Risoluzione del Parlamento europeo del 12 marzo 2009 sul 50° anniversario della rivolta in Tibet e del dialogo tra Sua Santità il Dalai Lama e il governo cinese
Il Parlamento europeo ,
– viste le sue precedenti risoluzioni sulla Cina e sul Tibet, in particolare la sua risoluzione del 10 aprile sul Tibet (1) e del 10 luglio 2008 sulla situazione in Cina dopo il terremoto e prima dei Giochi olimpici (2) ,
– vista la dichiarazione di Sua Santità il Dalai Lama dinanzi al Parlamento europeo il 4 dicembre 2008,
– vista la dichiarazione sul Tibet resa dall’Amministrazione statunitense e dall’Unione europea al vertice UE-USA del 10 giugno 2008,
– visto l’articolo 108, paragrafo 5, del regolamento,
A. considerando che nel marzo 2009 ricorre il 50° anniversario della fuga di Sua Santità il Dalai Lama dal Tibet e l’inizio del suo esilio in India,
B. considerando che gli otto cicli di colloqui tra gli inviati di Sua Santità il Dalai Lama e i rappresentanti del governo cinese non hanno dato esito e non ne è prevista la continuazione,
C. considerando che il Memorandum sulla effettiva autonomia del popolo tibetano, prodotto su richiesta del governo cinese e presentato da inviati di Sua Santità il Dalai Lama all’ottavo ciclo di colloqui nel novembre 2008 a Pechino, rispetta i principi alla base della Costituzione cinese e l’integrità territoriale della Repubblica popolare cinese, ma è stato respinto dal governo cinese in quanto considerato un tentativo di “semi-indipendenza” e “indipendenza mascherata”,
D. considerando che Sua Santità il Dalai Lama ha fatto appello alla non violenza, è stato insignito del premio Nobel per la pace nel 1989 per il suo impegno e non chiede l’indipendenza del Tibet bensì la ripresa dei negoziati con le autorità cinesi, onde giungere a un accordo politico globale su un’effettiva autonomia, nel quadro della Repubblica popolare cinese,
E. considerando che negli scorsi giorni le autorità cinesi hanno rafforzato la sicurezza in Tibet, impedendo ai giornalisti e agli stranieri di visitare la regione e cancellando i permessi già rilasciati agli stranieri, mettendo in atto una dura campagna repressiva nei confronti del popolo tibetano,
F. considerando che un elevato numero di monaci del monastero di An Tuo, nella provincia cinese di Qinghai, sono stati arrestati il 25 febbraio 2009 durante una marcia pacifica in occasione del nuovo anno tibetano,
1. sollecita il governo cinese a considerare il Memorandum sulla effettiva autonomia per il popolo tibetano del novembre 2008 quale base per un dibattito sostanziale che conduca ad un cambiamento positivo e significativo in Tibet, conforme ai principi enunciati nella costituzione e nelle leggi della Repubblica popolare cinese;
2. invita il Consiglio ad accertare cosa sia avvenuto esattamente durante il negoziati tra la Repubblica popolare cinese e gli inviati di Sua Santità il Dalai Lama;
3. invita la Presidenza del Consiglio, in occasione del 50° anniversario dell’esilio di Sua Santità il Dalai Lama in India, ad adottare una dichiarazione che inviti il governo cinese ad avviare un dialogo costruttivo al
fine di pervenire a un accordo politico globale e ad includere un riferimento al Memorandum sulla effettiva autonomia del popolo tibetano;
4. condanna tutti gli atti di violenza, siano essi azioni da parte di dimostranti o repressione sproporzionata da parte delle forze dell’ordine;
5. invita il governo cinese a rilasciare immediatamente e incondizionatamente tutte le persone che sono in stato di detenzione soltanto per aver partecipato a proteste pacifiche e a rispondere per tutti coloro che sono stati uccisi o risultano scomparsi e per tutti i detenuti, specificando la natura delle accuse a loro carico;
6. chiede alla autorità cinesi di garantire ai media stranieri accesso al Tibet, ivi comprese le zone tibetane al di fuori della Regione autonoma del Tibet, e di abolire il sistema dei permessi speciali richiesti per l’accesso
alla Regione autonoma del Tibet;
7. sollecita le autorità cinesi a garantire agli esperti ONU di diritti umani e alle Organizzazioni non governative internazionali riconosciute accesso senza restrizioni al Tibet, in modo che possano esaminare la situazione ivi vigente;
8. sollecita la Presidenza del Consiglio a prendere l’iniziativa di inserire la questione del Tibet nell’ordine del giorno di una riunione del Consiglio Affari generali, al fine di discutere il contributo dell’Unione europea alla
ricerca di una soluzione per il Tibet;
9. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione, ai governi e ai parlamenti degli Stati membri, nonché al Presidente, al governo e al parlamento della Repubblica popolare cinese e a Sua Santità il Dalai Lama.
(a firma Marco Cappato, Marco Pannella, Monica Frassoni e Thomas Mann – presidente Intergruppo Tibet)