- Dimostrazione contro lo sfruttamento minerario del Tibet.
In Tibet, in un sottodistretto di Namling, nella prefettura di Shigatse, 30 tibetani hanno lanciato sassi contro dieci veicoli di sicurezza cinesi e sono stati arrestati. Le proteste dei civili sono cominciate quando, in aprile, una compagnia cinese ha avviato nel territorio dei lavori di imprecisata “estrazione mineraria”, compromettendo le falde acquifere e impedendo il pascolo degli animali. “I tibetani della zona sono disperati e si sono appellati alle autorità locali per fermare le attività di estrazione” ha rivelato una fonte. “Hanno spiegato quanto le operazioni stiano danneggiando le condizioni ambientali del territorio”. LEGGI TUTTO …L’estrazione di risorse, avviata in una zona tradizionalmente adibita alle mandrie, oltre a impedire il pascolo degli animali, ha anche inquinato le falde acquifere compromettendo le riserve di acqua potabile. Le ripetute proteste da parte dei civili alle autorità locali non sono servite a nulla. Al contrario, sono state inviate forze di sicurezza per presidiare la zona e mettere a tacere le lamentele. “I tibetani erano così disperati che hanno attaccato i veicoli che trasportavano le forze di sicurezza con pietre e sputi. La polizia ha risposto sparando in aria tre volte e arrestando diversi civili. Molti di loro sono stati picchiati duramente” ha dichiarato una seconda fonte. “Dei 30 detenuti, due sono stati spostati dalla prigione di Shigatse e non sappiamo dove sono”. Il giorno dopo gli arresti avvenuti il 21 maggio, ma dei quali si è avuta notizia soltanto ieri sera, le autorità hanno visitato tutte le case del luogo comunicando che gli scavi sarebbero andati avanti. La polizia presidia tutt’ora diverse strade. Sul blog sina.com un ufficiale della pubblica sicurezza di Shigatse ha scritto: “Più di 50 abitanti sono stati arrestati. Non è la prima volta che succedono incidenti simili in questa zona. Ogni anno ce n’è uno, ma il governo non può mostrarsi debole”. (AsiaNews/Agenzie)