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Nuovi arresti in Tibet
Maggio 30th, 2008 by admin

30 Maggio 2008 – NUOVI ARRESTI IN TIBET – …

Il Centro Tibetano per i Diritti Umani e la Democrazia di Dharamsala ha reso noto che il 28 maggio, alle 9 del mattino, la polizia cinese ha arrestato tre monache del monastero di Dragkar, nella Contea di Kardze. Si tratta di Sangye Lhamo (26 anni), Tsewang Khando (38 anni) e Yeshi Lhadon (24 anni), fermate per aver gridato slogan a favore del Dalai Lama, della libertà del Tibet e per aver chiesto la liberazione dei prigionieri politici. La stessa sorte e’ toccata, un’ora più tardi, a Rigden Lhamo, una studentessa, arrestata per aver dispiegato la bandiera tibetana e per aver gridato gli stessi slogan. Si sono uditi dei colpi d’arma da fuoco. Non e’ chiaro se la studentessa sia stata raggiunta dagli spari ma e’ certo che, prima di essere arrestata, e’ stata brutalmente picchiata.

Il 24 maggio, nell’area di Markham (Regione Autonoma Tibetana), cinque monaci del monastero di Gonsar sono stati arrestati sotto l’accusa di essere gli autori di una serie di esplosioni di modesta entita’ avvenute nella zona nel mese di aprile. I cinque monaci sono stati identificati come Gonpo (20 anni), Choedrup (25), Palden (30), Ngawang Phuntsok (17) e Kunga (20).

Il 20 maggio, due monaci ventenni del monastero Tehor Tsitsang, a Kardze, sono stati arrestati per aver pacificamente gridato slogan a favore del Dalai Lama. Non si hanno notizie delle loro condizioni. Nella stessa località sono state arrestate anche tre giovani monache che avevano manifestato di fronte agli uffici pubblici della Contea.

Il 19 aprile a Dartsedo, nella Contea di Tawu, (Sichuan) le autorità cinesi hanno arrestato Nyima Drakpa con l’accusa di aver inviato ad alcuni reporter di Hong Kong foto ed informazioni sulle proteste in atto in Tibet. Sembra che Nyima abbia riferito che obiettivo delle manifestazioni non erano ne’ il popolo cinese ne’ i Giochi Olimpici ma la denuncia del persistere della violazione dei diritti umani e della libertà religiosa.

In Sichuan i monaci del monastero di Kirti (prefettura autonoma di Ngaba) hanno chiesto di poter recitare preghiere per i morti del terremoto che ha colpito la regione. In tutta l’area molti monasteri sono ancora chiusi ma i monaci hanno espresso solidarietà e compassione per le vittime, spiegando che le loro proteste non erano rivolte al popolo cinese ma al governo di Pechino. La prefettura di Ngaba si trova nell’area all’epicentro del terremoto. Anche i tibetani contano diverse vittime, soprattutto nella Contea di Rongtrak (Kardze) e nella Contea di Zhouku (Prefettura autonoma tibetana di Kanlho), nella provincia del Gansu.


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