Dorjee Gyalpo, cinquantanove anni, il digiunatore ricoverato in ospedale.
Nel pomeriggio di oggi 19 marzo, 27° giorno dello sciopero della fame iniziato il 22 febbraio da tre attivisti tibetani davanti al palazzo delle Nazioni Unite, la polizia di New York ha chiesto l’intervento del Pronto Soccorso Medico per verificare le condizioni di salute dei tre digiunatori. Preoccupava lo stato di salute di Dorjee Gyalpo, cinquantanove anni, che, molto indebolito, non riusciva ad alzarsi. Nonostante l’opposizione dei tibetani presenti che hanno cercato di impedire il ricovero di Dorjee Gyalpo resistendo alla polizia e bloccando l’ambulanza, e il rifiuto a lasciare i compagni opposto dallo stesso attivista, Gyalpo è stato forzatamente ricoverato. Ha fatto sapere che proseguirà il digiuno in ospedale. Gli altri due digiunatori, Shingza Rinpoche e Yeshi Tenzin, continuano la loro protesta di fronte al Palazzo di Vetro. Venerdì 16 marzo il Primo Ministro Lobsang Sangay ha inviato al Segretario Generale delle Nazioni Unite Ban Ki Moon una lettera in cui chiede l’invio in Tibet di uno speciale incaricato ONU con il compito di verificare la “tragica ed esplosiva” situazione all’interno del Tibet, soprattutto nelle aree dove sono avvenute le trenta auto immolazioni. Nella missiva, il Kalon Tripa afferma che nel ribadire la propria richiesta “il Kashag (il governo tibetano) unisce la propria voce a quelle del parlamento, del popolo tibetano, delle Organizzazioni non Governative e dei tre digiunatori”.
E’ giunta oggi notizia che ieri, 19 marzo, è morto in un ospedale cinese di Lobsang Tsultrim il ventenne monaco del monastero di Kirti immolatosi il 16 marzo. Il monastero di Kirti in India ha fatto sapere che le autorità cinesi hanno immediatamente effettuato la cremazione della salma e consegnato alla famiglia solo una piccola parte delle ceneri. Dei trenta casi di auto immolazione avvenuti in Tibet dal 2009, ben diciannove sono stati compiuti nella zona di Ngaba.
La corrispondenza da New York – 19 marzo 2012
A riprova delle informazioni che parlavano di un rapido deteriorarsi delle condizioni di salute dei tre digiunatori, questo pomeriggio verso le 17,30 (ora locale) il Dipartimento di Polizia di New York ha inviato al presidio una ambulanza per fare un serio controllo medico dei tre.
Purtroppo Dorje Gyalpo, il più anziano del gruppo, è dovuto essere portato immediatamente in ospedale per controlli più accurati e, pare, per essere ricoverato. Comunque il presidente del TYC Tsewang Ringzin ha tenuto ha precisare che l’uomo non corre immediato pericolo di vita. Le condizioni di Shingza Rinpoche e Yeshi Tenzin sono invece risultate meno preoccupanti e, dopo la visita medica, sono quindi tornati a prendere i loro posti al presidio e continuano lo sciopero della fame. Secondo fonti attendibili, questo ”Indefinite Fast for Tibet” andrà comunque avanti. In mattinata, intorno alle 10,30 (ora locale), è venuto a fare visita ai tre digiunatori il rappresentante del Dalai Lama per gli USA e il Canada che si è poi trattenuto a parlare con Tsewang Ringzin. Sempre questa mattina è arrivata al presidio anche una troupe di giornalisti della “Canadian Broadcasting Corporation” che ha fatto interviste e riprese.
Fonti: Phayul – The Tibet Post
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