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Tibet, sale il bilancio delle vittime per fango e smottamenti: 702 morti, 1042 dispersi
Agosto 10th, 2010 by admin

Fino a oggi pomeriggio le autorità cinesi avevano indicato in 337 vittime il bilancio dei morti delle inondazioni nella contea di Zhoqu, nella prefettura tibetana autonoma di Gannan, nella provincia del Guansu. Continua a salire il bilancio dei morti provocati dai gravi smottamenti e dal fango nel distretto di Zhouqu, nella Cina nord-occidentale. L’agenzia cinese Xinhua (Nuova Cina) riferisce che i morti ritrovati sono ormai 702, mentre i dispersi restano 1.042. Fino a oggi pomeriggio le autorità cinesi avevano indicato in 337 vittime il bilancio dei morti delle inondazioni nella contea di Zhoqu, nella prefettura tibetana autonoma di Gannan, nella provincia del Guansu. I funzionari del locale ufficio degli affari civili hanno detto invece oggi in conferenza s tampa che le vittime sono salite a 702, portando poi il numero dei dispersi da 1.148 a 1.042. Ma per loro stessa ammissione, si teme che il bilancio delle vittime possa aumentare ancora, dal momento che mancano notizie da alcuni villaggi. …Intanto, il governo cinese ha ordinato la chiusura di oltre duemila fabbriche considerate inefficienti dal punto di vista energetico, nell’ambito di una vasta strategia per ridurre i consumi. Il provvedimento, che riguarderà soprattutto vecchie fonderie e altri stabilimenti giudicati obsoleti dal governo di Pechino, verrà attuato entro la fine di settembre, e avrà un costo in termini occupazionali ancora non del tutto chiari. Secondo i dati dell’Agenzia internazionale per l’energia (Aie), nel 2009 la Cina ha superato gli Stati Uniti per consumo complessivo di energia, nonostante il consumo pro capite sia ancora decisamente inferiore a causa della vasta popolazione del gigante asiatico. A finire sulla ‘lista nera’ del ministero dell’Industria sono state 2.087 fabbriche, perlopiù acciaierie e cementifici con processi di lavorazione a bassa efficienza energetica, situate prevalentemente nella provincia centrale di Henan e in quella settentrionale di Shaanxi. Secondo gli analisti, il provvedimento rappresenta un passo decisivo verso gli obiettivi fissati dal governo di Pechino, tra cui la riduzione del 20 percento del consumo di energia per unità di ricchezza prodotta entro la fine dell’anno.


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