Dharamsala, 12 settembre 2011. Il governo nepalese ha ordinato l’arresto di venti ragazzi tibetani che, domenica 4 settembre, avevano varcato il confine tibetano ed erano entrati in Nepal. Accusati di ingresso illegale nel paese, i fuggitivi – quindici ragazzi e cinque ragazze di età compresa tra i 16 e 18 anni – sono stati fermati nei pressi di uno sperduto villaggio himalayano del Nepal occidentale mentre a piedi attraversavano il confine. L’Agenzia AFP ha fatto sapere che la polizia ha iniziato a dar loro la caccia a partire dalla notte di sabato 3 settembre, dopo averli individuati nella località di Padusen. Avevano raggiunto il confine dopo sedici giorni di cammino. Un ufficiale di polizia li ha scortati fino a Kathmandu. Ai ragazzi, in base all’accordo stipulato tra l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati e il governo nepalese, dovrebbe essere garantita la possibilità di raggiungere l’India e Dharamsala. Tuttavia, in analoghe precedenti occasioni, i profughi arrestati alla frontiera sono stati rispediti in Tibet dove hanno subito arresti e torture da parte delle autorità cinesi. Riferisce il sito tibetano Phayul che, nel febbraio del corrente anno, il sito Wikileaks aveva pubblicato un documento dell’Ambasciata americana a Delhi in cui si affermava che la Cina avrebbe garantito speciali ricompense ai funzionari di sicurezza nepalesi che avessero tratto in arresto i tibetani in fuga dal Tibet. Fonte: Phayul