Sua Santità Giovanni Paolo II riceve Sua Santità il Dalai Lama
Dharamsala (AsiaNews/Phayul)- Il Dalai Lama ha offerto preghiere speciali per Sua Santità Giovanni Paolo II. Lo ha fatto ieri, durante l’ultima sessione delle sue 3 settimane di insegnamento. Dopo le morte del papa, il leader tibetano ha scritto il seguente messaggio di condoglianze:
“Sua Santità Giovanni Paolo II era un uomo che ho sempre tenuto in grande considerazione. E’ stato un uomo determinato e di profonda spiritualità per il quale ho avuto grande rispetto e ammirazione. La sua esperienza in Polonia, allora un Paese comunista, e le mie personali difficoltà con il regime comunista ci hanno dato da subito un piano comune di comunicazione. La prima volta che ci siamo incontrati, mi ha colpito la sua grande praticità e la sua apertura, fatta di un ampio sguardo ai problemi globali. Non ho dubbi nel definirlo un grande leader spirituale. Sin dall’inizio si è instaurata fra noi un’amicizia stretta e personale, che si è confermata in diverse occasioni susseguenti. Eravamo in completo accordo su diverse questioni.
Il papa sentiva, come me, che come esseri umani noi non abbiamo bisogno solo di cose materiali, ma sentiamo la necessità di una spiritualità. Certamente, migliorare le cose materiali può migliorare noi stessi, dandoci conforto fisico, ma abbiamo anche un’intelligenza unica, una mente, che non può essere soddisfatta in maniera completa dalla mera materialità. Sia in pubblico, che a me personalmente, il papa ha sempre sottolineato con forza l’importanza dei valori spirituali, e insieme condividevamo l’ansietà che la generazione dei più giovani stesse perdendo interesse verso questi valori.
Eravamo in completa armonia anche nella necessità di promuovere l’armonia fra le diverse religioni. Ho avuto il privilegio di partecipare, come suo invitato, all’incontro inter-religioso che si tenne ad Assisi, un evento molto importante e molto significativo. Quell’incontro ha dimostrato alla comunità mondiale che, anche con le nostre diverse confessioni religiose, potevamo pregare insieme ed inviare un messaggio di pace da un’unica piattaforma.
Ho apprezzato profondamente anche la missione papale di portare la pace nel mondo. Nonostante l’avanzare dell’età ed il declino delle sue condizioni di salute, i suoi inesorabili sforzi nel visitare le differenti parti del mondo ed incontrare le genti che le abitano, per promuovere l’armonia e l’importanza dei valori spirituali, ha esemplificato non solo la sua profonda preoccupazione, ma anche lo sforzo subito per adempiere alla sua missione.
Il papa era molto comprensivo nei confronti del problema tibetano. Naturalmente, essendo a capo di un’istituzione che cerca di stabilire buone relazioni con la Cina, ed essendo seriamente preoccupato per lo status dei milioni di cristiani in quel Paese, non poteva esprimere questa convinzione pubblicamente od ufficialmente. Ma sin dall’inizio della nostra amicizia, lui mi disse di capire e comprendere la situazione tibetana, una comprensione che derivava dalla sua diretta esperienza con il comunismo in Polonia. Questa rivelazione mi diede un grande incoraggiamento personale.
Per finire, voglio esprimere la mia profonda ammirazione per l’abilità del papa nel perdonare persino il suo potenziale assassino. Questa capacità è stata una chiara indicazione del suo essere una vera personalità spirituale.