Choje Akong Rinpoche
Ucciso a Chengdu Choje Akong Rinpoche
Dharamsala, 10 ottobre 2013. Nella giornata di ieri è giunta notizia della uccisione a Chengdu, capitale della provincia del Sichuan, di Choje Akong Rinpoche, co-fondatore, assieme a Chogyam Trungpa, del centro buddista Samye Ling, il primo in occidente, inaugurato in Scozia nel 1967. Akong Rinpoche sembra sia stato ucciso nella periferia della città apparentemente dopo un tentativo di rapina ma le circostanze della sua morte sono al momento ancora poco chiare.
Secondo la polizia cinese, Choje Akong Rinpoche, settantatré anni, il nipote Logah e il monaco-autista Jigme Wangyal, sono stati accoltellati a morte il giorno 8 ottobre per mano di tre tibetani residenti nella zona che, dopo il loro arresto, avrebbero confessato il loro crimine, portato a compimento nella strada antistante l’abitazione del religioso, nella periferia sud occidentale della città, al termine di una rissa seguita a un tentativo di rapina. La morte dei tre tibetani è stata resa nota da Lama Jeshe Rinpoche, fratello di Akong e abate del monastero di Samye Ling, che in un comunicato pubblicato nel sito web dell’istituto religioso parla esplicitamente di “assassinio”. Questo il testo del suo annuncio: “Sono molto, molto triste nell’informarvi che a causa di una tragedia mio fratello, mio nipote e un monaco che viaggiava con loro sono stati assassinati. Il Dalai Lama e tutti gli altri leader tibetani sono stati informati e stanno pregando per lui. Siamo in attesa dell’autopsia per riportarlo a casa”.
Akong Rinpoche era fuggito dal Tibet nel 1959, dopo l’occupazione del paese da parte della Cina, ed era arrivato in India dopo un drammatico viaggio di dieci giorni attraverso le montagne himalayane. Del gruppo di trecento persone in fuga, soltanto tredici riuscirono a trovare rifugio nell’esilio indiano. Co-fondatore del centro scozzese di Samye Ling, aveva costituito l’organizzazione umanitaria Rokpa International che, all’interno del Tibet, fornisce alla popolazione non solo assistenza medica e scolastica attraverso la direzione e supervisione di ben 19 ospedali e 61 scuole ma cura altresì la preservazione della religione buddista e tradizione medica e artistica tibetana grazie all’istituzione di numerosi centri di studio.
La sua attività lo portava quindi ad intraprendere numerosi e frequenti viaggi in Tibet e le buone relazioni stabilite negli ultimi anni con il governo cinese non avevano mancato di suscitare qualche perplessità nel mondo tibetano. Appartenente alla scuola dei Karma Kagyu, nel 1992 si era adoperato per il riconoscimento di Urgyen Trinley Dorje come 17° Karmapa. In un suo messaggio di condoglianze, il Karmapa ha dichiarato: “Akong Tulku è stato mio amico da quando avevo 7 anni. Grazie al suo lavoro in campo sociale ha aperto in Tibet numerose scuole e ospedali, ha aiutato tante persone. Sono scioccato nell’apprendere che, assieme ad altre due persone, ci ha improvvisamente lasciati”. Fonti: The Tibet Post International – Phayul – agenzie http://www.italiatibet.org/index.php?option=com_content&view=article&id=1034:ucciso-a-chengdu-choje-akong-rinpoche&catid=33:notizie&Itemid=50
Dharamsala, 10 ottobre 2013. Nella giornata di ieri è giunta notizia dell’uccisione a Chengdu, capitale della provincia del Sichuan, di Choje Akong Rinpoche, co-fondatore, assieme a Chogyam Trungpa, del centro buddista Samye Ling, il primo in occidente, inaugurato in Scozia nel 1967. Akong Rinpoche sembra sia stato ucciso nella periferia della città apparentemente dopo un tentativo di rapina ma le circostanze della sua morte sono al momento ancora poco chiare.
Secondo la polizia cinese, Choje Akong Rinpoche, settantatré anni, il nipote Logah e il monaco-autista Jigme Wangyal, sono stati accoltellati a morte il giorno 8 ottobre per mano di tre tibetani residenti nella zona che, dopo il loro arresto, avrebbero confessato il loro crimine, portato a compimento nella strada antistante l’abitazione del religioso, nella periferia sud occidentale della città, al termine di una rissa seguita a un tentativo di rapina. La morte dei tre tibetani è stata resa nota da Lama Jeshe Rinpoche, fratello di Akong e abate del monastero di Samye Ling, che in un comunicato pubblicato nel sito web dell’istituto religioso parla esplicitamente di “assassinio”. Questo il testo del suo annuncio: “Sono molto, molto triste nell’informarvi che a causa di una tragedia mio fratello, mio nipote e un monaco che viaggiava con loro sono stati assassinati. Il Dalai Lama e tutti gli altri leader tibetani sono stati informati e stanno pregando per lui. Siamo in attesa dell’autopsia per riportarlo a casa”.
Akong Rinpoche era fuggito dal Tibet nel 1959, dopo l’occupazione del paese da parte della Cina, ed era arrivato in India dopo un drammatico viaggio di dieci giorni attraverso le montagne himalayane. Del gruppo di trecento persone in fuga, soltanto tredici riuscirono a trovare rifugio nell’esilio indiano. Co-fondatore del centro scozzese di Samye Ling, aveva costituito l’organizzazione umanitaria Rokpa International che, all’interno del Tibet, fornisce alla popolazione non solo assistenza medica e scolastica attraverso la direzione e supervisione di ben 19 ospedali e 61 scuole ma cura altresì la preservazione della religione buddista e tradizione medica e artistica tibetana grazie all’istituzione di numerosi centri di studio.
La sua attività lo portava quindi ad intraprendere numerosi e frequenti viaggi in Tibet e le buone relazioni stabilite negli ultimi anni con il governo cinese non avevano mancato di suscitare qualche perplessità nel mondo tibetano. Appartenente alla scuola dei Karma Kagyu, nel 1992 si era adoperato per il riconoscimento di Urgyen Trinley Dorje come 17° Karmapa. In un suo messaggio di condoglianze, il Karmapa ha dichiarato: “Akong Tulku è stato mio amico da quando avevo 7 anni. Grazie al suo lavoro in campo sociale ha aperto in Tibet numerose scuole e ospedali, ha aiutato tante persone. Sono scioccato nell’apprendere che, assieme ad altre due persone, ci ha improvvisamente lasciati”. Fonti: The Tibet Post International – Phayul – agenzie http://www.italiatibet.org/index.php?option=com_content&view=article&id=1034:ucciso-a-chengdu-choje-akong-rinpoche&catid=33:notizie&Itemid=50
09/10/2013 09:54
TIBET – CINA
Chengdu, ucciso Choje Akong Rinpoche: era il “ponte” del buddismo in Occidente
Il monaco, grande studioso e attivista della causa tibetana, è morto durante una presunta rissa da strada nella provincia cinese del Sichuan insieme al nipote e a un altro religioso. Nel 1967 ha aperto in Scozia il primo monastero buddista occidentale, e ha passato la vita a spiegare la sua fede all’Ovest “per migliorare il rapporto fra le religioni”. Ha riconosciuto la 16ma reincarnazione del Karmapa Lama.
Chengdu (AsiaNews) – Choje Akong Rinpoche, monaco e grande studioso del buddismo tibetano, è stato ucciso ieri a Chengdu, capitale della provincia cinese del Sichuan. Il religioso, che ha fondato il primo monastero buddista in Occidente e ha passato la vita a diffondere gli insegnamenti del Dalai Lama in Europa, è morto in quella che sembra essere una rissa da strada nata dopo un tentativo di rapina. Insieme a lui sono morti il nipote e un altro monaco che viaggiava con loro.
L’annuncio è stato dato dall’abate del monastero Samye Ling in Scozia, che è anche il fratello del defunto: “Sono molto, molto triste nell’informarvi che a causa di una tragedia mio fratello, mio nipote e un monaco che viaggiava con lui sono stati assassinati. Il Dalai Lama e tutti gli altri leader tibetani sono stati informati e stanno pregando per lui. Siamo in attesa dell’autopsia per riportarlo a casa”. La polizia di Chengdu ha annunciato di aver fermato le tre persone sospettate di aver accoltellato il gruppo di monaci: si tratta di residenti dell’area, al momento in carcere.
Il Karmapa Lama, “numero 3” del buddismo tibetano, ha dichiarato: “Sono scioccato. Akong Tulku è stato mio amico da quando avevo 7 anni. Ha aiutato tante persone”. Proprio il defunto è stato uno dei membri della commissione incaricata dal Dalai Lama di individuare la 16ma reincarnazione del Karmapa Lama, che nella religione tibetana è il leader dal lignaggio più antico e guida il “sentiero del Diamante”.
Choje Akong Rinpoche ha fondato il monastero in Scozia nel 1967 e, qualche anno dopo, ha aperto anche una Ong con lo scopo di aiutare i poveri e “diffondere, per il bene del mondo e del dialogo fra le religioni, la fede buddista tibetana”. Nel corso di un suo viaggio in Italia, avvenuto 3 anni fa, ha spiegato l’uso dei mantra come “anestetico naturale” nella medicina tradizionale. Su mandato del Dalai Lama, ha mantenuto i rapporti anche con la Repubblica popolare cinese ed è stato uno dei pochissimi monaci buddisti fedeli al Nobel per la pace a ottenere il permesso di visitare più volte il Tibet. http://www.asianews.it/notizie-it/Chengdu,-ucciso-Choje-Akong-Rinpoche:-era-il-ponte-del-buddismo-in-Occidente-29229.html
I am shocked and shattered to know that Choje Akong Tulku Rinpoche has passed away at the hands of murderers in Chengdu on 8th of October along with his nephew and driver. I feel so helpless and lonely without his strong and courageous presence.
I knew Akong Rinpoche since I was 9 years old. He bathed me when I was dirty and nursed me when I was sick. He has been a most reliable and constant friend all my life. He was also the first to invite me to come to the West to teach.
Akong Rinpoche was a man of few words and he always did what he said. I never saw him sitting idle even for a short period and he was always doing something worthwhile. But he never looked stressed or tense.
He was on the high throne in his most expensive brocade one moment and the next moment he was digging a ditch in the rain with same ease and naturalness.
I do not need to talk about his contribution towards the preservation and spread of Buddhism nor do I have to inform about his charitable works. These are well known to the whole world and whole Tibet is now remembering him for his gigantic work in so many projects.
He taught us that to help the helpless is the essence of Dharma practice as well as our human responsibility.
We will always miss him but I hope his mission would never come to suffer because of his absence.
I would like to pray for his swift return and to continue to help countless people who need dedicated and fearless people like him.
Ringu Tulku
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