Sulla scorta di questo studio che vi riferiamo, il dottor Levitan e colleghi ritengono che, almeno in alcuni casi, la meditazione possa costituire alternativa ai farmaci nella gestione della depressione.
Nella cura della depressione, spesso la prima opzione dei medici è la prescrizione di psicofarmaci affiancati da terapia psicologica. Tuttavia, l’uso di sostanze chimiche può non essere indispensabile: queste possono essere sostituite da pratiche di meditazione. Lo ipotizza una ricerca del Centre for Addiction and Mental Health (Canada), diretta dal dottor Robert Levitan e pubblicata su “Archives of General Psychiatry”.
In base ai risultati presentati a dicembre negli “Archives of General Psychiatry”, la terapia basata sulla Mindfulness è risultata avere effetti simili ai farmaci antidepressivi di mantenimento per la prevenzione delle ricadute nei pazienti trattati con successo per la depressione.
Come introduzione all’articolo, gli autori scrivono“Le ricadute e la ricomparsa dei sintomi dopo un percorso di cura del disturbo depressivo maggiore sono eventi comuni e scoraggianti che hanno come conseguenza una serie di costi a livello personale, familiare e sociale”.
Il metodo standard per la prevenzione delle ricadute è una terapia di mantenimento con farmaci antidepressivi. Questa modalità risulta essere funzionale nella misura in cui i pazienti assumono i loro farmaci, ma almeno il 40 per cento di loro non lo fanno. “Un’alternativa alla terapia a lungo termine con antidepressivi, in particolar modo quelle che hanno come obiettivo il miglioramento dell’umore in un contesto di benessere generale, può destare interesse nei pazienti diffidenti rispetto alla terapia farmacologica prolungata”.Il dott. Zindel V. Segal, del Centro per le Dipendenze e la Salute Mentale di Toronto, Ontario, Canada, e colleghi, hanno studiato un campione rappresentativo di 160 pazienti tra i 18 e i 65 anni selezionati per soddisfare i criteri diagnostici per la depressione maggiore con una esperienza di almeno due episodi di depressione. In primis, i volontari hanno ricevuto farmaci antidepressivi, in modo da placare i sintomi. Dopo 8 mesi di trattamento 84 pazienti sono rientrati in osservazione.
I pazienti guariti sono stati assegnati casualmente ad uno di tre gruppi in trattamento: 28 di loro hanno continuato con il trattamento farmacologico; a 30 il trattamento è stato gradualmente sostituito con un placebo (gruppo di controllo); e 26 hanno interrotto il trattamento farmacologico sostituendolo con una terapia cognitiva basata (MBCT) sulla mindfulness: 8 sessioni settimanali.
Con questo tipo di terapia i pazienti imparano ad osservare i propri pensieri quando si sentono tristi, sostituendo le risposte automatiche associate con la depressione (come la ruminazione o l’evitamento) in opportunità per riflettere in modo efficace. Gli autori scrivono:“tutto ciò è facilitato dallo svolgimento di compiti a casa ed esercizi quali (1) registrazioni audio di esercizi orientati ad incrementare la consapevolezza di pensieri, sensazioni fisiche, emozioni, momento per momento; (2) accettazione delle difficoltà con un certo grado di auto-compassione; (3) sviluppo di un piano d’azione composto da strategie per intervenire precocemente al ripresentarsi dei primi segnali di allarme di ricadute nei sintomi depressivi”.
Durante i 18 mesi di osservazione, tutti i soggetti sono stati sottoposti a controlli regolari, ci sono state ricadute nel 38 % degli individui appartenenti al gruppo sottoposto alla terapia cognitivo comportamentale, nel 46 % del gruppo sottoposto a terapia di mantenimento farmacologico e il 60% di coloro appartenenti al gruppo sottoposto a placebo, dimostrando che la terapia cognitivo comportamentale e i farmaci risultano entrambe efficaci nella prevenzione delle ricadute.
Circa la metà (51%) dei casi sono stati classificati come “remissioni instabili”, intendendo con ciò individui che mostrano fluttuazioni dei sintomi o a tratti punteggi alti sulle scale per la depressione, invece di avere un punteggio medio basso tale da giustificare una remissione.
L’altra metà (49%) dei casi era costituita da individui con punteggi bassi nelle scale tali da essere classificati come remissioni stabili.
Tra le remissioni instabili, coloro che assumevano la terapia farmacologica o che si sottoponevano alla terapia cognitivo comportamentale avevano il 73% di probabilità in meno di avere delle ricadute rispetto a coloro che erano sottoposti a placebo.
Tra i casi di remissione instabile, non erano evidenti differenze tra i tre gruppi. Gli autori scrivono: “I nostri dati evidenziano che è necessario mantenere almeno un trattamento a lungo termine nei pazienti con depressione ricorrente e remissione instabile. Per coloro che non desiderano o non sono in grado di tollerare un trattamento farmacologico a lungo termine, la terapia cognitiva basata sulla mindfulness offre una equivalente protezione dalle ricadute per un periodo di 18 mesi”. Sulla scorta di questo, il dottor Levitan e colleghi ritengono che, almeno in alcuni casi, la meditazione possa costituire alternativa ai farmaci nella gestione della depressione.
Non è chiaro come la terapia cognitiva basta sulla mindfulness lavori esattamente, ma potrebbe modificare i circuiti neurali coinvolti nel processo di guarigione dai sintomi della depressione maggiore.
Nel seguente video, la dott.ssa Stefania Durando dell’Istituto Watson parla dell’efficacia della terapia cognitivo comportamentale nel trattamento della depressione. http://www.youtube.com/watch?v=IFXKySu-2lU&feature=player_embedded#at=48
Fonte: JAMA and Archives Journals (2010, December 9). Mindfulness-based therapy helps prevent depression relapse. ScienceDaily. Retrieved January 21, 2011.
Zindel V. Segal; Peter Bieling; Trevor Young; Glenda MacQueen; Robert Cooke; Lawrence Martin; Richard Bloch; Robert D. Levitan. Antidepressant Monotherapy vs Sequential Pharmacotherapy and Mindfulness-Based Cognitive Therapy, or Placebo, for Relapse Prophylaxis in Recurrent Depression. Archives of General Psychiatry, 2010; 67(12):1256-1264.
Una semplice – ma solo in apparenza – tecnica di meditazione (mindfulness):
-
Trova un posto confortevole per sederti
-
Mantieni una buona postura, composta e comoda
-
Chiudi gli occhi e inspira, concentrandoti sull’aria che dalle narici entra nei polmoni e li percorre tutti. Cerca di sentire il respiro nell’ombelico.
-
Focalizza l’attenzione sul respiro. Se la tua mente vaga, riportala indietro rifocalizzando l’attenzione sul respiro. Devi essere paziente con te stesso. La tua mente vagherà spesso nel passato e tenterà di proiettarti nel futuro. Questo è normale. Semplicemente, prendi atto di questo e, senza giudicare, riporta la tua attenzione sul respiro
-
Mentre respiri, lascia che la tua mente si diriga verso le spalle e altri punti di tensione; mentre respiri, prova a sciogliere queste tensioni.
-
Fai lo stesso con le tue braccia, lo stomaco, le gambe etc.
-
Riporta la concentrazione sul respiro, poi di nuovo sul corpo, sempre respirando
-
Dopo circa 30 minuti, apri gli occhi, fai due brevi respiri e poi, torna alla tua giornata.
http://www.psico-terapia.it/mindfulness-e-meditazione