Sua Santità il Dalai Lama: “Studiosi e scienziati, sono molto interessati alla nostra tradizione, in particolare per quanto riguarda la comprensione della mente e le emozioni e come affrontare le emozioni distruttive.”
7 agosto 2022. Shewatsel, Leh, Ladakh, UT, India – Più di 6500 membri della comunità tibetana del Ladakh, inclusi studenti e studentesse, nonché nomadi del Changtang (degli altipiani del nord) del Ladakh, si sono riuniti oggi alla scuola del TCV Tibetan Children Village a Choglamsar, alla periferia di Leh, accogliendo Sua Santità il Dalai Lama con una serie di spettacoli di canti e balli. Sua Santità ha ricordato loro le circostanze che hanno portato lui e decine di migliaia di tibetani a cercare rifugio in India.
“Uno dei fattori che scatenò la rivolta di Lhasa nel marzo 1959 fu dato dalle autorità militari cinesi di stanza a Lhasa, che mi invitarono a partecipare ad uno spettacolo di artisti cinesi che erano arrivati di recente, cui avevo acconsentito a presenziare. Tuttavia, non appena i tibetani vennero a conoscenza dei termini e delle condizioni dell’invito rivolto dal generale cinese al comando, ovvero che non dovevo essere accompagnato da alcuna guardia del corpo, tutti erano d’accordo di non permetter che la visita avesse luogo.
“A questo punto, i tibetani avevano completamente perso ogni fiducia delle autorità comuniste ed avevano pure perso la speranza che le circostanze sarebbero migliorate. Di conseguenza, più di 10.000 tibetani circondarono il Palazzo Norbulingka per difenderlo. Inoltre, mi supplicarono di non recarmi per nessun motivo al campo militare cinese.
“Nel frattempo, i rappresentanti dell’esercito cinese invitarono i miei funzionari a dire loro dove esattamente mi trovassi nel palazzo, in modo che potessero evitare di bombardare quell’edificio, se si fossero sentiti obbligati ad attaccare. Era una richiesta decisamente ambigua che non rassicurava nessuno.
“Avendo chiesto consiglio a diverse fonti, inclusa la divinazione mistica, decisi di lasciare il Norbulingka la notte del 17 marzo, intorno alle 22:00. Prima di partire, mi accomiatai dal protettore Mahakala, la cui statua si trovava in una delle sale di preghiera.
“Verso la fine del nostro precario viaggio verso la libertà, mentre ci avvicinavamo al confine con l’India vicino a Tawang, ricevemmo un messaggio che ci assicurava l’accoglienza del governo indiano. Fu un tale sollievo incontrare i funzionari indiani, con alcuni dei quali avevo stretto amicizia quando venni in India per partecipare alle celebrazioni del Buddha Jayanti nel 1956.
“Sebbene fossimo rifugiati in esilio, siamo stati trattati come ‘ospiti del popolo e del governo indiano’, la cui gentilezza verso di noi per più di sei decenni è stata immensa. Gli saremo per sempre grati”.
Sua Santità ha citato una strofa della preghiera di dedica finale de “Il Grande Trattato sugli Stadi del Sentiero verso l’Illuminazione” https://www.sangye.it/altro/?cat=110 di Jé Tzongkhapa https://www.sangye.it/altro/?p=11772:
Mentre sono sinceramente impegnato nelle dieci attività
Del supremo veicolo, il Mahayana,
Possa io essere sempre aiutato da divinità potenti
E che un oceano di buona fortuna si diffonda ovunque.
Sua Santità ha aggiunto che in tutti questi anni è stato guidato da un’aspirazione che Tzongkhapa esprime altrove nello stesso testo:
Mosso da grande compassione, possa io illuminare
Il sublime prezioso insegnamento [del Buddha]
Ovunque non si sia prima diffuso,
Ed ovunque si è diffuso ma si è affievolito.
Sua Santità ha descritto come imperterrito lo spirito del popolo tibetano, affermando che la fede e fiducia che i tibetani nutrono per lui è incrollabile e che i tibetano sono affiatati e resilienti nel loro approccio alla vita.
“Il popolo della regione himalayana”, ha proseguito Sua Santità, “condivide con i tibetani lo stesso patrimonio culturale buddista, il cui incrollabile coraggio, fa mettere in discussione ai comunisti cinesi la loro politica nel Tibet.
Studiosi e scienziati, sono molto interessati alla nostra tradizione, in particolare per quanto riguarda la comprensione della mente e le emozioni e come affrontare le emozioni distruttive.
“I tempi stanno cambiando e la verità prevarrà. Ci sono indicazioni che tra non molto in Cina le cose cambieranno in meglio. Pertanto, per favore, siate forti e preservate il vostro senso di fratellanza e sorellanza. Siate allegri ed a vostro agio”.
Rivolgendosi al popolo dell’Himalaya, Sua Santità ha esortato a interessarsi attivamente all’insegnamento del Buddha, ascoltando gli insegnanti e leggendo libri, riflettendo su ciò che hanno imparato e meditando su ciò che hanno compreso.
In conclusione, Sua Santità si è detto contento di vedere così tanti volti di giovani tra il pubblico, un’indicazione del brillante futuro che ci attende.
Prima bozza di traduzione, salvo errori ed omissioni, da https://www.sangye.it/dalailamanews/?p=15236 del Dott. Luciano Villa del Centro Studi Tibetani Sangye Choeling di Sondrio, il cui nome è stato conferito da Sua Santità il Dalai Lama.