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Sua Santità il Dalai Lama in pellegrinaggio al Jokhang di Leh
Luglio 16th, 2023 by admin

Sua Santità il Dalai Lama: “Guardate, oggi il cielo è azzurro e la terra è limpida. Le persone che vivono in tali circostanze dovrebbero considerarsi fratelli e sorelle e dovrebbero evitare di essere disturbate da emozioni negative. Non dovremmo essere egoisti. Non dovremmo disprezzare o denigrare le altre persone. Dovremmo lavorare per il loro benessere. Più coltiviamo un atteggiamento altruistico, più le nostre emozioni negative si placheranno. Questo è il mio approccio alla pratica.

14 luglio 2023. Shewatsel, Leh, Ladakh, India – Questa mattina, Sua Santità il Dalai Lama si è recato da Shewatsel Phodrang alla città di Leh, dove ha compiuto un pellegrinaggio al Jokhang, il tempio principale. All’ingresso è stato accolto dai funzionari e, all’interno del tempio, dai Lama. Ha reso omaggio alle immagini sacre, ha salutato l’assemblea ed ha preso posto.

Essendo giunto in Ladakh”, Sua Santità ha così esordito all’assemblea, “oggi sono venuto qui nel Jokhang. Facciamo tutti affidamento al seguente verso da “Entrare nella via del Bodhisattva” https://www.sangye.it/altro/?p=2431.

Finché ci sarà lo spazio,

E finché ci saranno gli esseri senzienti,

Fino ad allora, possa rimanere anch’io

Per aiutare a dissipare la sofferenza del mondo.

Lo recito ogni giorno come una preghiera per il desiderio di essere al servizio degli altri. Il Buddha stesso ha accumulato meriti e saggezza per tre innumerevoli eoni allo scopo di servire gli altri. Era motivato dall’altruismo ed alla fine divenne illuminato.

Tutti noi abbiamo la natura di Buddha. La nostra vera natura è quella di essere liberi da contaminazioni, eppure, nel frattempo, siamo soggetti a contaminazioni che sono temporanee. La natura fondamentale della mente è chiara luce, chiarezza e consapevolezza: e tutti l’abbiamo. Non è un qualcosa che otteniamo facendo degli sforzi, la possediamo tutti naturalmente. La nostra mente di chiara luce è oscurata da contaminazioni avventizie, ma, facendo affidamento sulle parole del Buddha, possiamo eliminarle.

Eliminando le contaminazioni nella sua mente, il Buddha raggiunse il Corpo di Verità-Saggezza. E il fattore fondamentale per raggiungerlo è anche dentro di noi. Tutti noi abbiamo questa natura fondamentale sulla base della quale raggiungere l’illuminazione.

Quando diciamo che prendo rifugio nel Buddha, non è come se ci rivolgessimo a qualcun altro da qualche altra parte, perché tutti noi abbiamo dentro una mente di chiara luce, che, nella sua natura intrinseca, è libera da contaminazioni. Quella purezza naturale è oscurata da contaminazioni accidentali che diventano sempre più sottili man mano che ci impegniamo nella pratica dei Tre Addestramenti: Moralità, Concentrazione – meditazione, Saggezza. Quando finalmente riusciamo a rimuovere le contaminazioni che oscurano la mente, anche noi possiamo ottenere il Corpo di Verità che il Buddha ha conseguito. Il vero significato di prendere rifugio nel Buddha è considerare lo stato risultante che raggiungeremo”.

Sua Santità ha ricordato che ci sono molte tradizioni religiose nel mondo. Ha ricordato che a Lhasa c’era una comunità di musulmani che, non solo erano riconosciuti dal governo tibetano, ma erano anche invitati alle funzioni governative. Di conseguenza, ha ricordato che anche allora aveva molti amici musulmani.

Ha notato che al momento ci sono molte persone che hanno scarso interesse personale per la religione, che tuttavia si interessano alla tradizione tibetana. In questo contesto ha citato una strofa finale del “Grande Trattato sugli Stadi del Sentiero” https://www.sangye.it/altro/?cat=110 di Jé Tsongkhapa https://www.sangye.it/altro/?p=11772.

Ovunque l’insegnamento del Buddha non si è diffuso

Ed ovunque si è diffuso ma è declinato

Possa io, mosso da grande compassione, chiarire compiutamente

Questo tesoro di eccellente beneficio e felicità universale.

Anche nei luoghi in cui il buddismo si è diffuso ma si è affievolito, è comunque apprezzato: perché il suo vero fondamento è la compassione. È ammirato anche da coloro che non hanno un reale interesse per la religione.

Sia che si parli di seguaci dell’islam, del cristianesimo, dell’induismo o del giainismo: siamo tutti esseri umani. Qui su questa terra, siamo fratelli e sorelle. Pertanto, dovremmo coltivare un buon cuore ed un atteggiamento altruistico gli uni verso gli altri. È così che si costruirà un mondo pacifico.

Sfortunatamente, nel mondo di oggi vediamo troppo spesso sorgere pregiudizi e divisioni tra le nostre tradizioni religiose. Le nostre varie fedi possono adottare punti di vista filosofici contrastanti, ma tutte ci consigliano di essere gentili ed utili gli uni con gli altri.

Quando viaggio in luoghi diversi, cerco di visitare la moschea locale, il tempio indù e giainista, la chiesa cristiana e così via. Certo, sono buddista, ma riconosco che queste varie tradizioni religiose consigliano tutte i valori della gentilezza e dell’altruismo. Anche tra le nostre tradizioni buddiste abbiamo varie scuole di pensiero come i Particolaristi-Vaibashika, i Seguaci dei Sutra-Sautrantika, i Differenziatori-Vaisheshika, i Praticanti della Condotta Yogica-Yogacharia, i Proponenti della Coscienza-Vijnaptivadin, i seguaci della Solo Mente – Chittamatra, gli Autonomisti – Svatantrika ed i Conseguenzialisti – Prasangika, ma sono tutti uguali nell’essere buddisti.

È molto importante lavorare per mantenere l’armonia interreligiosa e tenere presente che coloro che hanno poco interesse per la religione possono ancora trarre vantaggio dall’adozione di un’etica laica.

Quando siamo nati, nostra madre si è presa cura di noi e la maggior parte di noi è stata nutrita col suo latte. Questa è la base su cui siamo cresciuti. È facile vedere che i nostri corpi sono sopravvissuti grazie alla gentilezza di nostra madre. Pertanto, è anche facile rendersi conto che dovremmo porci al servizio degli altri. Motivati dall’amore e dalla compassione, dovremmo aiutarci a non farci del male a vicenda.

Gli otto miliardi di persone oggi viventi, non solo sono stati partoriti dalle loro madri, ma sono sopravvissuti anche grazie alle sue cure. Pertanto, dovremmo avere un atteggiamento gentile verso gli altri. Fare del male agli altri è del tutto inappropriato. È ovvio che, se con un sorriso ci aiutiamo gli uni con gli altri, tutti possono essere felici. È importante avere buon cuore ed aiutarsi a vicenda.

Parliamo di pace nel mondo, ma, per raggiungerla, dobbiamo avere un buon cuore ed avere la pace nel cuore. Se invece siamo pieni di invidia, orgoglio, arroganza, competitività e rabbia: non c’è modo di raggiungere la serenità.

Tutti, a nord, a sud, ad oriente e ad occidente, sono interessati alla pace. Siamo tutti uguali in questo. Nessuno vuole davvero uccidere, opprimere ed essere prepotente con gli altri. Quello che dobbiamo fare è coltivare un senso di uguaglianza ed aiutarci a vicenda. Allora saremo in pace. E, quando arriveremo al giorno della morte, se saremo circondati da persone affettuose nei nostri confronti, ci sentiremo a nostro agio.

Siamo tutti qui riuniti davanti a questa statua del nostro supremo maestro Buddha Sakyamuni. Davanti a lui dovremmo impegnarci a comportarci con buon cuore.

Le cose stanno cambiando, anche in Cina. E quello che dovremmo fare è cercare di creare la pace nel mondo, tenendo presente che è superato affidarsi alle armi ed alla violenza.

Abbiamo migliorato le comunicazioni in modo da essere tutti meglio connessi. Rispetto a prima sappiamo molto di più l’uno dell’altro. E, se desideriamo sinceramente assicurare la pace nel mondo, possiamo richiedere l’aiuto del nostro maestro supremo. Se noi persone religiose potessimo vivere in armonia come fratelli e sorelle, dediti a stabilire la pace nel mondo, potremmo realizzare quest’aspirazione. Impegnarsi nella guerra e dispiegare la forza militare è completamente obsoleto.

Faccio di nuovo una richiesta al Buddha affinché possiamo coltivare l’amore e la compassione, aiutarci l’un l’altro e stabilire la pace nel mondo. Sia che voi siate seguaci di Allah o di Dio, rivolgo la stessa preghiera anche a voi.

Guardate, oggi il cielo è azzurro e la terra è limpida. Le persone che vivono in tali circostanze dovrebbero considerarsi fratelli e sorelle e dovrebbero evitare di essere disturbate da emozioni negative. Non dovremmo essere egoisti. Non dovremmo disprezzare o denigrare le altre persone. Dovremmo lavorare per il loro benessere. Più coltiviamo un atteggiamento altruistico, più le nostre emozioni negative si placheranno. Questo è il mio approccio alla pratica. È stata la mia preghiera per molte vite quella di portare pace e gioia agli altri: tu compassionevole Jowo sei il mio testimone. Chiedo la benedizione di Jowo Chenmo per poter continuare, incrollabilmente giorno e notte, a soddisfare questa preghiera.

“Grazie.”

Prima di tornare a Shewatsel, Sua Santità ha incontrato un gruppo di musulmani che vivevano a Lhasa. Dopodiché, terminato il suo pellegrinaggio, ha lasciato il Jokhang per la sua residenza locale.


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