Sua Santità il Dalai Lama
Se definiamo l’amore il desiderio genuino di saper felice un altro, ne consegue che ciascuno di noi in realtà ama se stesso: tutti noi desideriamo sinceramente la nostra felicità. Per raggiungere il nostro pieno potenziale umano, dobbiamo riuscire a bilanciare l’esigenza di intimità e unione con il senso di autonomia, ovvero con quel bisogno di rivolgere l’attenzione verso noi stessi che è parte integrante della nostra evoluzione di individui. Mutare prospettiva è spesso uno degli strumenti più potenti ed efficaci che abbiamo a disposizione quando ci confrontiamo con i problemi quotidiani della vita. Sostanzialmente mutare prospettiva non vuol dire essere incoerenti oppure bandiere al vento. Ma se espressione della nostra voglia di capire gli altri rispecchiano la capacità di guardare la situazione da un altro punto di vista che in certe situazioni potrebbe essere anche quello del nostro peggiore nemico. Cercare di capire il nostro nemico è anche segno di misericordia. Rispettare ed amare colui che ci ha fatto del male vuol dire far crescere in noi il seme della compassione. E se il mondo si dovesse riempire di compassione non ci sarebbe più posto per guerre, cattiverie e crudeltà. Anche nel caso degli individui, non c’è possibilità di arrivare alla felicità con la rabbia. Se in una situazione difficile si è interiormente disturbati, sopraffatti dal disagio mentale, allora nessun aiuto potrà venire dalle cose esterne. Tuttavia, se malgrado le difficoltà o i problemi esteriori si conserva interiormente un atteggiamento d’amore, di calore e di gentilezza, allora i problemi possono essere affrontati ed accettati.
(brani tratti da “L’Arte della felicità” – Dalai Lama)