Repubblica — 16 giugno 1993 pagina 14 sezione: POLITICA ESTERA
VIENNA – Il Dalai Lama arriva all’ Austria Center verso le 5 e mezza del pomeriggio. Parla per venti minuti con alcuni rappresentanti delle organizzazioni non governative, poi si avvia, abbracciato al premio Nobel per la pace Perez Esquivel, verso la tenda allestita da Amnesty International ai piedi della “Donau Turm”, la torre della televisione a pochi metri dalla riva del Danubio. Di lì, mentre piove a dirotto, rivolge al mondo la sua allocuzione. Il “caso diplomatico” che aveva scosso la Conferenza dell’ Onu sui diritti umani si è risolto, come probabilmente si concluderà la Conferenza stessa, con un compromesso più ipocrita che meschino. Alois Mock, il ministro degli Esteri austriaco padrone di casa, ha offerto al Dalai Lama la possibilità di parlare in una sala del Center destinata alle Organizzazioni non governative. Nessuna solennità cioè, nessuna ufficialità. Il leader tibetano ha accettato solo per una questione di principio, facendo rilevare però che non avrebbe tenuto il suo intervento in una stanza che al massimo può ospitare 200 persone. Il risultato: hanno fatto finta di vincere tutti. Gli austriaci dicono di aver garantito il diritto di parola al Dalai Lama contro tutti i veti e gli ostruzionismi; i cinesi sostengono di aver raggiunto il loro obiettivo di impedire “qualsiasi contatto” tra il loro nemico e “qualsiasi delegazione ufficiale di qualsiasi paese in qualsiasi forma”. Ambienti vicini al leader tibetano affermano che è stata vinta una battaglia di principio in quanto è stato consentito l’ accesso all’ edificio dove si tiene la Conferenza. Nel suo intervento, “Sua Santità il XIV Dalai Lama del Tibet”, senza mai citare il nemico storico, vale a dire la Cina che dal 1950 occupa il territorio himalayano ai confini con l’ India (sul quale rivendica diritti risalenti al tredicesimo secolo), ha affermato che “soprattutto i regimi autoritari e totalitari contestano l’ universalità dei diritti umani” ed ha aggiunto: “E’ naturale che le nazioni, i popoli e gli individui esigano il rispetto dei loro diritti e delle loro libertà e vogliano porre fine alla repressione, al razzismo, allo sfruttamento economico, all’ occupazione militare e alle diverse forme di colonialismo e di dominazione straniera”. –
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