18 marzo 2009 RISOLUZIONE n. 62 CONSIGLIO REGIONALE DEL VENETO
RELATIVA A “INIZIATIVE PER IL RISPETTO DEI DIRITTI UMANI E DELLE LIBERTÀ DEMOCRATICHE IN TIBET”. – …
IL CONSIGLIO REGIONALE DEL VENETO
PREMESSO CHE:
– nel corso degli anni sono state assunte reiterate iniziative da parte di istituzioni regionali, nazionali, comunitarie ed internazionali volte a segnalare la violazione dei diritti fondamentali in Tibet, nonché a richiedere al Governo cinese di assumere iniziative volte a prevenire discriminazioni, a proteggere i diritti delle minoranze ed a riconoscere il Governo tibetano in esilio come legittimo rappresentante del Tibet;
– le stesse istituzioni regionali degli Stati dell’Unione europea, ed in particolare le rispettive assemblee elettive, non hanno mancato di levare la loro voce per impegnare i rispettivi Governi nazionali a farsi promotori in sede europea dell’assunzione di iniziative e dell’approvazione di documenti ufficiali, che invitino il Governo della Repubblica popolare cinese a dare seguito agli impegni assunti nelle sedi internazionali nei confronti della nazione tibetana;
RICORDANDO CHE:
– ricorre in questi giorni sia l’anniversario della invasione ed occupazione militare del Tibet da parte delle forze armate cinesi, sia il cinquantesimo anniversario dell’insurrezione di Lhasa contro l’occupazione militare e dell’inizio dell’esilio del Dalai Lama, capo spirituale e politico della nazione tibetana e già nel marzo 2008, in occasione delle commemorazioni dei precedenti anniversari, sono state segnalate manifestazioni di massa nella regione autonoma del Tibet e in regioni limitrofe da parte dei tibetani, che sono state represse dalle autorità cinesi, anche con il ricorso alle forze dell’esercito;
– questi decenni sono stati scanditi da un processo di sistematica colonizzazione economica e culturale della nazione tibetana ad opera del Governo cinese, che pone a grave rischio la stessa identità culturale del popolo tibetano e che non si è arrestato pur a fronte delle proteste della comunità internazionale a sostegno delle iniziative di resistenza pacifica, sino a sfociare periodicamente in forme di repressione violenta, che hanno provocato l’esilio, l’incarcerazione e la morte di decine di migliaia di persone;
– a nulla paiono valse le pur reiterate aperture di credito della comunità internazionale, che hanno condotto, tra l’altro, all’apertura dell’Organizzazione mondiale del commercio (WTO) alla Repubblica popolare cinese nel dicembre 2001 e all’assegnazione e celebrazione dei Giochi Olimpici di Pechino 2008 e gli impegni assunti in funzione ed in occasione di tali eventi dalle autorità cinesi;
– il Governo tibetano in esilio non persegue finalità di secessione del Tibet dalla Repubblica popolare cinese, ma chiede soltanto l’attuazione degli accordi che garantiscono il riconoscimento della autonomia del Tibet e il pieno rispetto della libertà religiosa;
EVIDENZIATO che l’Assemblea della Camera dei deputati, nella giornata di ieri martedì 10 marzo 2009, cinquantesimo anniversario dell’insurrezione di Lhasa, ha approvato all’unanimità una mozione concernente iniziative per il rispetto dei diritti umani e delle libertà democratiche in Tibet impegnando il Governo “a reiterare al Governo cinese le richieste del Parlamento europeo di aprire in via stabile e permanente il Tibet alla stampa, ai diplomatici – in particolare ai rappresentanti
dell’Unione europea – ed agli stranieri in generale ed a raccomandare alle autorità cinesi di rispondere positivamente alle richieste di visita avanzate dagli organismi ONU di monitoraggio della situazione dei diritti umani, considerando la possibilità di rivolgere loro un invito permanente, standing invitation, in modo da poter contribuire ad osservare quanto avvenuto in quella regione; a rafforzare la posizione comune in sede europea a favore di un dialogo costante, aperto, veritiero e costruttivo tra le autorità di Pechino ed i rappresentanti del Dalai Lama, essendo questi ultimi
interlocutori essenziali, al fine di giungere ad una soluzione mutuamente soddisfacente
della questione tibetana, che, nella cornice della Costituzione cinese e nel rispetto dell’integrità territoriale della Cina, assicuri il massimo grado di tutela e di autonomia per preservare la cultura, le tradizioni e la religione tibetane”;
ESPRIME
piena solidarietà al popolo tibetano;
CHIEDE AL GOVERNO ITALIANO
di assumere ogni iniziativa volta a promuovere un’azione coordinata delle istituzioni comunitarie ed internazionali, nei confronti del Governo della Repubblica popolare cinese per il riconoscimento della autonomia del Tibet, dei diritti umani del popolo tibetano e delle sue libertà sociale, religiosa e culturale.
IL PRESIDENTE
f.to Marino Finozzi