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Preghiera di Lunga Vita a Sua Santità il Dalai Lama
Settembre 21st, 2024 by admin

Sua Santità il Dalai Lama”Sono nato nell’Amdo e mi chiamavo Lhamo Dhondup, ma sono diventato un qualcuno in grado di spiegare il Dharma e di impegnarmi in discussioni fruttuose con gli scienziati. Credo di essere stato in grado di dare un contributo alla causa del Tibet ed alla preservazione del Buddhadharma.

18 settembre 2024. Thekchen Chöling, Dharamsala, HP, India – Quando questa mattina Sua Santità il Dalai Lama ha raggiunto la soglia della sua residenza, i rappresentanti dei gruppi che hanno offerto la cerimonia odierna, appartenenti alla Tibetan Women’s Association, ex studenti della Central School for Tibetans a Dalhousie e persone provenienti da Lhasa e dai distretti circostanti, gli si sono avvicinati per porgergli omaggio e dargli il benvenuto. Quindi, guidati da monaci che suonavano i corni, hanno scortato Sua Santità al tempio i cui pilastri e travi erano avvolti in tessuti colorati e ghirlande di petali di calendula. Il percorso dal cancello di Sua Santità alla porta del tempio era ricoperto da un tappeto rosso su cui erano sparsi petali di calendule.

Al passaggio di Sua Santità donne in costumi elaborati cantavano su entrambi i lati della navata. Davanti al tempio, si sono esibiti per dargli il benvenuto dei ballerini acrobatici Tashi Shölpa e Tro-gar. Quando gli fu offerto il tradizionale Chema-changphu di benvenuto, Sua Santità ne lanciò in aria qualche chicco, prese un pizzico di tsampa e immerse il dito in tazze di chang e latte.

Sua Santità camminò con passo sicuro verso l’ascensore e poi tutto intorno al tempio fino alla porta. Qua e là si fermò per parlare con i membri della folla e per benedire i rosari che gli porgevano. Come da sua abitudine, si fermò ad un certo punto per sorridere e salutare le persone radunate per vederlo sulla strada sottostante.

Nel tempio, Sua Santità si sedette su un trono ornato di ghirlande di petali di calendula. Indossò un cappello giallo da Pandit per ricevere il benvenuto dal Ven Samdhong Rinpoché, il Lama che presiedeva la cerimonia odierna, Rinpoché era affiancato nel guidare i lavori da, alla sua destra, Ven Lobsang Dhargyey, Lobpön del monastero di Namgyal e, alla sua sinistra, da Bari Rinpoché.

Furono quindi serviti tè, pane e riso dolce. Oggi, la cerimonia era basata sul testo “Concedere l’essenza dell’immortalità” composto dal Grande Quinto Dalai Lama in seguito ad una visione che ebbe di Guru Padmasambhava nella forma di Amitayus. Il rituale invocava gli Otto Aspetti di Guru Rinpoché e Khandro Yeshé Tsogyal. Nei momenti chiave della performance, Sua Santità indossava un Cappello rosso da Pandit. È stata recitata una preghiera che invocava i Protettori del Dharma del Tibet, inclusi i dodici Ten-mas, che Sua Santità compose negli anni ’70.

Il Ven Samdhong Rinpoché ed un rappresentante della Tibetan Women’s Association (TWA) hanno offerto un mandala a Sua Santità chiedendogli di vivere a lungo. Gli è stato poi offerto un vaso di nettare di lunga vita, liquore di lunga vita, pillole di lunga vita, una freccia di longevità adornata con uno stendardo di seta e torte rituali che rappresentano attività pacifiche, crescenti, di controllo e di forza. Gli vennero poi presentati vassoi con gli otto simboli di buon auspicio, sette emblemi reali e otto sostanze di buon auspicio.

Fu quindi recitata la preghiera per la lunga vita di Sua Santità composta dai suoi due Tutori.

Seguì un intermezzo musicale durante il quale i laici tibetani intonarono il canto di appartenere ad una stirpe che discende dai tempi dei re ancestrali. Grazie al buon karma ed alle aspirazioni precedentemente formulate, dichiararono di essere nati nella Terra delle Nevi, dove le persone sono particolarmente imparentate con Chenrezig e devono essere da lui domate. L’ode continuò a riferirsi a Sua Santità, anch’egli nato nella Terra delle Nevi e diventato un pilastro di pace nel mondo.

“Siamo grati a te, Sua Santità il Dalai Lama, Gyalwa Tenzin Gyatso”, cantarono, “Per favore, rimani saldo e vivi a lungo. Sei il protettore del popolo tibetano”. Rivolgendosi al pubblico, Sua Santità ha detto: “Quindi, oggi, avete ripetuto queste preghiere e mi avete chiesto di vivere a lungo. Mi avete definito colui che può aiutare la gente delle Tre Province del Tibet. Siamo qui riuniti insieme come risultato dei meriti e delle preghiere che abbiamo accumulato in passato, ma siamo nati in un momento difficile.

“Sono nato nell’Amdo e mi chiamavo Lhamo Dhondup, ma sono diventato un qualcuno in grado di spiegare il Dharma e di impegnarmi in discussioni fruttuose con gli scienziati. Credo di essere stato in grado di dare un contributo alla causa del Tibet ed alla preservazione del Buddhadharma. Ho anche creato il karma e ho fatto preghiere per essere di beneficio alle genti della Cina, dove c’è un crescente interesse per l’insegnamento del Buddha.

“Continuerò a cercare di soddisfare i desideri del Buddha. Nel frattempo, lo spirito della gente del Tibet rimane impavido, per favore, vi esorto: mantenete alto il vostro spirito. Noi, il popolo delle Tre Province del Tibet, manteniamo queste grandissime tradizioni, l’eredità che abbiamo ricevuto da Nalanda. Vorrei ringraziare tutti voi per i vari contributi che avete dato”.

È seguita una preghiera a Guru Padmasambhava. I rappresentanti dei patroni della cerimonia odierna si sono avvicinati al trono e hanno reso omaggio a Sua Santità che ha consegnato a ciascuno di loro una sciarpa di seta bianca ed un nastro rosso di protezione.

Sono state fatte preghiere a Guru Rinpoché ed è stato offerto un mandala a Sua Santità in segno di ringraziamento per aver accettato la richiesta di vivere a lungo.

La cerimonia si è conclusa con la “Preghiera per la lunga vita di Sua Santità in un singolo verso”, una “Lode ad Amitayus”, una “Preghiera per la fioritura degli insegnamenti non settari del Buddha”, “Linee di buon auspicio” e la “Preghiera delle parole di verità”. Sua Santità ha quindi lasciato il tempio e, sorridendo mentre camminava ai presenti in entrambi i lati del percorso, si è diretto verso l’ascensore. Nel cortile del tempio ha preso posto su un golf cart e, sempre sorridendo e salutando le persone che catturavano il suo sguardo, ha fatto ritorno alla sua residenza.


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