Un sisma di magnitudo 6.8 ha colpito ieri la un’ampia area della catena montuosa. Il bilancio delle vittime e dei danni è destinato a crescere, perché alcune zone sono difficili da raggiungere.
Gangtok, 19 settembre 2011 (di Kalpit Parajuli ASCA-AFP). Si aggrava il bilancio delle vittime del sisma di magnitudo 6.9 che ha colpito ieri una vasta e remota area della catena himalayana compresa tra India, Nepal e Tibet. Secondo le cifre ufficiali, sono almeno 53 i morti, di cui 31 nello stato nord orientale indiano del Sikkim, la zona più colpita, mentre altre 9 persone sono rimaste uccise nel crollo di edifici in altri stati. Almeno sei le persone morte in Nepal, tre delle quali uccise dal crollo del muro dell’ambasciata britannica a Kathmandu. Secondo l’agenzia cinese Xinhua, sette sono invece le vittime in Tibet e ventidue i feriti. Le autorità cinesi hanno collocato l’epicentro del sisma a 40 chilometri dalla frontiera tra India e Tibet. La scossa è stata avvertita fino a Shigatse. Il terremoto è stato avvertito a più di 1000 chilometri di distanza a ovest a Nuova Delhi e in Bangladesh a est. Difficile il compito dei soccorritori: frane e piogge torrenziali stanno bloccando le principali arterie stradali montane e stanno impedendo agli elicotteri di levarsi in volo per raggiungere la zona dell’epicentro. Le squadre di soccorso a terra, però, stanno tentando di raggiungere la capitale dello stato del Sikkim, Gangtok, mentre più di 5000 soldati sono impegnati a ripristinare i collegamenti. Fonte: ASCA-AFP. Kathmandu (AsiaNews) – Almeno 32 persone sono morte nel terremoto di magnitudo 6.8 Richter che ha colpito ieri una vasta area della catena himalayana compresa tra India, Nepal e Tibet. Con il passare delle ore, sta emergendo l’entità della devastazione, anche se molte aree nello Stato nord orientale indiano del Sikkim sono ancora isolate a causa delle frane che bloccano le principali arterie montane. Le fonti ufficiali per ora indicano 18 morti in India, sette in Nepal e sette in Tibet. I feriti sarebbero un centinaio, mentre un numero imprecisato di persone sono ancora intrappolate sotto le macerie. I dispersi sono molto numerosi. I media indiani parlano di 50 soldati indiani dispersi durante le operazioni di soccorso, rese difficili dalla forte pioggia caduta ieri sera. L’epicentro del sisma è localizzato a Taplejung sulla frontiera tra il Sikkim e il Nepal, un’area di difficile accesso e con una popolazione sparsa. Sul posto sono stati inviati diversi battaglioni dell’esercito, che hanno soccorso finora 300 persone, tra cui 25 turisti, alcuni dei quali stranieri.In Nepal sono crollate almeno 36 case, e due monasteri, nell’est del Paese. Il terremoto ha creato situazioni di panico: la gente gridava chiedendo soccorso, alcuni si sono feriti gettandosi fuori dalle finestre delle abitazioni. In pochi minuti tutti gli edifici di Kathmandu si sono svuotati. I parlamentari nepalesi stavano discutendo della legge finanziaria del prossimo anno, e sono corsi verso il parcheggio davanti al Parlamento quando hanno avvertito la scossa.
Alcuni di loro sono scappati in pantofole, tenendo le scarpe in mano. Prakash Man Singh, leader del Nepali Congress, vedendo i parlamentari scappare tenendo in mano scarpe e sandali ha commentato: “La vita è importante e la gente non pensa ad altro”. Molti parlamentari hanno lasciato cellulari, laptops, borse e altri oggetti mentre fuggivano all’aperto. Il bilancio dei morti e dei feriti è destinato a crescere. Tre persone sono morte quando è crollato un muro che circonda l’ambasciata britannica. Nel sisma sono rimasti danneggiati due luoghi di importanza storica e culturale per il buddismo: il monastero di Jyalsa, a Salleri, e il monastero di Bikicholing, che si crede sia il più antico del Paese.