Prosegue la sistematica persecuzione delle autorità cinesi contro i monaci del monastero di Labrang. La polizia l’ha portato via incappucciato come in pericoloso criminale e da allora è scomparso. Tsayul Kelsang Gyatso, monaco del monastero di Labrang nella contea Sangchu (in cinese: Xiahe Xian) è stato arrestato in modo arbitrario lo scorso maggio ed è detenuto da oltre due mesi. Lo ha denunciato solo ora il Centro tibetano per i diritti umani e la democrazia (Tchrd). Il monaco è stato portato via, con la testa incappucciata, durante un’incursione improvvisa di un gran numero di poliziotti, lo scorso 22 maggio. Si ignora dove sia, come pure le sue condizioni di salute. Non sono formalizzate accuse, ma pare che sia sospettato di avere partecipato alle proteste avvenuta a Labrang nel 2008. Prima dell’arresto, da tempo era sorvegliato a vista dalla polizia. Il Tchrd ricorda come la polizia attui una vera persecuzione contro i monaci del monastero di Labrang. Il 14 maggio scorso due monaci sono stati portati via dalla polizia e da allora sono scomparsi. I tibetani accusano le autorità cinesi di una persecuzione anche religiosa, che colpisce in specie i monaci e i fedeli, ai quali è persino proibito tenere foto o scritti del Dalai Lama, loro guida spirituale, pena l’arresto. (NC) (AsiaNews)