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Sua Santità il Dalai Lama: Commentario al Secondo Capitolo della Comprensione Valida di Dharmakirti – 2° giorno
Ottobre 5th, 2022 by admin

Sua Santità il Dalai Lama: “Per centinaia di anni gli esseri umani si sono combattuti ed uccisi a vicenda. Per farlo, hanno sviluppato armi sempre più letali, eppure, se ci chiediamo cosa effettivamente disturba la nostra pace mentale, sono le afflizioni mentali, le emozioni disturbanti.

4 ottobre 2022. Thekchen Chöling, Dharamsala, HP, India – Quando questa mattina Sua Santità il Dalai Lama ha raggiunto lo Tsuglagkhang, il tempio principale tibetano, prima di prendere posto, ha salutato Jangtsé Chöjé, il Ven Gosok Rinpoché, seduto alla sinistra del trono, lo Sharpa Chöjé, il Ven Lobsang Dorjé, seduto alla destra.

È stato cantato il “Sutra del cuore” prima in cinese, poi in tibetano.

Prima di riprendere la lettura del “Commentario sulla Cognizione Valida”, Sua Santità ha menzionato una strofa di un testo tantrico sulla vacuità e sulla natura della mente che indica che l’esistenza ciclica è priva di esistenza inerente.

In questo mondo”, ha proseguito, “le cose sembrano esistere indipendentemente, ma, quando cerchiamo di individuarne l’identità, non siamo in grado di farlo. Comprendere che le cose sono prive di qualsiasi natura essenziale, ci libererà dall’esistenza ciclica. La nostra idea errata che le cose siano intrinsecamente esistenti può essere eliminata. Possiamo osservare che nella vita quotidiana, quando siamo arrabbiati od attaccati ad un qualcosa o a qualcuno, l’oggetto della nostra rabbia o attaccamento sembra essere intrinsecamente esistente.

L’attaccamento, la rabbia e l’odio sono radicati nell’ignoranza. Disturbano la nostra tranquillità. Ma quando siamo in grado di eliminare l’attaccamento alla nozione di esistenza inerente, possiamo fare progressi lungo il sentiero.

“Nel capitolo 22 della sua ‘Saggezza Fondamentale della Via di Mezzo’ Nagarjuna scrive di come non possiamo individuare l’identità o l’esistenza indipendente nemmeno del Buddha, il Tathagata, Colui che così è andato.”

Né è gli aggregati, né è diverso dagli aggregati,

Gli aggregati non sono (dipendenti) da lui, né lui (dipende) dagli aggregati.

Il Tathagata non possiede gli aggregati.

Cos’altro è il Tathagata? 22.1

Sua Santità ha aggiunto che spesso rielabora ciò per riferirsi a sé stesso e, di conseguenza, ci riflette:

Non sono né uno con gli aggregati, né diverso dagli aggregati,

Gli aggregati non sono (dipendenti) da me, né io (dipendo) dagli aggregati.

Non possiedo gli aggregati.

Cos’altro sono?

Per centinaia di anni gli esseri umani si sono combattuti ed uccisi a vicenda. Per farlo, hanno sviluppato armi sempre più letali, eppure, se ci chiediamo cosa effettivamente disturba la nostra pace mentale, sono le afflizioni mentali, le emozioni disturbanti. La natura della mente è chiara e vuota.

Tutte le religioni ci insegnano ad essere gentili gli uni con gli altri, ma è una caratteristica speciale delle tradizioni indiane esaminare la natura del sé.

Alcune di loro descrivono un sé noto come “atman”, che il buddismo non riconosce. Ciò che il buddismo afferma è che la persona semplicemente sembra esistere solo intrinsecamente. Se tuttavia la guardiamo dal punto di vista della causa o dell’effetto, non si può trovare nulla che sia intrinsecamente esistente. Il modo in cui concepiamo erroneamente l’esistenza del sé è la causa di tutti i nostri problemi, contribuendo al nostro atteggiamento egoistico e questo significa che abbiamo poca preoccupazione per gli altri”.

Sua Santità ha menzionato i versi iniziali di “Entrare nella Via di Mezzo” di Chandrakirti che rendono omaggio alla compassione.

Gli Sravaka ed i Buddha di livello medio derivano da saggi sovrani.

I Buddha sono nati dai Bodhisattva.

La mente compassionevole e la cognizione non duale

così come la mente che si risveglia: queste sono le cause dei Bodhisattva. 1.1

Poiché solo la compassione è accettata

come il seme del raccolto perfetto della Buddità,

è l’acqua che lo nutre ed il frutto che è la durevole fonte di godimento,

Loderò la compassione all’inizio di tutto. 1.2

In primo luogo, col pensiero “Io sono”, si aggrappano a un sé;

poi, col pensiero “mio”, si attaccano alle cose, come i secchi d’una ruota idraulica girano senza controllo;

Mi inchino alla compassione che si prende cura di tali esseri sofferenti. 1.3

Parliamo della speranza di raggiungere la pace nel mondo, ha osservato Sua Santità, ma ciò che dobbiamo fare è rafforzare la pace dentro di noi, indebolendo il modo in cui ci aggrappiamo alle cose come se esistessero in modo indipendente. Finché non sconfiggiamo questo malinteso, non realizzeremo il nostro scopo.

Quando ha ripreso l‘insegnamento sul “Commentario sulla Cognizione Valida” da dove si era fermato ieri, Sua Santità ha sottolineato che tutte le tradizioni buddiste tibetane usano la logica e la ragione. Allo stesso modo, anche se tutte le scuole di pensiero buddiste parlano dell’ignoranza, è la Prasangika Madhyamika che la spiega con precisione.

Oggi Sua Santità ha letto fino alla strofa 281 ed ha dichiarato che domani leggerà le rimanenti. Nel frattempo, ha annunciato che vorrebbe condurre una cerimonia per generare la mente dello yoga onnicomprensivo, qualcosa che pratica ogni giorno, che implica la generazione della bodhicitta convenzionale: la mente che si risveglia, l’aspirazione a raggiungere l’illuminazione per il bene di tutti gli esseri senzienti e quindi la visualizzazione di questa aspirazione come un disco lunare al cuore. La seconda parte della pratica consiste nel generare la bodhicitta ultima – la saggezza che comprende la vacuità – e visualizzarla come un vajra bianco a cinque punte eretto sul disco lunare.

Sua Santità ha guidato lassemblea nella recita del mantra della Mente dello Yoga onnicomprensivo: “Om Sarva Yoga Chitta Utpadaya mi” ed ha osservato che queste due pratiche, la comprensione della vacuità e la coltivazione della bodhicitta, sono la causa ultima della Buddità. Ha dichiarato che, sebbene abbia ricevuto molti potenziamenti tantrici, questi due sono l’essenza della sua stessa pratica ed ha esortato coloro che lo considerano il loro maestro di farne l’essenza della loro pratica.

Infine, ha parlato delle condizioni in Tibet.

Attualmente, mi è stato riferito che i tibetani all’interno del Tibet stanno affrontando gravi restrizioni a causa della diffusione della pandemia di coronavirus in Tibet. La popolazione sta affrontando grandi difficoltà.

In una certa misura, la lotta tra il Tibet e la Cina è legata all’insegnamento del Buddha. I cinesi non potranno mai cambiare la mentalità ed il comportamento del popolo tibetano, che sono radicati nella sua religione e cultura. Piuttosto, la tradizione buddista tibetana e la sua cultura associata si diffonderanno gradualmente sempre più nella stessa Cina.

Non dovete sentirvi scoraggiati di fronte a difficoltà temporanee. Noi tibetani abbiamo una connessione karmica unica con Avalokiteshvara, che è la nostra divinità custode. Pertanto, dovreste pregare le tre divinità illuminate a Lhasa: Jowo Lokeshvara, Jowo Shakyamuni e Jowo Akshobyavajra.

Anche se siete fisicamente distanti da me, dal momento che abbiamo una connessione non comune basata sul nostro karma e sulle nostre preghiere, potete pensare a me, Gyalwa Rinpoche, il Dalai Lama.

La cosa più importante è sentirvi a proprio agio ed avere fiducia che la verità alla fine prevarrà.

Per quanto mi riguarda, ora ho 87 anni e sono in buona salute. I miei medici mi hanno assicurato dopo avermi esaminato che vivrò per altri 15 o 20 anni. Quindi, voi tibetani in Tibet, vi prego di sentirvi a vostro agio e di essere felici.

La Cina sta cambiando. Verrà il giorno in cui noi, tibetani in esilio e tibetani in Tibet, ci riuniremo e potremo meditare insieme su bodhicitta e sulla visione della vacuità. Vi mando i miei saluti: “Tashi Delek”. Grazie.”


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