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Il Dalai Lama e la gioia per la liberazione di Aung San Suu Kyi
Novembre 14th, 2010 by admin

aung-sang-su-kyiIn proposito, proprio oggi Sua Santità il Dalai Lama, che è in esilio dal suo Tibet dal 1959, ha così dichiarato: Accolgo con favore la notizia della liberazione della collega Premio Nobel Aung San Suu Kyi. Estendo il mio pieno sostegno e solidarietà al movimento per la democrazia in Birmania e colgo l’occasione per appellarmi alle persone che amano la libertà in tutto il mondo per sostenere questi movimenti non-violenti.
Prego e spero che il governo della Repubblica popolare cinese rilasci il collega Premio Nobel Liu Xiaobo ed altri prigionieri di coscienza che sono stati imprigionati per aver esercitato la loro libertà di espressione”.

Aung San Suu Kyi, la leader democratica divenuta un’icona della libertà e della brutalità della giunta birmana, è stata liberata. Dialogo, unità, riconciliazione sono gli slogan del suo primo discorso in pubblico. La Signora ha detto di voler incontrare anche il dittatore Than Shwe e di non conservare alcun odio verso i suoi carcerieri. La leader storica della battaglia per la democrazia ha salutato la folla radunatasi fuori della sua casa. Appare molto magra, ma determinata. Fra l’altro ha affermato: “Dobbiamo lavorare insieme per raggiungere il nostro scopo”. Secondo testimoni la signora, che ha salutato la folla radunatasi da ieri fuori della sua casa, appare molto magra, ma determinata. Fra l’altro ha affermato: “Dobbiamo lavorare insieme per raggiungere il nostro scopo”. Guarda qui il suo primo videomessaggio http://video.ilsole24ore.com/SoleOnLine5/Video/Notizie/Asia%20e%20Oceania/2010/birmania-videomessaggio-san-suu-kyi-youtube/birmania-videomessaggio-san-suu-kyi-youtube.php .

Aung San Suu Kyi si è recata alla sede del suo partito, la Lega nazionale per la democrazia (Lnd), dopo anni di arresti domiciliari, terminati lo scorso 13 novembre. Ieri  La leader democratica ha tenuto il suo primo discorso pubblico davanti a migliaia di persone, sottolineando la speranza di un cambiamento nel Paese e chiedendo a tutte le forze di rimanere uniti. Fra i suoi sostenitori vi è esultanza, ma vi sono anche coloro che temono e per possibili attentati alla sua sicurezza e alla sua vita. Nel suo discorso di ieri ella ha chiesto a tutti i birmani di “non perdere la speranza”. “Dobbiamo lavorare insieme – ha aggiunto. Noi birmani tendiamo a credere nel fato, ma se vogliamo il cambiamento, dobbiamo impegnarci personalmente”. Definendosi “un’operaia, insieme a tanti altri, per la democrazia”, Aung San Suu Kyi ha sottolineato l’importanza di restare uniti e di dialogare fra i vari gruppi dell’opposizione, ma anche con la giunta.

La “Signora” ha detto di essere pronta a incontrare il generalissimo Than Shwe e di non conservare “alcun odio” verso coloro che l’hanno detenuta in questi anni. E ha espresso il desiderio di incontrare rappresentanti dei vari Paesi della comunità internazionale per vedere come allentare le sanzioni contro il Myanmar che “colpiscono il popolo birmano”. Fra la gente vi è una gioia diffusa. Fonti birmane di AsiaNews affermano che la sua liberazione è come una promessa che “tutto il Myanmar sarà libero. Il nostro Paese può dimenticare di mangiare e bere, ma non possiamo dimenticare la nostra fame e sete di libertà, diritti umani, educazione. Aung San Suu Kyi e molti altri che combattono dentro questa oppressione sono la nostra speranza”. Altre fonti temono però per la sua sicurezza: “Le hanno fatto male per tutti questi anni, oggi basterebbe un ordigno per eliminarla, come è avvenuto per Benazir Buttho”. Per questo – continuano le fonti – “per garantire la sua sicurezza è importante il sostegno internazionale”.

La liberazione della “Signora” è stata applaudita da tutta la comunità mondiale. Il presidente del Comitato per il Premio Nobel, Thorbjoern Jagland, ha invitato Aung San Suu Kyi ad Oslo per ritirare il premio a lei assegnato nel ’91 e mai ritirato. Aung San Suu Kyi, 65enne, ha trascorso 15 degli ultimi 21 anni agli arresti. L’ultimo provvedimento restrittivo della giunta risale all’agosto del 2009, con la condanna ai domiciliari per 18 mesi, con l’accusa di aver ospitato un cittadino americano nella sua abitazione. La vicenda è apparsa da subito un pretesto per mantenere la leader dell’opposizione in stato di fermo e impedirle di partecipare alle elezioni generali – le prime in 20 anni – che si sono tenute lo scorso fine settimana. Sul voto pesano le accuse di brogli e la Nobel per la pace ha già promesso che, una volta libera, collaborerà nelle inchieste sul regolare svolgimento delle elezioni. Ha inoltre chiarito che non accetterà “condizioni” alla sua liberazione, fra cui l’ipotesi di rinunciare alla lotta politica a fianco dell’opposizione birmana.- Asia news.

Notizie sulla Birmania: www.burmanet.org, www.irrawaddy.org , www.mizzima.com

Notizie sull’attività dei monaci amici: www.thebestfriend.org (alexandra@thebestfriend.org = volontaria tedesca), www.ashin.de

Sasana Moli International Burmese Monks Organization (IBMO): www.burmesemonks.org

All Burma Monks Alliance, monaci in Birmania e in esilio (ABMA): www.allburmamonksalliance.com

All Burma I.T. Students Union (ABITSU): www.abitsu.org

Amici di Daw (=Signora) Aung San Suu Kyi: www.dassk.org

Amici della Birmania: www.freeburmaitaly.com (info@freeburmaitaly.com)

Per la democrazia in Birmania: (CISL) www.birmaniademocratica.org (brighi@cisl.it)

Associazione Krio hirundo aiuta i rifugiati birmani e le tribù delle montagne: www.kriohirundo.webnode.it (nel loro sito un documento video interessante: Report – cronache da un paese blindato”)

Aiutare senza confini, l’associazione che aiuta i rifugiati e anche i poveri in Birmania: www.aiutaresenzaconfini.org (info@aiutaresenzaconfini.org)

L’organizzazione pro-birmana di Milena Kaneva (Bulgaria, parla anche italiano): www.freedomfromfearfoundation.org / mkproduction888@gmail.com

v. anche: Democratic voice of Burma

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Roberto Tofani, giornalista, esperto della Birmania: Via Morlupo 43, 00191 ROMA, www.sudestasiatico.com, r.tofani@sudestasiatico.com , cell. — 347 6226948,

Associazione Italia-Birmania Giuseppe Malpeli Cell. 329 2214194

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Un libro di Aung San Suu Kyi: Lettere dalla mia Birmania. Sperling&Kupfer 2007

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BIRMANIA

Il popolo birmano ha ricevuto tanta simpatia nel mondo soprattutto a causa delle manifestazioni pacifiche dei monaci birmani. La Via della non-violenza: Gandhi – Dalai lama – Martin Luther King – monaci birmani … Potrebbe essere un buon esempio per le altre popolazioni. Emma Bonino aveva incontrato Aung San Suu Kyi dieci anni fa, dice: “Questa lotta non violenta è una grande lezione che il popolo birmano sta dando non solo al regime militare, ma al mondo intero.”

La cultura birmana è fortemente cultura buddhista. Nel tempo del Buddha 500 a.C. due mercanti Tapussa e Bhallika; Tapussa veniva dalla Birmania, portò alcuni capelli di Buddha nel suo paese  sono conservati dentro Shwedagon Pagoda, il luogo più sacro in Birmania. Più largamente il buddismo si è diffuso dopo il tempo di Ashoka. Circa 600 dopo Cristo la scuola theravada diventò la scuola principale in Birmania. Mille anni fa il buddismo della Birmania riceveva forti influenze dallo Sri Lanka.

Gli inglesi nel mille-ottocento conquistarono la terra birmana; i monaci iniziarono la resistenza pacifica negli anni 1920- Il monaco U Ottama faceva digiuni, come Gandhi.

Un giovane patriota di nome Aung San guidò la Birmania verso l’indipendenza negli anni 40; lui era il padre di Aung San Suu Kyi. E’ stato ucciso prima dell’indipendenza nel 1948. Dal 1948 al 1974 il nome uffiale del paese era Union of Burma. Negli anni ’50 in Birmania vigeva una economia prospera, il premier U Nu. Negli anni -60 il birmano U Thant era il capo delle Nazioni Unite.

Nel 1962 il golpe del generale Ne Win – “socialismo birmano”, un strano socialismo astrologico … negli anni successive una dittatura sempre più brutale. Negli anni 80 la popolazione iniziò a protestare contro la dittatura; il ruolo dei monaci fu essenziale con manifestazioni pacifiche. Nel ’88 repressione dura; i soldati durante una manifestazione iniziarono a sparare contro i manifestanti; ci furono circa 3.000 morti. La protesta era capeggiata da Aung San Suu Kyi, che i birmani chiamano “La Signora”. Nel 90 in Birmania si erano svolte le elezioni libere: la coalizione democratica vinse con 82 % dei voti – si poteva pensare che finalmente la Birmania diventasse uno Stato democratico – ma la giunta militare annullò il risultato delle votazioni, e mise in carcere i leader della coalizione democratica. Nel ’91 il premio nobel per la pace fu consegnata alla Signora; da 18 anni è negli arresti domiciliari. Nella sua casa pratica meditazione. Nella sua casa pratica meditazione. Per i birmani Aung San suu Kyi è la speranza, come Dalai Lama per i tibetani. 400mila uomini hanno paura di una donna!

In Birmania oggi circa 55 milioni di abitanti; la maggioranza, 69 %, parla il bamar che è parente del tibetano; minoranze shan, karen, mon ecc. 85 % sono buddisti; minoranze mussulmani, indù e cristiani.

Nella vita sociale monasteri importanti: luoghi di culto, scuole, orfanotrofi ecc. In ogni paesino ci sono templi e bellissime pagode. In Birmania circa mezzo milioni di monaci e novizi; 50 mila “suore” buddiste. Molti monaci sono temporanei, hanno presi voti per alcuni mesi. La maggioranza dei buddhisti birmani hanno fatto esperienza monastica all’età di 14-21 anni, come in Thailandia. I monaci sono continuamente in contatto con il popolo.

La situazione economica peggiora ogni anno. Le università non funzionano bene, spesso sono chiusi perché il governo ha paura degli studenti – alcuni monasteri organizzano corsi delle lingue ecc per i laici; quindi molti studenti studiano nei monasteri.

La situazione economica peggiora ogni anno. Cina usa Birmania come colonia, commercio del legno teak. Colpevoli anche molti multinazionali, per esempio il colosso petrolifero Total – fanno grandi business in Birmania, il soldi vanno nelle tasche dei 12 generali e nelle spese dell’esercito.

A settembre 2007 sono cominciate le manifestazione spontanee dei monaci a Pakokku, Yangoon, Mandalay e in altri luoghi. Una parte della protesta è non ricevere offerte dai funzionari del regime. … Simbolo: la ciotola rovesciata.

Nel suo libro “Lettere dalla mia Birmania” Aung San Suu Kyi parla del monastero-paesino Thaminya, una comunità, un ecovillaggio vegetariano in campagna. Aung San Suu Kyi ha incontrato il maestro Thaminya. Il regime voleva “comprare” il maestro negli anni novanta regalandogli una macchina di lusso; il maestro ha ricevuto la macchina, ma l’ha usato solo per lavori, come per esempio portare cemento ecc.

Dopo le libere elezioni nel 90 Mr.Sein Win è stato nominato primo ministro del National Coalition Government of Burma, ma dopo la repressione di quell’anno vive in esilio in America. Quello governo in esilio è il governo legittimo della Birmania!

Il governo golpista militare si è trasferito lontano da Yangoon e fondato un nuovo capitale nella giungla a Naypyidaw; è un tipo di bunker di lusso, protetto dai soldati hanno paura del popolo! Il capo della giunta è il generale Thang Shwe, superstizioso, che prende decisioni secondo i consigli degli astrologi.

L’unica vera lotta per migliorare la vita sul pianeta Terra è la via della non-violenza, come hanno insegnato concretamente per esempio Mahatma Gandhi, Dalai Lama, Martin Luther King, Aung San Suu Kyi e i monaci birmani …

Importante è la non-violenza, agire per i diritti umani senza odio. Sempre fare quello che è giusto, senza paura, come aveva detto il maestro U Pandita a Aung San Suu Kyi.

I nostri veri nemici sono odio e paura! Un monaco che è stato arrestato e torturato, dopo che è stato liberato disse: “Non provo odio verso I miei aguzzini. Spero che un giorno anche loro trovino la pace.”


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