Sua Santità il Dalai Lama: “La chiave è pensare di portare felicità a tutti gli esseri e di non danneggiare nessuno.”
5 ottobre 2022. Thekchen Chöling, Dharamsala, HP, India – Sua Santità il Dalai Lama ha aperto il terzo giorno di insegnamenti annunciando che pensava di conferire i voti del Bodhisattva con una motivazione favorevole.
“Da parte mia ogni giorno prendo questi voti”, ha spiegato. “Ci sono 18 voti fondamentali e 46 impegni minori da mantenere. Il Guru Yoga in Sei Sessioni elenca le 18 cadute radice e chiarisce che, nel caso di un errore di disciplina, se i quattro fattori vincolanti non sono completati, il voto non è infranto. “
Sua Santità ha innanzitutto letto le strofe finali del secondo capitolo del “Commentario sulla Cognizione Valida”: Stabilire una guida affidabile.
“Il Buddha è colui che si è addestrato nel sentiero”, ha osservato. “Ha fatto progressi costanti. In confronto noi esseri ordinari siamo ossessionati dagli atteggiamenti egoistici. Shantideva lo chiarisce nel suo “Entrare nella Via del Bodhisattva”.
Perché dire di più? Osserva questa distinzione: tra lo stolto che brama il proprio vantaggio ed il saggio che agisce per il vantaggio degli altri. 8/130
“La chiave è pensare di portare felicità a tutti gli esseri e di non danneggiare nessuno.
Tutti coloro che soffrono nel mondo lo fanno per il desiderio della propria felicità. Tutti coloro che sono felici nel mondo lo sono a causa del loro desiderio di rendere felici gli altri. 8/129
Per coloro che non riescono a scambiare la propria felicità con la sofferenza degli altri, la Buddità è certamente impossibile: come potrebbe esserci felicità nell’esistenza ciclica? 31/8
“Se pensi solo a te stesso, non sarai felice. Pensare agli altri e coltivare la mente risvegliata di bodhicitta aiuta a purificare le negatività e ad accumulare meriti. Amare gli altri come te stesso porta coraggio e forza interiore”.
Sua Santità si è preso del tempo per rispondere alle domande postegli su una serie di argomenti dai membri del pubblico. Nelle sue risposte ha comunicato loro che l’uso della ragione e della logica ha un suo vantaggio speciale perché può essere utilizzato per dissipare i dubbi sulla pratica principale.
Ricordò che, quando Atisha venne in Tibet, insegnò la “Lampada sul Sentiero verso l’Illuminazione”. Da ciò è nato il genere della letteratura “Stadi del Sentiero” che include i “Grandi, Medi e Concisi Trattati sugli Stadi del Sentiero verso l’Illuminazione” di Jé Tzongkhapa. Sua Santità ha suggerito che, poiché a Taiwan c’è un’affinità generale per la tradizione Geluk, oltre a questi libri, sarebbe bene studiare “Entrare nella via di mezzo” di Chandrakirti ed “Entrare nella via del Bodhisattva” di Shantideva. Ha poi aggiunto che, se ce ne fosse l’opportunità, sarebbe bene studiare anche dei testi appartenenti alle altre tradizioni tibetane.
“Quando stavo facendo un ritiro nel Potala”, ha ricordato, “c’erano tutti i tipi di dipinti di thangka appesi nella mia stanza. Uno raffigurava il grande yogi Milarepa. Ho letto in quel momento la storia della sua vita e l’ho trovata davvero stimolante”.
Riguardo alle vite passate e future, Sua Santità ha osservato che esse dipendono dalla continuità della mente. Quando moriamo, gli elementi grossolani del nostro essere fisico e la coscienza grossolana si dissolvono l’uno nell’altro. Poi ci sono esperienze descritte come l’aspetto biancastro, l’incremento rossastro ed il quasi raggiungimento del nero, a seguito delle quali si manifesta la chiarezza e la consapevolezza della mente più sottile. Questo è ciò che accade alla Buddità.
Quando è stata sollevata un’altra domanda sulla manifestazione, al momento della morte, di una chiara luce innata, Sua Santità ha chiarito che sperimentiamo diversi stati mentali. Il nostro stato di veglia normale, dominato dalla coscienza sensoriale è relativamente grossolano. Lo stato di sogno è più sottile ed il sonno profondo è uno stato ancora più sottile. Infine, il respiro si ferma e si manifesta la mente più sottile di chiara luce.
Sua Santità ha menzionato il fenomeno del “thukdam” quando i meditatori avanzati rimangono assorbiti da quella chiara luce. Mentre ciò accade, il loro corpo fisico rimane fresco. Ha riferito che gli scienziati dell’Università di Mosca hanno lanciato un progetto per indagare su questo fenomeno e spiegare cosa sta succedendo da un punto di vista scientifico.
Sua Santità ha ribadito che una delle afflizioni mentali che più facilmente sconvolge la nostra pace mentale è la rabbia. Tuttavia, più lavoriamo per coltivare bodhicitta, più la rabbia sarà ridotta e la nostra pace mentale sarà ripristinata. Quando ognuno di noi sarà in pace, avremo un effetto benefico sulla nostra famiglia e su coloro che ci circondano.
Anche se normalmente non le pensiamo in questo modo, emozioni come la rabbia, l’orgoglio e la gelosia disturbano le nostre menti. Tutte queste emozioni disturbanti derivano dall’egocentrismo, come è affermato nell'”Offerta al Maestro Spirituale” (Lama chöpa).
Questa malattia cronica dell’egocentrismo
È la causa di sofferenze indesiderate.
Percependo questo, posso essere ispirato ad incolpare, ad invidiare
A distruggere questo mostruoso demone dell’egoismo.
Poiché l’egocentrismo è la porta di ogni tormento,
Mentre prendersi cura degli esseri mie madri è il fondamento di tutto ciò che è positivo,
Ispirami a fare il fulcro della mia pratica
Lo yoga di scambiare me stesso con gli altri.
Alla domanda di come coltivare rispetto per un maestro spirituale, Sua Santità ha fatto riferimento ad un consiglio nel “Grande Trattato sugli Stadi del Sentiero verso l’Illuminazione”, la cui sintesi è che coloro che devono disciplinare gli altri devono prima disciplinare loro stessi.
Ha confermato che i laici sono abbastanza capaci di praticare la pratica buddista e che è possibile presentare gli insegnamenti buddisti in modo accademico. Ha sottolineato che più pratichi e più integri gli insegnamenti dentro di te, più chiari saranno i loro benefici.
Sua Santità ha consigliato che gli autori di grandi sofferenze nello Xinjiang e in Tibet, le persone che hanno distrutto monasteri ed ucciso brutalmente i praticanti hanno creato un karma così negativo che meritano di essere profondi oggetti di compassione piuttosto che di rabbia.
Dopo aver incoraggiato i suoi ascoltatori a lavorare quotidianamente per coltivare la mente risvegliata di bodhicitta ed una comprensione della vacuità, Sua Santità ha osservato che una delle qualità delle nostre menti è che possono essere facilmente familiarizzate con la virtù.
“Più diventiamo familiari con pratiche particolari”, ha detto, “maggiore sarà la trasformazione che vedremo in noi stessi. Quando ero bambino, non sapevo nulla di bodhicitta o di vacuità, ma crescendo ho imparato ad apprezzare quanto siano preziosi. Ho scoperto che queste due pratiche sono una vera fonte di pace mentale.
“Un esempio di familiarizzazione è il modo in cui i tibetani imparano fin dall’infanzia a non nuocere, ma a proteggere anche minuscole creature come gli insetti. Lo fanno sulla base del fatto che tutti gli esseri senzienti vogliono essere felici e non soffrire.“
Rivolgendosi alle domande sulla comunità monastica, Sua Santità ha commentato che coloro che hanno lasciato lo stile di vita del capofamiglia mantengono i voti di liberazione individuale, il che implica il contenimento della loro condotta sia fisica che verbale. Un risultato consiste nel fatto che costoro non fanno del male. Ha quindi fatto distinzione tra coloro che entrano a far parte di una comunità monastica per propria volontà ed interesse spirituale e coloro che erano stati inseriti dai genitori in tale comunità quando erano giovani, suggerendo che è forse comprensibile che questi ultimi perdano interesse per un simile modo di vivere.
Infine, Sua Santità ha guidato la cerimonia di conferimento dei voti del Bodhisattva, chiedendo all‘assemblea dei presenti di ripetere tre volte le strofe rilevanti e consigliando loro di immaginare di ricevere una serie di voti identici a quelli del maestro.
“Se mantenete questi voti, vi sentirete rilassati ed a vostro agio. Dormirete profondamente e contribuirete alla vera pace nel mondo”.