 scuole tutte seguono il pensiero di Nagarjuna ed in particolare di Chandrakirti, in una unione di sutra e tantra. La terminologia talvolta e’ diversa, la pratica e’ molto collegata al Manuttara tantra: al livello sottile della mente. La pratica Ghelu e Sakya si distinguono per la coltivazione della mente sottile. Quindi, le pratiche settarie mostravano più attaccamento verso la propria tradizione. In Argentina, in un meeting intereligioso, un grande studioso disse che lo scienziato ha molta cura per quello che studia, ma non ne mostra attaccamento, perché si rende conto della relatività della sua conoscenza. E’ consapevole che le sue conoscenze attuali potrebbero da un giorno all’altro decadere perché confutate da nuove scoperte che venissero a dimostrazione. Quello e’ l’approccio piu corretto, anche in campo religioso. E’ essenziale promuovere in ogni campo un approccio non settario. Distinguiamo tra la fede che riflette il rispetto per la propria tradizione mentre il vero rispetto e’ verso tutte le tradizioni. Da parte mia nutro un vero rispetto verso le altre religioni. Come nel mio pellegrinaggio a Fatima in Portogallo, in cui portai in processione una piccola statua della madonna che sembrava sorridermi. Ho sempre nutrito molto rispetto per il cristianesimo, in particolare per la madonna, cosi come per l’opera educativa cristiana verso gli altri, di aiuto e di compassione, come ne ha dato esempio Madre Teresa. Moltissimi cristiani praticano profondamente. E praticano anche altre tecniche, come quelle buddhiste. Dio creo’ il mondo, e perché ha creato i malvagi? Dal momento che dio creo’ l’inferno, deve pur esserci qualcuno che ci deve andare. L’importante e’ non essere affatto settari, e ricordiamo che i Teravada furono i primi studiosi ed allievi del Buddha. Se c’e qualcuno che può recitare il Mangala sutra in pali e’ un fatto positivo.
Prendere rifugio nel Buddha, Dharma e Sanga, perché? Per aiutare l’infinito numero di esseri senzienti.
Abbandona qualsiasi attività negativa, significa lasciarsi alle spalle qualsiasi attività capace di indurre sofferenza e dolore. Accumula qualsiasi perfezione, significa: accumula tutto ciò che porta felicita.
Conoscendo ciò che deve essere eliminato ed abbandonato, conoscendo la parte afflitta, emerge la parte virtuosa. Disciplinare la mente risulta perciò la radice della pratica delle virtù. Quindi, disciplinare la mente non significa imporre una qualche sorta di costrizione esterna, ma far sorgere la consapevolezza interiore.