Lhasa: decine di arresti tra i presunti sostenitori della campagna “No Losar”
A Lhasa la polizia ha arrestato decine di tibetani sospettati di sostenere la campagna contro la celebrazione del Losar. The Times online riferisce che poliziotti sia in divisa sia in borghese assieme a membri della Polizia Armata Popolare hanno iniziato a compiere rastrellamenti nelle case da tè frequentate dai giovani tibetani. Molti degli arrestati sono stati accusati di “diffondere voci” sulla campagna contro la celebrazione del Losar, il Capodanno tibetano, che quest’anno cade il 25 febbraio.
Come si ricorderà, i tibetani hanno deciso di dedicare i giorni della festività al ricordo delle vittime della repressione cinese dello scorso anno. Numerosi messaggi e appelli sono stati fatti circolare e diffusi anche in Internet. In uno di questi messaggi si legge: “Per piangere i morti del 2008, i tanti eroi che hanno sacrificato le loro vite, in segno di vicinanza a tutti i tibetani, non dobbiamo festeggiare il nuovo anno ma, a mani giunte, dimostrare la nostra solidarietà”.
Nelle province ad etnia tibetana sono stai affissi alle pareti degli edifici manifesti artigianali, in cui si esorta la gente a non festeggiare il Losar. Uno di questi dice: “Mille tibetani sono morti, altri mille sono scomparsi. Voi, che siete salvi e vivi, se avete cuore, per favore, fate queste due cose: non cantate e non fate esplodere fuochi d’artificio; vi chiediamo solo questo, ricordiamo i morti e preghiamo per i vivi”. http://www.italiatibet.org/
A Lhasa, le autorità governative hanno ordinato ai dipendenti pubblici di impegnarsi ad andare ogni giorno al posto di lavoro, a rimanere nei loro uffici e a non prendere parte a dimostrazioni. L’ordine si estende anche ai famigliari e, hanno precisato le autorità, i disobbedienti saranno severamente puniti.
Nella provincia del Qinghai, i funzionari governativi si sono recati nelle case dei tibetani e hanno loro imposto di firmare un documento in cui dichiarano che si asterranno da ogni atto di violenza e che celebreranno l’arrivo del nuovo anno. Per festeggiare la ricorrenza del capodanno cinese, nella provincia del Gansu agli impiegati statali tibetani sono stati distribuiti fuochi d’artificio per un valore di 100 yuan. Non è ancora dato sapere se una simile distribuzione avverrà anche in occasione della festività tibetana.
Fuochi d’artificio sono stati distribuiti anche alle famiglie tibetane del distretto di Aba, nella vicina provincia del Sichuan, teatro, lo scorso mese di marzo, di diffuse proteste, con la richiesta di farli esplodere sulle colline attorno ai templi e ai monasteri. Alcuni tibetani si sono opposti e si sono adoperati affinché l’ordine fosse disatteso dall’intera comunità. “Nessuno andrà ai loro matrimoni, funerali o alle loro feste”, ha dichiarato una fonte tibetana.