Il Parlamento Europeo condanna la brutale repressione delle manifestazioni dei tibetani, chiede un’indagine ONU e il rilascio delle persone arrestate. Sollecita poi una posizione comune UE sulla partecipazione all’inaugurazione dei Giochi olimpici, disertando l’evento se non riprende il dialogo con il Dalai Lama. La Cina deve anche aprire il Tibet alla stampa estera e rispettare gli impegni sui diritti umani e delle minoranze. I deputati attendono con interesse la visita del Dalai Lama al Parlamento.
Approvando con 580 voti favorevoli, 24 contrari e 45 astensioni una risoluzione sostenuta da tutti i gruppi i politici eccetto l’IND/DEM, il Parlamento europeo condanna fermamente «la brutale repressione dei dimostranti tibetani» da parte delle forze di sicurezza cinesi e «tutti gli atti di violenza» avvenuti in Tibet, e chiede «un’indagine aperta e indipendente» da svolgere sotto gli auspici delle Nazioni Unite.
Esprimendo le proprie condoglianze alle famiglie delle vittime, inoltre, il Parlamento rivolge un appello alle autorità affinché presentino un elenco delle persone detenute, trattino queste ultime conformemente al diritto internazionale in materia di diritti umani e «non ricorrano in nessuna circostanza alla tortura». Invita poi il governo cinese a garantire assistenza legale agli arrestati e chiede l’immediato rilascio di tutti coloro che hanno manifestato pacificamente esercitando il loro legittimo diritto alla libertà di espressione.
Nel ricordare che il Dalai Lama ha definito “genocidio culturale” questa «reazione sproporzionata della Cina», il Parlamento rende omaggio al capo spirituale dei tibetani per averli sollecitati «”a praticare la non violenza”» e per aver respinto le richieste di indipendenza proponendo invece una soluzione che persegue un’autentica autonomia culturale e politica e la libertà religiosa. Un approccio, questo, sostenuto dai deputati.
L’Aula ha peraltro approvato un emendamento di Roberto MUSACCHIO (GUE/NGL, IT) che conferma l’impegno del Parlamento «per l’integrità territoriale della Cina» ma – con 204 voti favorevoli, 404 contrari e 34 astensioni – ha respinto la parte che asseriva «il rispetto del principio “una sola Cina”».
Il Parlamento appoggia la dichiarazione del Dalai Lama secondo il quale i Giochi olimpici rappresentano «una grande opportunità per la libertà di tutto il popolo cinese». E’ convinto, infatti che, con l’organizzazione dei Giochi, la Cina possa «aprirsi al mondo e viceversa». In tale contesto, invita la Presidenza in carica dell’UE a adoperarsi per trovare una posizione comune dell’UE in merito alla partecipazione dei capi di Stato e di governo e dell’Alto rappresentante dell’UE alla cerimonia di inaugurazione dei Giochi olimpici, «con un eventuale rifiuto a partecipare qualora le autorità cinesi non riavviassero il dialogo» con il Dalai Lama. Nel deplorare infatti che i negoziati tra le autorità cinesi e il Dalai Lama «non abbiano condotto ad alcun risultato», chiede l’apertura di un «dialogo costruttivo senza precondizioni, mirante a giungere ad un accordo politico globale». Il Parlamento rinnova anche l’invito a designare un inviato speciale per le questioni tibetane, allo scopo di promuovere il dialogo tra le parti e seguire da vicino i negoziati una volta che saranno ripresi. Ha peraltro respinto un emendamento di Verdi e ALDE che vedeva con favore l’invito del Dalai Lama alla cerimonia d’apertura dei Giochi «come segno di buona volontà».
Criticando il trattamento spesso discriminatorio contro le minoranze etniche cinesi, il Parlamento sollecita la Cina «a non strumentalizzare» i Giochi olimpici 2008 per arrestare dissidenti, giornalisti e attivisti nel campo dei diritti umani «al fine di impedire manifestazioni e la diffusione di notizie giudicate imbarazzanti per le autorità». Sollecita inoltre le autorità cinesi ad aprire il Tibet alla stampa estera e ai diplomatici, a cessare immediatamente la censura e il blocco dei siti web esteri e chiede il rilascio di tutti i giornalisti, utenti Internet e cyberdissidenti detenuti in Cina. In tale contesto, come proposto da Monica FRASSONI (Verdi/ALE, IT), il Parlamento chiede anche l’immediata liberazione di Hu Jia, l’attivista dei diritti umani condannato a tre anni e mezzo di prigione. D’altra parte, i deputati, invitano la Cina a porre termine alla politica di indagare sulle convinzioni politiche degli atleti olimpici e a non escluderli dai Giochi olimpici qualora dissentano dalla posizione ufficiale del governo cinese.
Più in generale, il Parlamento invita la Cina a rispettare i propri impegni pubblici nei confronti dei diritti umani e delle minoranze, della democrazia e dello Stato di diritto come annunciato nella decisione del comitato olimpico internazionale che ha consentito a Pechino di organizzare i Giochi. Dovrebbe inoltre ratificare senza indugio – «e comunque prima dei Giochi olimpici» – la Convenzione internazionale sui diritti politici e civili, nonché adottare una moratoria sulla pena di morte come chiesto dalla risoluzione ONU del 18 dicembre 2007.
I deputati attendono con interesse che il Dalai Lama giunga in visita al Parlamento europeo per pronunciarsi in seduta plenaria nel corso del 2008 e chiedono di vagliare la possibilità di anticipare tale visita. L’Aula ha tuttavia respinto un emendamento proposto da Marco PANNELLA (ALDE/ADLE, IT), Marco CAPPATO (ALDE/ADLE, IT) e Monica FRASSONI (Verdi/ALE, IT), che affermava il sostegno del Parlamento alle dichiarazioni di alcuni Ministri degli esteri dell’UE secondo cui il Dalai Lama dovrebbe essere invitato a Bruxelles per incontrare il Consiglio ed esortava la Presidenza UE a fare «tutto il possibile» affinché tale visita avvenisse quanto prima.
Al termine della votazione, il Presidente PÖTTERING ha auspicato che il messaggio del Parlamento venga recepito da chi di dovere. Si ricorda che, in occasione del dibattito tenutosi lo scorso 26 marzo, il Presidente aveva dichiarato che «ogni politico responsabile si deve chiedere se può partecipare alla cerimonia di apertura qualora i leader cinesi non cercheranno un dialogo e un compromesso». Nell’esprimere poi la sua solidarietà al Dalai Lama aveva sottolineato che non si deve permettere di collegare al terrorismo il capo spirituale dei tibetani e demonizzarlo. Aveva poi invitato le autorità di Pechino a «negoziare con il Dalai Lama – nel rispetto dell’integrità territoriale della Cina – per raggiungere un’intesa che rispetti e garantisca l’identità culturale e religiosa del popolo tibetano».
http://www.vivocaserta.org/unione-europea-stop-alla-repressione-in-tibet/