TIBET: UNA CIVILTA’ FERITA
Volantini della Comunità Tibetana in Italia e dell’Associazione Italia Tibet
TIBET: QUELLO CHE LA MOSTRA DI TREVISO NON FA VEDERE
La mostra “TIBET, TESORI DAL TETTO DEL MONDO” allestita alla Casa dei Carraresi dal 20 ottobre fino al prossimo 2 giugno, vanta l’esposizione di 300 preziosi reperti destinati, secondo i curatori, a illustrare la storia e i vari aspetti della cultura del popolo tibetano. Certamente questi oggetti testimoniano una cosa: che la cultura del Tibet è antica, profonda, sofisticata.
Ma la mostra non fa vedere quello che oggi sta accadendo in TIBET
• Le auto immolazioni dei tibetani – Dal 2009 oltre 50 tibetani, giovani monaci, monache e laici – si sono cosparsi di benzina e si sono dati fuoco sacrificando la loro vita come estremo atto di protesta. Prima di cadere a terra, avvolti dalle fiamme, hanno gridato di volere il ritorno del Dalai Lama in Tibet e invocato la libertà per il loro Paese.
La dura repressione di ogni pacifica manifestazione di protesta – Dal gennaio 2012 i tibetani, da sempre privati di ogni libertà, compresa quella di praticare la propria religione, hanno dato vita a una serie di pacifiche proteste di massa. Le forze di sicurezza cinesi hanno risposto con la forza, a colpi di bastone e aprendo il fuoco contro i dimostranti inermi. Non si contano gli arresti e le persone scomparse.• Le sessioni di “rieducazione patriottica” all’interno dei monasteri – In Tibet i monaci e monache sono sottoposti a estenuanti programmi di “rieducazione patriottica” durante i quali viene loro chiesto di abiurare il Dalai Lama e di giurare fedeltà al Partito comunista.
La mostra definita “evento culturale del secolo” tace alcune inconfutabili verità:
• Nel 1950 la Cina ha invaso e occupato il Tibet, una nazione libera e indipendente.
• La politica repressiva di Pechino minaccia la sopravvivenza dell’identità tibetana.
• Gli investimenti in Tibet arrecano benefici quasi esclusivamente ai coloni cinesi.
• A seguito dell’invasione e al termine della Rivoluzione Culturale, oltre il 90% del patrimonio culturale tibetano è andato distrutto. Prima di far saltare in aria con la dinamite gli edifici sacri tibetani, gran parte degli oggetti preziosi vennero sottratti dalle Guardie Rosse e finirono nelle mani dei cinesi.
Gli oggetti esposti non appartengono più al popolo tibetano. Invitiamo pertanto i visitatori a prendere coscienza di quanto la mostra tace e a unirsi ai tibetani nel denunciare l’imbarazzante silenzio sulla reale situazione del Tibet, un silenzio che offende l’intera città di Treviso.
Comunità Tibetana in Italia
Scarica e diffondi il pdf del volantino Siti di informazione sulla mostra http://www.laviadellaseta.info/, http://www.laviadellaseta.info/tibet/la-mostra/, http://www.laviadellaseta.info/tibet/news/, http://www.youtube.com/watch?v=g4bJEFlP8NU, http://www.youtube.com/watch?v=hl-oDhUnHDg
Comunicato dell’Associazione Italia-Tibet
Da diverse settimane viene pubblicizzata sui media e sul web l’apertura a Treviso di una mostra intitolata “Tibet: Tesori dal Tetto del Mondo”.
Il curatore della mostra, Adriano Màdaro – che ci tiene a far sapere che è stato ben 173 volte in Cina – si accredita come uno dei massimi esperti al mondo di Cina e Tibet e, con questa esposizione, porta a termine a Treviso, nella prestigiosa sede della Casa dei Carraresi, una serie di diverse importanti mostre sulla Cina.
Non mettiamo in dubbio la preziosità e la rilevanza degli oggetti esposti – che sono una testimonianza del valore e della unicità della cultura tibetana – ma non possiamo non rilevare come il Tibet venga qui presentato con il consueto taglio esotico-turistico intriso di facili suggestioni da un lato e con pesanti stereotipi propagandistici filocinesi dall’altro.
La comunicazione riguardante la mostra (televisiva e nel web) non solo tace completamente la tragedia contemporanea dell’occupazione cinese e le sue brutali o sottili modalità, ma suggerisce inoltre, con argomentazioni superficiali e pretestuose, una distorta lettura della storia del Tetto del Mondo, della figura del Dalai Lama, del buddismo del Tibet e dei suoi rituali, in modo da offrire della cultura e della religione tibetana, ricca di elementi simbolici, un’immagine ridicolmente magica o addirittura truculenta. Il curatore della mostra dà informazioni distorte sulle relazioni storiche e politiche tra Tibet e Cina, presentandole tout court come un rapporto ininterrotto di totale sottomissione e appartenenza del Tibet alla Cina stessa, quando invece l’occupazione del Tetto del Mondo è stata riconosciuta moralmente, ma soprattutto storicamente giuridicamente, come illegale, violenta e inaccettabile.
Per tutte queste ragioni l’Associazione Italia-Tibet si schiera a fianco della Comunità Tibetana in Italia nel denunciare questa ennesima operazione di propaganda della Repubblica popolare cinese e dei suoi lacchè nostrani.
L’Associazione Italia-Tibet intende cogliere l’occasione della mostra per comunicare ai suoi visitatori e a tutti coloro che mostrano un interesse per la preziosa arte del Tibet, che cosa è veramente il Tibet di oggi al di là delle suggestioni e delle emozioni suscitate dalle opere esposte, opere che dovrebbero appartenere al popolo tibetano al quale sono state invece sottratte. Si tratta di capolavori che, nella maggior parte dei casi, sono stati per i tibetani oggetti di culto; oggi a Treviso vengono ridotti a semplici “oggetti” e a strumenti di mera speculazione commerciale nelle mani illegittime di un Paese occupante.
Di questo si parlerà a Treviso il 19 ottobre alle 21 presso la sala “Orsa Maggiore” della CNA- Viale della Repubblica 154.
ASSOCIAZIONE ITALIA-TIBET
Scarica e diffondi il pdf della locandina. Scarica qui la locandina.