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111° immolazione in Tibet. Appello di due ONG tibetane ai paesi del BRICS.
Marzo 26th, 2013 by admin

I resti carbonizzati di Lhamo Kyab dopo l'autoimmolazione

I resti carbonizzati di Lhamo Kyab dopo l'autoimmolazione

111° immolazione in Tibet. Appello di due ONG tibetane ai paesi del BRICS.

Dharamsala, 25 marzo 2013. A meno di 24 ore dalla tragica autoimmolazione di una madre tibetana, un altro caso di suicidio con il fuoco ha avuto luogo oggi nel villaggio di Lushoe, nella regione di Tsoe. Lhamo Kyab, quarantuno anni, si è auto immolato attorno alle ore 10.00, ora locale. E’ il 5° caso di immolazione avvenuto nella regione di Tsoe, l’ultimo era avvenuto il 6 ottobre dello scorso anno con la morte di Sangay Gyatso.

Ieri è stata la volta di Kal Kyi, trent’anni, madre di quattro figli, che si è autoimmolata nei pressi del monastero Jonang, nel Tibet orientale. Secondo una fonte anonima della contea di Dzamthang, la donna si è uccisa “per sottolineare la violenta politica cinese in Tibet”. Più volte le autorità tibetane in esilio – politiche e religiose – hanno chiesto al governo centrale cinese di aprire un tavolo per gestire la situazione. Pechino ha preferito fino a ora emanare invece nuovi regolamenti che minacciano l’arresto immediato “per chi si autoimmola e per chi incita gli altri a farlo”.

Di fronte al dilagare della protesta e al pugno di ferro di Pechino, due organizzazioni tibetane in esilio, Students for a Free Tibet-India e l’Associazione delle Donne Tibetane hanno indirizzato a Xi Jinping, il neo eletto presidente cinese, un comunicato stampa congiunto nel quale si chiedono alla Cina azioni concrete volte a dare una risposta alle legittime richieste del popolo tibetano e a rendere possibile la cessazione dell’inarrestabile ondata di autoimmolazioni. Xi Jinping partecipa per la prima volta alla riunione dei paesi emergenti (BRICS), in corso a Durban. Le due ONG tibetane hanno inoltre inviato una lettera aperta alle ambasciate indiane degli altri paesi emergenti (Brasile, Russia, India, e Sud Africa) e a Primo Ministro indiano chiedendo loro di chiedere a Xi di porre fine alla brutale repressione in atto in Tibet e di consentire all’Alto Commissario ONU per i Diritti Umani di visitare il paese. Fonti: Asia News – Phayul


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