- Due nuovi aeroporti riverseranno presto migliaia di turisti alla base dell´Everest
Non si ferma la lunga marcia cinese nel cuore del Tibet. Due nuovi aeroporti riverseranno presto migliaia di turisti alla base dell´Everest e a Nagchu, sul più selvaggio degli altopiani settentrionali dell´Himalaya. Si contenderanno il primato di scali più alti del mondo. A Shigatse, lungo la strada che collega Lhasa con Kathmandu, in Nepal, si atterrerà a 3900 metri, 200 più in alto rispetto alla mitica città del Potala. A Nagchu la pista supererà i 4500 metri, la più alta del mondo.
Il braccio di ferro è complesso: a Shigatse infatti, l´aeroporto principale sarà sotto i 4000 metri ma da lì voli leggeri ed elicotteri, in meno di un´ora trasporteranno però i visitatori fino ad una pista più alta, anch´essa in via di costruzione, presso il monastero di Rongphu, a 4900 metri. Di qui, in mezz´ora di fuoristrada, le comitive potranno raggiungere il campo base del «tetto del mondo», a quota 5150. Il turismo di massa conquisterà così definitivamente le valli estreme dei massicci dell´Asia, abitate da contadini e pastori tibetani. Il campo base di quello che per la popolazione locale resta il Qomolangma, già oggi bivacco per l´alpinismo di massa, sarà trasformato in centro commerciale con caffetteria e negozi di souvenir. Il via ai voli per l´Everest, 8851 metri, partirà in ottobre e i tour operator cinesi promuovono già i pacchetti di andata e ritorno in giornata da Lhasa. … In soli tre giorni, fermandosi pure a visitare il palazzo abbandonato dal Dalai Lama nel 1959, sarà possibile andare dalla Città Proibita di Pechino al punto di partenza delle ascese più straordinarie del pianeta. Dopo l´apertura della nuova strada asfaltata verso il Nepal, il percorso da Lhasa richiede oggi quattro giorni. Fino a otto anni fa i viaggiatori accompagnati dalle carovane degli yak impiegavano settimane. Nell´antica prefettura di Nagchu, sul pressoché disabitato altopiano di Changtang, è in costruzione invece quello che diventerà l´aeroporto più alto del mondo per voli di linea. La pista si sta scavando a quota 4502, in una zona dove l’aria contiene il 60% dell´ossigeno presente al livello del mare. Anche qui l´obiettivo è aprire l´Himalaya al turismo organizzato. A Nagchu esiste già una stazione della ferrovia dei record, che da quattro anni collega la capitale cinese con Lhasa. Il tratto tibetano, grazie ai treni pressurizzati che corrono sul permafrost lungo 1956 chilometri di massicciata, trasporta tremila passeggeri al giorno da Golmud, nel Qinghai, alla città sacra dei buddhisti. L´86% del percorso si trova oltre i 4mila metri di quota, con un passaggio a 5072. E´ la tratta ferroviaria più spettacolare della terra. Oggi la folla, in particolare gli stranieri, la ignora. Per evitare i due giorni di treno fino a Xining, lascia il Tibet dall´aeroporto di Lhasa. Secondo la nuova industria turistica cinese, l´aeroporto di Nagchu attirerà migliaia di comitive, aprendo al business una regione occupata dagli ultimi nomadi pastori che salgono dallo Xinjiang. Potranno però atterrare anche i voli militari, volti a tenere sotto controllo i 130 monaci «indipendentisti» del monastero di Shabten. E´ affiliato a quello di Sera a Lhasa, epicentro delle più recenti rivolte represse nel sangue.
Il progetto più strategico, che porterà da quattro a sei gli aeroporti aperti dalla Cina in Tibet, è però lo scalo di Shigatse. Entro l´anno funzionerà a pieno regime anche il nuovo tratto della ferrovia, che con 250 chilometri collega la «porta degli Ottomila» con Lhasa. L´aeroporto, costato 72 milioni di dollari e battezzato «Della Pace», servirà a scaricare milioni di cinesi han nel monastero di Tashilhunpo. I lavori di ristrutturazione, dopo l´abbandono seguito alla Rivoluzione Culturale, sono quasi ultimati. Tashilhunpo è uno dei sei monasteri dell´ordine gelugpa, ma è soprattutto la sede del Panchem Lama, la seconda figura più importante del buddhismo tibetano, inferiore solo al Dalai Lama.
E´ sull´attuale Panchem Lama, scelto dalle autorità cinesi nel 1995, che Pechino punta per chiudere il tempo del Dalai Lama in esilio in India. Un mese fa Gyaltsen Norbu, a vent´anni, è stato nominato membro dell´Assemblea consultiva del popolo, il parlamento cinese. Sviluppare il turismo nella residenza del Panchem Lama cinese, collegarla per via aerea alla capitale e trasformare anche Shigatse in una ricca città a maggioranza han, fa parte del piano di «de-tibetanizzazione» della regione più vasta del Paese.
Modernizzazione, colonizzazione e crescita economica del Tibet sono i pilastri della pacificazione forzata della regione. L´obiettivo non si fermerà a strade, ferrovie e aeroporti. A partire da maggio l´Himalaya avrà anche la prima compagnia aerea della sua storia. La cinese Tibet Airlines farà base allo scalo di Konggar, alle porte di Lhasa, avrà un capitale di 42 milioni di dollari e per i prossimi cinque anni conterà su 20 aerei, tra Boeing 737 e Airbus A319. Con i voli per´Everest si chiude definitivamente l´epoca libera del Tibet inaccessibile e autentico, l´avventura del grande alpinismo d´esplorazione. Per la Cina cade l´ultima frontiera del mercato turistico del secolo. GIAMPAOLO VISETTI PER LA REPUBBLICA –
http://altrimondi.gazzetta.it/2010/05/everest-un-aeroporto-violera-i.html