TIBET: le autorità cinesi iniziano (in anticipo) la demolizione del monastero buddista di Larung Gar
Il centro ospita fino a 10mila persone tibetane e cinesi. Le autorità vogliono ridurre il numero di monaci e monache. Esse sospettano che il monastero abbia legami con “le forze separatiste in esilio”. Libertà religiosa sempre più ridotta da quando Xi Jinping è divenuto presidente. Come le croci e le chiese del Zhejiang.
Dharamshala – Operai cinesi, accompagnati da poliziotti, soldati e rappresentanti del governo, hanno iniziato a demolire residenze dei monaci e strutture del centro buddista di Larung Gar, nella contea di Sertar (Kardze, Sichuan). La demolizione è iniziata il 20 luglio alle 8 di mattina (v. video qui)
Larung Gar è l’istituto di studi tibetani più grande al mondo, con una popolazione di oltre 10mila persone, tibetane e cinesi.
Le autorità cinesi hanno giustificato la distruzione come una misura di sicurezza perché il luogo è sovrappopolato e perché da lì deve passare una strada. La decisione non è stata però concordata con nessuno degli abitanti.
Lo scorso giugno le autorità hanno distribuito un’ordinanza che esigeva la riduzione a 5mila del numero di presenze nel monastero (1500 monaci e 3500 monache entro l’ottobre 2017). L’ordine dava la data del 30 ottobre di quest’anno come inizio per il trasferimento dei residenti e delle demolizioni. L’ordine dettagliava anche una serie di punizioni se i residenti non si fossero trasferiti, fra cui la demolizione completa del monastero.
Alla popolazione la misura appare come un sopruso, un modo per ridurre – e forse eliminare – il centro sospettato di avere legami con “le forze separatiste in esilio”.
Un giovane studente, abitante del monastero, fa notare a Free Tibet la contraddizione dell’ordinanza: “Se il solo modo di risolvere la sovrappopolazione è distruggere le case, perché allora la stessa politica non si applica alle metropoli e alle città cinesi dove la popolazione è sovraffollata? Dov’è l’uguaglianza, lo stato di diritto, il bene pubblico, la libertà religiosa e gli uguali diritti per tutti (come essi dicono), se distruggi le case di innocenti fedeli che vivono la loro semplice vita?”.
Intanto, Khenpo Tsultrim Lodroe and Khenpo Rigdar, due eminenti personalità religiose del centro, hanno chiesto agli studenti di “rimanere calmi”, di “continuare a studiare” e di “evitare di fare manifestazioni”.
Acharya Yeshi Phuntsok, vicepresidente del Parlamento tibetano in esilio accusa la leadership cinese: “Da quando Xi Jinping è divenuto presidente della Cina la libertà religiosa in Tibet si è deteriorata in modo evidente”.
La demolizione del Larung Gar ricorda da vicino le demolizioni di croci e chiese nel Zhejiang e in altre province cinesi, atte a mettere sotto controllo l’effervescenza delle comunità cristiane segnate da una rapida crescita.
Asia News,22/07/2016 http://www.laogai.it/cina-tibet-le-autorita-cinesi-iniziano-anticipo-la-demolizione-del-centro-buddista-larung-gar/
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