Sua Santità il Dalai Lama: “Coltivate la mente del risveglio di bodhicitta e siate di buon cuore, vivendo in armonia con gli altri ed aiutandoli ogni volta che siete in grado di farlo.
25 agosto 2022. Shewatsel, Leh, Ladakh, UT, India – Quando Sua Santità il Dalai Lama è arrivato al Centro di Dharma dell’Associazione Ladakh Gonpa, un’enorme sala di preghiera comunitaria a Choglamsar, l’attendevano Mr. Thupstan Chhewang, Presidente dell’Associazione Buddista Ladakh e Acharya Tenzin Wangtak, Presidente dell’Associazione All Ladakh Gonpa.
“Durante i miei recenti viaggi attraverso il Ladakh e lo Zanskar”, ha detto loro, “sono rimasto molto colpito dalla profonda riverenza e dall’affetto mostratimi da persone di tutti i componenti della comunità. Il che mi ha fatto sentire la necessità di dover vivere a lungo per servire le persone con un tale senso di devozione. È ammirevole una tale dimostrazione di fratellanza e sorellanza tra persone appartenenti a diverse tradizioni spirituali.
“Le persone dal Ladakh all’Arunachal Pradesh condividono la stessa cultura buddista tibetana, una cultura di pace e di compassione. Vorrei esprimere il mio profondo apprezzamento per il modo in cui state contribuendo alla conservazione di questa cultura buddista, che deriva dalla storica Università di Nalanda, dove l’apprendimento si basava su un’indagine ragionata.
“Dato che il Ladakh è una regione di confine, i miei viaggi non passeranno inosservati attraverso la frontiera. Un Dalai Lama sorridente che incontra persone che mostrano una fede così profonda e fiducia in lui non solo dà ispirazione ai tibetani in Tibet, ma per loro è anche motivo di orgoglio. Nonostante che alcuni rigidi funzionari comunisti mi abbiano etichettato come reazionario, quando vedono un Dalai Lama perennemente sorridente che fa del suo meglio per servire l’umanità, potrebbero dubitare delle dure politiche che hanno imposto ai tibetani.
“Inoltre, anche tra i cinesi c’è un crescente interesse per il buddismo, in particolare per la tradizione del Nalanda, che i tibetani hanno mantenuto in vita. Sebbene il presidente Mao mi abbia detto nel 1955 che la religione è l’oppio del popolo, sento che, se fosse vivo oggi, potrebbe ritrattare quel giudizio.
“Coltivare la mente del risveglio di bodhicitta è stata a lungo la mia pratica quotidiana. Ed anche stamattina, mentre venivo ad incontrarvi, stavo facendo quella pratica mentre superavamo il lungo Manthang-an a Choglamsar, il muro di migliaia di pietre incise con mantra, incluso il mantra di sei sillabe di Avalokiteshvara.
“Come ho detto più e più volte, tutte le principali religioni insegnano l’amore e la compassione, pur adottando diversi punti di vista filosofici. Ed è per questo motivo che mi preme pregare nei luoghi di culto delle diverse fedi.
“Sono nato in una parte remota del Tibet nord-orientale. Quando il Reggente, Reting Rinpoché ed altri dignitari, tra cui Kewtsang Rinpoché, offrirono preghiere a Lhamoi Latso, il lago sacro a Palden Lhamo, non lontano da Lhasa, cercando i segni per la ricerca della reincarnazione del 13° Dalai Lama, videro tre sillabe tibetane sulla superficie dell’acqua: A, KA e MA, e la somiglianza di una casa e dei suoi dintorni.
“Come si è scoprì, la mattina presto in cui Kewtsang Rinpoché e la sua delegazione stavano per giungere al mio luogo di nascita, in cerca della reincarnazione del mio predecessore, mi è fu detto che ero molto eccitato ed aspettavo ospiti. Quando Kewtsang Rinpoché raggiunse Taktser, il mio villaggio vicino a Kumbum, sentì che era proprio il luogo che aveva visto nel lago Lhamoi Latso.
“Pochi istanti dopo che la squadra di ricerca entrò nella nostra casa, questo bambino di due anni chiese a Kewtsang Rinpoché di dargli il rosario che aveva al collo rivendicandolo come suo. In effetti, era appartenuto al Grande 13° Dalai Lama. Quando Rinpoché chiese al bambino se lo avesse riconosciuto, il piccolo immediatamente esclamò “Sera Aka!”, Che significa Lama del Monastero di Sera.
“A tempo debito, raggiunsi Lhasa e davanti alla statua di Chenrezig nel Jokhang, il tempio principale di Lhasa, presi i tre voti: di Upasaka (i voti di un laico buddista), di novizio e di Bhikshu, monaco pienamente ordinato. Inoltre, da bambino iniziai a studiare il buddismo con i miei tutori, il principale dei quali era Yongzin Ling Rinpoché.
“Ebbi l’opportunità di memorizzare i testi buddisti classici e di studiarli in gran dettaglio. Sono anche grato che questi studi mi abbiano preparato a discussioni approfondite con gli scienziati, in particolare per quanto riguarda la filosofia buddista, ma anche la psicologia buddista, che, sono convinto, può grandemente contribuire ad una migliore comprensione dell’addestramento della mente ed alla gestione delle emozioni da un punto di vista laico ed accademico”.
In conclusione, Sua Santità consigliò ai suoi ascoltatori di pensare di coltivare la mente del risveglio di bodhicitta e raccomandò loro di essere di buon cuore, di vivere in armonia con gli altri e di aiutarli ogni volta che sono in grado di farlo.
Successivamente, Sua Santità ha fatto una breve visita di congedo all’ex Gaden Tripa, Sua Eminenza Rizong Rinpoché, che ha 96 anni, nella sua residenza a Leh, da cui Sua Santità ha ricevuto molti insegnamenti.
Sua Santità ha partecipato ad un pranzo di commiato offerto in suo onore dalla Ladakh Buddhist Association (LBA) e dalla Ladakh Gonpa Association ad Abi Pang Spituk, un enorme parco alla periferia di Leh. Tra i presenti c’erano eminenti funzionari, come rappresentanti eletti della LAHDC, funzionari distrettuali, rappresentanti delle comunità religiose e membri del pubblico.
Prima di chiedere a Sua Santità di prendere la parola Mr. Thupstan Chhewang, presidente della LBA, ha tenuto un breve discorso di benvenuto, in cui ha espresso profonda gratitudine per la visita di Sua Santità in Ladakh.
Sua Santità ha iniziato dichiarando quanto fosse lieto di vedere tanta gente, laici e monaci, ricordando ancora una volta che la regione himalayana dal Ladakh all’Arunachal Pradesh condivide una cultura buddista comune col popolo della “Terra della neve del Tibet”. Li ha ringraziati per il loro profondo interesse nei suoi confronti e per il loro sostegno agli sforzi per mantenerlo in vita. Li ha ulteriormente ringraziati anche loro per la devozione e la fiducia che hanno dimostrato nei suoi confronti.
“Siamo stati in grado di mantenere viva per secoli la tradizione del buddismo di Nalanda”, ha osservato, “perché ha un tale potenziale d’aiutare le persone a sviluppare felicità e pace mentale. Il consiglio principale di questa tradizione è di non nuocere a nessun essere. Fin dalla nostra infanzia siamo stati tutti consapevoli della compassione, quindi dobbiamo aiutare gli altri ed evitare di far loro del male. Questo semplice consiglio può essere di beneficio per l’intera umanità”.
Sua Santità ha anche ricordato la sua amicizia, quando era giovane, coi membri della comunità musulmana di Lhasa. Ed ha ribadito il suo apprezzamento per il fatto che, in quanto vicini del Tibet, il popolo della regione himalayana ha mantenuto in vita l’eredità culturale buddista tibetana, mentre i tibetani in Tibet sono stati sotto il controllo di un partito comunista repressivo.
Infine, Sua Santità ha consigliato a tutti coloro che si sono radunati intorno a lui di essere felici e di tenere a mente l’importanza di essere di buon cuore. Le sue ultime parole, “Arrivederci all’anno prossimo”, sono state accolte con un gioioso applauso.
Prima bozza di traduzione, salvo errori ed omissioni, da https://www.sangye.it/dalailamanews/?p=15287, del Dott. Luciano Villa del Centro Studi Tibetani Sangye Choeling di Sondrio, il cui nome è stato conferito da Sua Santità il Dalai Lama.