Sua Santità il Dalai Lama
di Claudio Cardelli
Il Dalai Lama è il capo spirituale del Tibet.
Tenzing Gyatso, l’attuale Dalai Lama, XIV incarnazione terrena di Avalokiteshvara, bodhisattva della compassione e “patrono” del Tibet. Il mondo intero ha imparato ad amarlo per le sue doti di gentile e saggia attitudine alla non violenza, alla sopportazione e alla diplomazia. I tibetani lo chiamano familiarmente Kundun (la presenza). Fuggito dal Tibet nel 1959, vive nel Nord dell’India nel piccolo villaggio montano di Mc Leod Ganj, a nord di Dharamsala. Premio Nobel per la pace nel 1989, il Dalai Lama conduce da quarant’anni la sua pacifica lotta per restituire al popolo tibetano la patria, la dignità di nazione e il diritto di poter vivere secondo le proprie tradizioni e aspirazioni.
Come nasce la figura del Dalai Lama?
Nel 1200 l’impero mongolo era al suo apogeo e sembrava volesse invadere il Tibet.
Gli abati di Sakya, imponente monastero tibetano e importante centro di potere, essendo astuti uomini di governo oltre che dotti prelati furono incaricati di trattare con i potenti Khan.
Kunga Gyaltsen Sakya Pandita, il quarto patriarca Sakya, con grande abilità cedette una parte del suo territorio come protettorato e si fece nominare rappresentante del Khan mongolo, una specie di “vicerè teocratico delle steppe”(Fosco Maraini, Segreto Tibet, Ed. Corbaccio 2006). Quando i mongoli conquistarono la Cina, la posizione degli abati di Sakya divenne ancora più importante. Furono nominati “Precettori Imperiali”: il pontefice tibetano si offriva come intercessore dell’imperatore per gli “affari divini” e l’imperatore ricambiava con garanzie di protezione terrena.
Sonam Gyatso, il terzo successore di Tsong Kapa (figura centrale del buddhismo del Tibet), affascinò a tal punto il principe mongolo Althan Khan da divenirne il mentore spirituale. Egli convertì al buddhismo molti dei suoi feroci cavalieri mongoli. Il principe lo chiamò pertanto con l’appellativo di Dalai (oceano, intendendo “oceano di saggezza”). Il titolo fu poi esteso, retroattivamente, agli altri successori di Tsong Kapa, Gedun Trupa e Gedun Gyatso, primo e secondo Dalai.
Si consolidò in questo periodo anche la tradizione di riconoscere in un bambino, nato entro quaranta giorni dalla morte del predecessore, il nuovo maestro di un particolare monastero. Questo accadde ufficialmente nel 1475 con il riconoscimento di Gedun Gyatso successore di Gedun Trupa, nipote di Tsong Kapa.
Tale tradizione divenne poi lo strumento per coniugare le esigenze di scelta e del concetto di reincarnazione già allora molto popolare al fine del riconoscimento dei Dalai Lama e di tutti i grandi maestri del mondo tibetano.