- Sua Santità il Dalai Lama sorride benevolmente durante le celebrazioni per il suo 75° compleanno, a sinistra vediamo Sua Santità Gyalwa Karmapa.
Il 6 luglio 2010 Sua Santità il 14° Dalai Lama del Tibet ha compiuto 75 anni, centinaia di migliaia, anzi milioni, di persone in tutto il mondo gli fanno gli auguri e celebrano il settantacinquesimo compleanno del Dalai Lama, leader spirituale del buddismo tibetano in esilio a Dharamsala, nel nord dell’India. Nonostante la pioggia, circa 5mila sostenitori si sono riuniti davanti al tempio himalayano di McLeod Ganj, dove il Dalai Lama vive dal 1959, quando fu costretto a fuggire dal Tibet in seguito alla sollevazione repressa nel sangue dal governo cinese, vedi le immagini http://dalailama.com/gallery/album/0/73 . A Washington DC, la Presidente del Congresso Nancy Pelosi ha salutato il Dalai Lama per il suo 75 ° compleanno come “un uomo di pace e di saggezza” e ha esortato la Cina a dialogare seriamente con lui sul problema del Tibet. “Sua Santità ha espresso la volontà di visitare la Cina e ad impegnarsi direttamente con i funzionari d’alto livello. E mia sincera speranza che Pechino inviti Sua Santità in Cina per reali trattative”, ha aggiunto in un comunicato. …
La parlamentare democratica, che frequentemente critica la grave situazione dei diritti umani in Cina, ha dichiarato che il leader spirituale in esilio “ha fatto diventare la situazione dei diritti umani in Tibet una questione di interesse internazionale, ed è passato fin troppo tempo da quando se ne è chiesta la soluzione.” “Un accordo negoziato garantirebbe la stabilità interna in Tibet ed irrobustirebbe la reputazione della Cina nel mondo”, ha aggiunto la Pelosi. “Per il 75 ° compleanno di Sua Santità il Dalai Lama, offro il mio costante apprezzamento per l’incessante impegno in tutta la sua vita per promuovere la compassione, la pace ed i diritti umani per tutti i popoli del mondo”, ha concluso. Oggi è il 75esimo compleanno del leader buddista, che smentisce chi lo dava per malato e incontra di persona i fedeli riuniti davanti al suo monastero. Il primo ministro tibetano ad AsiaNews: “Chiediamo al Papa di pregare per noi. Pechino ha paura del Dalai Lama, ecco perché opprime il Tibet”.
Alla cerimonia di celebrazione del 75 ° compleanno di Sua Santità il Dalai Lama sono interventi degli ospiti speciali e Sua Santità ha fatto un breve discorso in lingua tibetana e si sono succeduti spettacoli culturali con artisti tibetani e indiani http://dalailama.com/webcasts/post/115-his-holinesss-75th-birthday . Sfidando la pesante pioggia incessante, migliaia di esuli tibetani – vecchi e donne, monaci e monache buddisti – con le popolazioni locali della comunità indiana e turisti hanno partecipato alla celebrazione del 75° compleanno di Sua Santità il Dalai Lama. Per la buona salute e la lunga vita del Dalai Lama si sono svolte sessioni di speciali preghiere, tra cui un rituale cerimoniale di bruciare incenso a Lhagyal Ri. Sua Santità il 17 Gyalwang Karmapa, i capi del governo tibetano in esilio, incluso il Kalon Tripa (primo ministro) Prof. Samdhong Rinpoche, il Presidente del Parlamento tibetano signor Penpa Tsering e altri alti funzionari dell’Amministrazione centrale tibetana e dignitari indiani hanno partecipato alla funzione. Anche un gruppo di cinesi provenienti dall’Australia per l’occasione ha salutato il Dalai Lama. Per i tibetani in tutto il mondo il compleanno del Dalai Lama è una delle occasioni annuali più importanti e di buon auspicio ed è normalmente caratterizzato da celebrazioni elaborate secondo la tradizione tibetana. Nel suo breve discorso, il Dalai Lama ha ringraziato i tibetani e sostenitori in tutto il mondo per gli auguri di compleanno ed ha aggiunto che il clima di paura prevalente all’interno del Tibet non avrebbe permesso ai tibetani di commemorare l’evento nella loro stessa patria. “Tutti quei tibetani in Tibet, pieni di speranze e desideri celati nel loro cuore, non hanno altra scelta se non quella di tenerli gelosamente in serbo dentro di loro. Voglio ringraziarli per aver mantenuto la loro fede e la determinazione “.
A parte questo, il Dalai Lama ha esclamato scherzosamente tra un applauso e le risate fragorose: “Oggi non ho nulla di speciale da dire. È il mio compleanno, e non è opportuno né che mi dilunghi in discorsi autocelebrativi, né auto denigratori”. “Per chi vive in Tibet sarà un festeggiamento interiore, riservato al cuore” ha detto ad ‘AsiaNews’ Samdhong Rinpoche, primo ministro del governo tibetano in esilio. Invitando i suoi sostenitori a mostrare compassione per gli altri, il Dalai Lama ha ricordato che “anche a questa età trovo il tempo per i miei studi buddisti, che mi danno forza, pace, felicità e salute”.
Negli ultimi anni sono circolate diverse notizie sullo stato di salute del leader religioso, seguite con attenzione dalla diaspora tibetana e dal governo cinese, a causa dell’incertezza sulla sua successione. Pechino rivendica il diritto a dare la sua approvazione finale alla nomina della quindicesima reincarnazione di Avalokiteshvara, il bodhisattva della compassione che, secondo la tradizione buddista, rinunciò al ‘nirvana’ per aiutare gli uomini a raggiungere l’illuminazione.
Pechino considera il Dalai Lama un pericoloso separatista che trama per l’indipendenza del Tibet, parte imprescindibile del territorio cinese. Il governo tibetano in esilio ha invece più volte ribadito di non chiedere sovranità, ma autonomia culturale e religiosa per il Tibet. La Cina ha rifiutato qualsiasi concessione, affermando che l’autonomia del Tibet costituisce una “violazione della Costituzione cinese”.
Nel frattempo, però, continua la persecuzione contro i tibetani: oltre alla consueta repressione operata dal regime di Pechino, anche il governo del Nepal ha scelto di usare il pugno di ferro contro gli esuli. In occasione del compleanno, infatti, le autorità di Kathmandu hanno arrestato decine di manifestanti.
Dall’Australia all’Europa si sono svolte decine e decine di manifestazioni in sostegno del Dalai Lama, premio Nobel per la pace nel 1989. Smentendo chi lo dava malato, la quattordicesima reincarnazione di Avalokiteshvara (il Buddha della compassione) ha partecipato di persona ai festeggiamenti e ha incontrato i fedeli.
Samdhong Rinpoche, primo ministro del governo tibetano in esilio, dice ad AsiaNews: “I tibetani di tutto il mondo dovrebbero cercare di mettere in pratica gli insegnamenti di Sua Santità: non violenza, compassione e preghiera. Noi auguriamo al nostro leader spirituale una vita lunga e in salute. Nel corso dell’anno, prenderemo delle misure per migliorare e proteggere l’ambiente, come ci insegna il buddismo: Sua Santità è molto vicino all’ecologia, e non c’è miglior modo per festeggiare il compleanno”.
Nonostante questi aspetti positivi, però, il governo cinese ha proibito ai tibetani di festeggiare il compleanno. Il popolo tibetano, infatti, non può augurare una lunga vita al Dalai Lama o bruciare incenso per lui, come è tradizione: persino esporre una sua fotografia può costare la galera. Secondo Pechino, infatti, il leader buddista è un pericoloso separatista. Per Rinpoche, “ogni tibetano, dentro o fuori la regione, festeggerà il compleanno di Sua Santità”.
Per chi vive in Tibet, prosegue, “sarà un festeggiamento interiore, riservato al cuore. Le loro preghiere e i loro meriti accumulati sono semi di gioia per il mondo. I cinesi mostrano la loro profonda insicurezza e paura, nell’imporre misure così ridicole: hanno paura della popolarità del Dalai Lama, e usano il proprio potere per sopprimere e opprimere il cuore dei tibetani. Ma, anche se possono controllare i corpi, non possono controllare i cuori e le menti”.
Questa festa, conclude il primo ministro, “è un’occasione per ringraziare tutti coloro che amano la pace per il loro sostegno ai tibetani. Non si sono piegati alla pressione e continuano ad incoraggiarci. A mani giunte, chiediamo a Sua Santità Benedetto XVI di benedire e pregare per il Dalai Lama, per il popolo sofferente del Tibet e per la pace e l’armonia dell’umanità”.
In tutto il mondo i tibetani e i sostenitori della loro causa hanno celebrato l’anniversario della nascita del leader spirituale e temporale di un popolo che da oltre cinquant’anni subisce le conseguenze dell’invasione e dell’oppressione. Mentre, all’interno del Tibet occupato, i tibetani mettono a repentaglio la loro incolumità e la loro stessa vita chiedendo a gran voce il suo ritorno, il Dalai Lama, simbolo vivente della sua gente, si adopera instancabilmente per una soluzione pacifica della questione del Tibet.
In questa occasione siamo orgogliosi di ricordare come la nostra Associazione abbia sostenuto il Dalai Lama e la sua instancabile opera a favore della causa tibetana e dei principi di pace e tolleranza basati sempre sulla cultura del dialogo e della comprensione reciproca. Dialogo e comprensione purtroppo non corrisposti da parte cinese ma che devono essere perseguiti almeno tra coloro che amano il Tibet ed il suo popolo, anche se talvolta hanno visioni e sensibilità diverse su come affrontare e risolvere il problema tibetano.
Il Dalai Lama ha viaggiato instancabilmente per tutto il mondo ripetendo la sua disponibilità al dialogo e la rinuncia all’indipendenza (che comunque rimane un diritto morale e giuridico di un paese illegalmente occupato) e chiedendo per la sua gente almeno il rispetto della cultura, del diritto alla libertà religiosa, della lingua, delle tradizioni all’interno della Repubblica Popolare Cinese, quella che oggi viene chiamata la “genuine autonomy”. Rinuncia non poco dolorosa ma, nella speranza di una disponibilità da parte cinese a negoziare, di fatto accettata anche dalle decine e decine di migliaia di tibetani che avevano perso i propri congiunti, uccisi o imprigionati dalla polizia cinese e dalle guardie rosse o che erano fuggiti in India alla ricerca di una nuova esistenza, lontani dalla patria ma vicini al loro riferimento spirituale e politico.
Abbiamo avuto la fortuna e il privilegio di avere tante volte Sua Santità disponibile ad incontrarci in modo anche informale e intimo e da questi incontri abbiamo tratto moltissimi insegnamenti e spunti di riflessione su come relazionarci agli “altri” e persino con quelli che consideriamo “nemici”. Ci è stato suggerito il beneficio del dubbio e l’abbandono degli atteggiamenti ciechi e fideistici. Il Dalai Lama ama ripetere di non credere a una sola parola di quello che lui stesso dice finché non l’abbiamo verificato in prima persona.
In tema di compleanno, nel 1985, a Rikon, in Svizzera, per la cerimonia di conferimento dell’iniziazione di Kalachakra, in quei giorni il Dalai Lama compiva 50 anni e c’era un gran fermento per festeggiarlo. Il Dalai Lama, con il suo sorriso a noi tutti ben conosciuto, disse: “Non capisco molto questa vostra abitudine di festeggiare il giorno della nascita. Nella nostra cultura il compleanno è un giorno come un altro e non ci sono davvero ragioni per fare festa. Vorrei invece dirvi, e lo ritengo importante, che “Every day must be an useful day. Ogni giorno deve essere un giorno UTILE, un giorno in cui si fa qualcosa per gli altri”. Crediamo che il vero modo di festeggiare il compleanno del Dalai Lama consista nel mettere in pratica questo principio. Perché ci sia dialogo, comprensione, rispetto e cooperazione. Concludiamo quindi con una dichiarazione del Kalon Tripa Prof. Samdhong Rinpoche, capo del governo tibetano in esilio: “La politica reciprocamente vantaggiosa della Via di Mezzo, che è stata adottata dalla stragrande maggioranza dei tibetani sotto la guida di Sua Santità il Dalai Lama, è l’unico modo per risolvere la questione del Tibet. Il Kashag sta perseguendo questa politica, basata sul fatto che gode del sostegno della schiacciante maggioranza dei tibetani e del parlamento tibetano in esilio che l’ha approvata all’unanimità” ha aggiunto.
“I giovani tibetani sono diventati sempre più inquieti e scettici che questo tipo di processo di dialogo con la leadership cinese porti a qualche effettivo risultato.
Tuttavia, il primo ministro tibetano ha affermato: “Inoltre, il fatto che i tibetani con una volontà costante sono stati in grado di continuare l’opposizione non-violenta è una fatto per noi di grande orgoglio. Guardando i cambiamenti che stanno prendendo piede nel mondo e all’interno del paese, la questione del Tibet si sta dirigendo verso una soluzione.
Fonti: Phayul, AsiaNews Nirmala Carvalho, http://www.italiatibet.org/