Yonten Gyatso (durante la lettura della sentenza), monaco di 37 anni "colpevole" di aver diffuso la fotografia della monaca auto-immolata Tenzin Wagmo.
Sichuan, monaco tibetano condannato a 7 anni di carcere duro
La sua colpa è quella di aver diffuso notizie e fotografie sull’auto-immolazione della monaca Tenzin Wagmo. Arrestato e torturato per 8 mesi, è riapparso per il velocissimo processo e la lettura della sentenza. Intanto, le autorità proibiscono ai tibetani il suicidio: “Chi infrange la legge, rischia l’arresto”.
Pechino (AsiaNews) – La Corte intermedia del popolo della prefettura tibetana di Ngaba (Sichuan) ha condannato a 7 anni di carcere duro Yonten Gyatso (nella foto durante la lettura della sentenza), monaco di 37 anni “colpevole” di aver diffuso la fotografia della monaca auto-immolata Tenzin Wagmo. I giudici lo hanno ritenuto colpevole anche di “aver diffuso informazioni politiche all’estero” e di “aver cercato di contattare per telefono i funzionari delle Nazioni Unite preposti alla sezione diritti umani”. Gyatso è stato destinato alla prigione di Mianyang, nella provincia del Sichuan.
Il primo arresto del monaco risale al 18 ottobre del 2011. Gli agenti hanno fatto irruzione nel monastero Khashi Gyephel Samteling, dove Gyatso era maestro cantore [umze, carica interna ai monasteri buddisti di grande prestigio] e direttore della disciplina interna. Dopo l’arresto, era stato incarcerato e torturato nella prigione di Bhugang, nei pressi della capitale del Sichuan. Da allora è sparito per riapparire durante il processo.
Nel frattempo, i tentativi di fermare le auto-immolazioni da parte delle autorità comuniste rasentano il ridicolo: un cartello, diffuso durante la famosa gara equestre di Maqu, proibisce il suicidio ai presenti. Le autorità comuniste hanno infatti permesso, dopo uno stop di 4 anni, di celebrare la gara: un lungo percorso a cavallo in cui 12 squadre si sfidano per 5 giorni fra velocità e resistenza.
Tuttavia, data la notorietà della gara, i funzionari locali hanno inviato centinaia di agenti in tenuta anti-sommossa per prevenire ogni possibile protesta. Inoltre, hanno emanato un ordine pubblico in 11 punti che di fatto proibisce ai locali di “esprimere ogni forma di dissenso”. Nel testo si proibisce “il trasporto e l’uso di materiali infiammabili e velenosi” e la diffusione di volantini “dal contenuto politico, religioso, culturale ed economico”.
Il punto n°10 recita: “E’ vietato mettere in atto ogni forma di protesta, dimostrazione, appello, auto-immolazione e suicidio”. La pena per chi dovesse violare questo regolamento, secondo il punto n°11, “è la detenzione nei casi più leggeri di infrazione. Per chi infrange invece il punto 10 è previsto l’arresto e il giudizio davanti a un tribunale competente”.
DHARAMSHALA: A leading Tibetan monk of Khashi monastery in Ngaba who has invested his efforts in the preservation of Tibetan language and culture, and keeping unity among Tibetans, was sentenced to 7 years in prison on trumped-up charges on 18 June.
Yonten Gyatso behind bars at an unknown location
The Intermediate People’s Court in Ngaba allegedly charged Lho Yonten Gyatso, 37, over sending information to the United Nations Human Rights Council about the political situation in Tibet since the 2008 protest and releasing information and photo of Tenzin Wangmo after she set herself on fire on 17 October last year. He is currently lodged in a jail in Mianyang in China’s Sichuan Province.
On 18 October last year, Yonten Gyatso disappeared under mysterious circumstances from Ngaba, and his well-being and whereabouts remained unknown for the past six months. But a reliable information said he was in fact secretly detained and forcibly taken away to Sichuan by intelligence officials in Chengdu in collaboration with army officials in Ngaba. He was kept in a jail in Bungyang in Sichuan and severely tortured, pushing him at one point to the brink of suicide. He was later handed over to a relevant office in Ngaba, where the Intermediate People’s Court recently meted out to him a harsh 7-year prison sentence.
Yonten Gyatso prominently worked as Khashi monastery’s disciplinarian and head of the religious management committee. He was involved in the establishment of a Tibetan school in Khashi with the help of financial support from local businessmen in 1992. He taught Tibetan language at the school. He took a leading role in inviting scholars to encourage Tibetans across Ngaba to keep alive Tibet’s identity through preserving its distinct religion, culture, language, tradition, and morality. He has shown indomitable courage and determination in promoting unity and disseminating His Holiness the Dalai Lama’s teachings among the Tibetan public.
Khashi Monastery is located 2 kms to the west of main Ngaba town.
http://tibet.net/2012/08/21/prominent-tibetan-monk-brutally-tortured-and-jailed-for-7-years/