Il messaggio di Sua Santità il Dalai Lama per il Vesak, la celebrazione buddhista della nascita, dell’illuminazione e della morte del Buddha il 16 maggio 2022.
Sua Santità il Dalai Lama
Amici spirituali, innanzitutto vi saluto tutti con l’augurio che possiate stare bene in salute e nello spirito. Tashi Delek! Oggi celebriamo il Vesak, che commemora il raggiungimento dell’illuminazione da parte del Buddha dopo aver affrontato sei anni di astinenza.
Sulla base della propria esperienza, il Buddha consigliò: “O monaci e studiosi, come l’oro viene testato riscaldandolo, tagliandolo e strofinandolo, così anche voi dovreste esaminare a fondo il mio insegnamento e solo allora accettarlo, non solo per rispetto nei miei confronti”.
Questo punto di vista rivela una qualità speciale del Buddha: il rispetto per tutte le tradizioni religiose. Sono tutte di grande valore perché tutte insegnano la compassione. Tuttavia, solo il Buddha ci chiede di esaminare i suoi insegnamenti come un orafo verifica la purezza dell’oro. Solo il Buddha ci raccomanda di farlo.
Un’altra delle sue istruzioni principali era questa: I saggi non lavano le azioni negative con l’acqua, né eliminano le sofferenze degli esseri senzienti con le loro mani, né trasferiscono le loro realizzazioni agli altri. È insegnando la verità della talità che liberano gli esseri”.
Così, il Bhagawan Buddha, l’Illuminato, che è per natura compassionevole, dice che non può semplicemente trasferire la propria esperienza e realizzazione spirituale ai suoi discepoli per amore e compassione verso gli esseri senzienti. I discepoli devono sviluppare le proprie esperienze spirituali riflettendo sulla verità della talità, così come il Buddha l’ha spiegata. Perciò, trovo che i suoi tre giri della Ruota del Dharma siano molto significativi.
Il primo giro della Ruota del Dharma insegna le Quattro Nobili Verità: la verità della sofferenza, la vera origine della sofferenza, la vera cessazione della sofferenza ed il vero sentiero che conduce a tale cessazione.
Questo serve come struttura di base dell’insegnamento del Buddha.
Se prestiamo maggiore attenzione alla vera cessazione della sofferenza, sorge la domanda: “Come la si ottiene?”. La risposta a questa domanda implica una spiegazione della natura ultima della mente. Impariamo che tutte le afflizioni mentali, come l’attaccamento, l’odio e l’ignoranza, sono radicate nella nostra concezione errata del modo in cui esistono il sé e le (altre) cose.
Per questo motivo, il Bhagawan ha impartito gli insegnamenti sulla Perfezione della Saggezza al Picco degli Avvoltoi.
Presentò la quadruplice vacuità descritta nel Sutra del Cuore: “La forma è vacuità; la vacuità è forma; la vacuità non è altro che forma; e anche la forma non è altro che vacuità”.
L’antidoto più potente al nostro afferrarsi al sé esistente in modo indipendente è la saggezza che realizza che tutto manca di un’identità assoluta. È grazie a questo che è possibile ottenere la vera cessazione, descritta nel primo giro della Ruota. Dobbiamo scoprire se esiste o meno una forza contraria alla nostra concezione errata di un sé assoluto e, se esiste, se possiamo familiarizzare pienamente con questa forza contraria o meno. Se ci riusciamo, allora possiamo eliminare la concezione errata di un sé assoluto. Quindi, è abbastanza scientifico.
Il Buddha al Picco degli avvoltoi ha impartito il ciclo di insegnamenti chiamato Perfezione della saggezza. In questi discorsi il Buddha insegnò che ogni cosa è priva di esistenza intrinseca. Tuttavia, per alcuni dei suoi discepoli questo era difficile da comprendere. Perciò, per rispondere alla difficoltà di alcuni discepoli di comprendere la mancanza di esistenza intrinseca e per adattarsi al calibro intellettuale di tali discepoli, il Buddha insegnò anche che tutto può essere identificato con la mente. Questo insegnamento portò i discepoli a comprendere la non-dualità di oggetti e soggetti, anziché dire che percepiamo qualsiasi cosa appaia alla nostra mente come se possedesse un’esistenza intrinseca. Questo rivela la profondità dell’insegnamento del Buddha in termini filosofici.
Per quanto mi riguarda, sono un semplice monaco buddhista che segue la tradizione del Buddha. Ogni mattina, appena sveglio, recito “Lode del sorgere dipendente” e rifletto sulla natura interdipendente delle cose e sullo spirito altruistico dell’illuminazione. Li trovo molto utili per la mia mente.
Quando si studia la spiegazione del grande maestro Nagarjuna dei “Sutra della perfezione della saggezza” nel suo “La saggezza: Le strofe fondamentali della via di mezzo”, ci si meraviglia. Quanto più profonda diventa la vostra comprensione della vacuità, tanto più vi sentite compassionevoli nei confronti di coloro che sono coinvolti nell’attaccamento e nella rabbia a causa della loro non conoscenza della vacuità. Avete un forte desiderio di aiutarli a eliminare la loro radicata ignoranza della realtà, non è vero? È davvero utile. Non dobbiamo accontentarci di considerare il Buddha solo come un essere santo. Naturalmente, ci sono le dodici azioni illuminanti del Buddha, come risiedere nel Paradiso Tushita come reggente, lasciare il Paradiso Tushita e così via.
Anche altre tradizioni religiose raccontano storie simili sui loro maestri fondatori. Tuttavia, riflettere sulle qualità dei maestri radice attraverso l’analisi di ciò che hanno detto è qualcosa di peculiare dei consigli dati dal Buddha. Più si esamina il suo insegnamento attraverso la logica e il ragionamento, maggiore è la certezza che si ha di esso. Ciò che lo distingue è che vi aiuterà a ridurre la vostra ignoranza sul fatto che il sé e i fenomeni siano realmente esistenti.
A questo proposito, ogni giorno recito i seguenti versi tratti da “Entrare nella via di mezzo” di Chandrakirti: “Così illuminato dai raggi della luce della saggezza, il bodhisattva vede chiaramente, come un’uva spina sul palmo della mano aperta, che i tre reami nella loro interezza non sono nati fin dall’inizio e, grazie alla forza della verità convenzionale, viaggia verso la cessazione. Sebbene la sua mente possa riposare continuamente nella cessazione, genera anche compassione per gli esseri privi di protezione. Avanzando ulteriormente, con la sua saggezza supererà anche tutti coloro che sono nati dalla parola del Buddha e i buddha imediani. E come un re dei cigni che libra in volo davanti ad altri cigni esperti, con le ali bianche delle verità convenzionale e ultima spiegate, spinto dai potenti venti delle virtù, il bodhisattva navigherà verso l’eccellente riva lontana, le qualità oceaniche dei conquistatori”.
Rifletto quotidianamente su queste righe e spero, con l’aiuto delle due ali della verità convenzionale e di quella ultima, di attraversare il terreno dei bodhisattva e poter così dire: “Ciao, ciao!” al livello di un essere ordinario, questa persona, nata in un luogo remoto di Do-mé (Amo, Tibet nord-occidentale) come indicato dalle tre lettere A Ka Ma viste nel lago di Palden Lhamo, con cui ho un legame karmico a causa di preghiere passate dovute alla forza della mia passata aspirazione.
Sono convinto della visione della vacuità e del cuore coraggioso della bodhicitta. Trovo queste pratiche davvero utili per la mia mente.
Quindi, in questa occasione speciale, desidero esortare i miei amici del Dharma a prestare maggiore attenzione alle parole del nostro maestro fondatore, il Buddha.
Innanzitutto, studiate l’insegnamento e riflettete sulle Quattro Nobili Verità, che delineano i mezzi con cui il Buddha ha lavorato per aiutarci.
Inoltre, dovreste coltivare il cuore coraggioso della bodhicitta per servire gli altri.
In questo modo possiamo sviluppare in noi la vera pace mentale, che a sua volta creerà un’atmosfera serena intorno a noi.
Amici del Dharma, tenetelo a mente, ecco è tutto!
Grazie