Sua Santità il Dalai Lama parla della statua di Kyirong Jowa nella teca di vetro alle sue spalle durante il primo giorno del suo Insegnamento per i giovani tibetani a Dharamsala, HP, India, il 1° giugno 2022. Foto di Tenzin Choejor
1 giugno 2022. Thekchen Chöling, Dharamsala, HP, India – Questa mattina, il secondo giorno del Saga Dawa, il mese più sacro dell’anno buddista tibetano, Sua Santità il Dalai Lama ha coperto a piedi il percorso dalla soglia della sua residenza fino allo Tsuglagkhang, il principale tempio tibetano, chiaramente apprezzando l’opportunità di entrare in contatto diretto col pubblico, di giovani e meno giovani, di cui circa 9500 affollavano il tempio ed il cortile. Mentre Sua Santità lanciava il suo sguardo sorridente sui volti della folla, immancabilmente le persone gli rispondevano sorridendo.
“Manteniamo una tradizione di conferire insegnamenti a giugno a studenti e bambini tibetani”, ha dichiarato Sua Santità dal trono, “e come parte di questo conferirò un’iniziazione ad Avalokitesvara. Faremo oggi i preliminari e domani l’effettiva iniziazione.
“Khyongla Ratö Rinpoché, un mio ottimo amico è recentemente scomparso. Il monastero di Ratö mi ha offerto un mandala e mi ha chiesto di comporre una preghiera per il rapido ritorno di Rinpoché. Oggi il Monastero ha offerto il tè ed il pane che vengono distribuiti qui, nonché offerte in denaro al Sangha”.
Indicando una statua dietro di lui, Sua Santità ha spiegato: “Qui abbiamo la statua conosciuta come Wati Sangpo o Kyirong Jowo. Durante il periodo del Quinto Dalai Lama questa statua ed un’altra simile, i fratelli Avalokiteshvara, furono riunite nel Potala ed il mio predecessore meditava in loro presenza.
“I monaci del monastero di Dzongkha Chödé ed i membri di Chushi Gangdruk erano coinvolti nel trafugamento di questo Kyirong Jowo fuori dal Tibet in Nepal. Alla fine fu portato qui a Dharamsala e posto sotto la mia custodia. Ricordo che quando la vidi per la prima volta, ero molto lieto. Quando il monastero di Dzongkha Chödé fu ristabilito nell’India meridionale, ci si chiese dove dovesse stabilirsi la statua. Eseguii una divinazione che indicava che sarebbe stato favorevole se fosse rimasta con me.
“Sento che la sua espressione cambia ed a volte sembra sorridere. Comunque l’abbiamo sistemata qui in questo tempio per la durata della nostra raccolta di 100 milioni di mantra di questo mese.
“Una notte, quando già mi trovavo in esilio, sognai di visitare il tempio di Jokhang a Lhasa e d’affacciarmi ad una cappella con una statua Mahakarunika dalle mille braccia, conosciuta come Avalokiteshvara Automanifestante dalle Cinque Caratteristiche, che sembrava strizzarmi l’occhio e d’invitarmi a entrare. L’abbracciai e recitò una strofa della Preghiera a Maitreya…
Attraverso [il potere della] incessante perseveranza
Divenuto stabile, entusiasta e libero dal torpore,
E con un corpo ed una mente forti,
Perfeziona la paramita dello sforzo gioioso.
“L’essenza di questa strofa non è di arrendersi, ma di mantenere il coraggio, la determinazione e la fermezza. Poco dopo, durante la rivoluzione culturale, questa statua fu demolita. Alcuni pezzi hanno trovato la loro strada qui e ne ho incorporati alcuni nella statua di Avalokiteshvara che abbiamo qui in questo tempio.
“Vedere qui la statua di Guru Rinpoché mi ricorda che ho anche installato una sua statua a Lhasa per commemorare il legame speciale che ha con noi tibetani e l’istituzione del buddismo in Tibet”.
Sua Santità ha fatto notare che i procedimenti per l’iniziazione e l’insegnamento venivano trasmessi in diretta web. Ha aggiunto di aver ricevuto diverse richieste da persone che volevano sapere se potevano davvero ricevere l’iniziazione con questo mezzo. La sua risposta è stata: “Sì, se la tua fede ed il tuo impegno sono incrollabili. Anche i tibetani ed i buddisti cinesi hanno un legame speciale con Avalokiteshvara, quindi, se la tua fede ed il tuo legame di fiducia sono forti, la distanza non è un problema. Vi terrò tutti a mente mentre eseguo le procedure”.
Sua Santità ha osservato che avrebbe insegnato “L’Elogio o Lode al sorgere dipendente” https://www.sangye.it/altro/?p=9109 come parte dei preparativi per l’iniziazione, aggiungendo di aver ricevuto l’iniziazione ed il commentario da Ling Rinpoché così come da Gyen Nyima e da altri. Ha riconosciuto che l’autore, Jé Tzongkhapa https://www.sangye.it/altro/?p=942 si interessava molto alla vacuità https://www.sangye.it/altro/?p=10893 notando che rifletteva profondamente sul sorgere dipendente e sulla vacuità https://www.sangye.it/altro/?p=5026 e ricette una guida sulle visioni di Manjushri.
Sua Santità ha raccontato la storia di quando Tzongkhapa https://www.sangye.it/altro/?p=9109 in un ritiro di purificazione ed accumulazione su consiglio di Manjushri, ebbe una visione sotto forma di un sogno. Vide Nagarjuna https://www.sangye.it/altro/?p=10906 circondato dai suoi discepoli. Uno di loro, che riconobbe come Buddhapalita, si fece avanti e toccò con un libro il capo di Tzongkhapa. Il libro era il commentario di Buddhapalita alla Saggezza Fondamentale della Via di Mezzo di Nagarjuna”. Quando Jé Rinpoché lo lesse il giorno seguente, si imbatté in un passaggio che lo spingeva ad acquisire certezza sulla vacuità e sul sorgere dipendente https://www.sangye.it/altro/?p=4198.
Sua Santità ha riferito di avere grande fiducia nell’insegnamento di Tzongkhapa sulla vacuità e che Gyen Nyima gli disse d‘aver letto molte volte agli studenti “Oceano del ragionamento” https://www.sangye.it/altro/?p=11191 di Jé Rinpoché, ma nessuno pose domande al riguardo come fece Sua Santità.
Sua Santità ha rivelato che attende di raggiungere il cammino della preparazione in questa vita. Per quanto riguarda la visione corretta, ha citato tre strofe del sesto capitolo di “Entrare nella via di mezzo” https://www.sangye.it/altro/?p=3259 che menzionano le quattro assurdità logiche che ne conseguono se si afferma che le cose e gli esseri esistono intrinsecamente. Sono che la mente di un essere nobile, totalmente assorbita dalla vacuità, sarebbe un distruttore di entità; che la verità convenzionale resiste all’analisi di una mente razionale; che la produzione assoluta delle cose non può essere negata e che l’affermazione del Buddha “i fenomeni mancano di auto-esistenza” non sarebbe vera.
Dal momento che si sente stimolato a leggere ogni giorno Chandrakirti https://www.sangye.it/altro/?p=10587, Sua Santità a volte si chiede se potrebbe esserne stato un allievo posizionato nelle ultime file, in uno dei discorsi del grande maestro indiano. Il punto importante che ha sottolineato è che nulla ha un’esistenza oggettiva dalla sua parte. Ha paragonato questo alla visione della fisica quantistica delle cose come proiezioni della mente, che concorda con la visione buddista delle cose come mere designazioni mentali.
Sua Santità ha concluso il suo preambolo citando le strofe di Shantideva:
Tutti coloro che soffrono nel mondo lo fanno per il desiderio della propria felicità.
Tutti coloro che sono felici nel mondo lo sono a causa del loro desiderio per la felicità altrui. 8/129
Per coloro che non riescono a scambiare la propria felicità con la sofferenza degli altri, la Buddità è certamente impossibile: come potrebbe esserci felicità anche nell’esistenza ciclica? 8/131 https://www.sangye.it/altro/?p=2418
Ha quindi conferito la trasmissione orale del “Fondamento di tutte le buone qualità” https://www.sangye.it/altro/?p=492 di Jé Tzongkhapa e quindi ha iniziato i preparativi preliminari al rito d’iniziazione. Come parte della preparazione dei discepoli ha conferito i voti del Bodhisattva https://www.sangye.it/altro/?p=6252, https://www.sangye.it/altro/?p=6248.
Sua Santità ha aperto la sua lettura di “Elogio al sorgere dipendente” https://www.sangye.it/altro/?p=9109 recitando due versi della “Saggezza fondamentale” di Nagarjuna:
Mi prostro al Buddha Perfetto,
Il migliore dei maestri, che ha insegnato che
Tutto ciò che è sorto in modo dipendente è
Privo di cessazione, non nato,
Non annichilito, non permanente,
Non viene, non va,
Senza distinzione, senza identità,
E libera da costruzioni concettuali.
Mentre leggeva velocemente i versi, metteva in evidenza che l’ignoranza implica l’attaccamento all’esistenza di un sé indipendente, mentre, all’opposto, le cose sorgono in dipendenza da cause e condizioni. Come ha osservato Choné Lama Rinpoché, la dipendenza non nega la vacuità ed il sorgere significa che le cose si conformano alle convenzioni mondane.
Sua Santità ha sottolineato che il sorgere dipendente può essere dimostrato attraverso la ragione e la logica, il che attribuisce direttamente alle tradizioni analitiche dell’India. Ha ricordato che il re Songtsen Gampo commissionò uno stile di scrittura tibetano modellato sull’alfabeto sanscrito indiano Devanagari. Successivamente, il re Trisong Detsen invitò Shantarakshita dall’India ed incoraggiò la traduzione della letteratura buddista in tibetano. Successivamente, Trisong Detsen presiedette le discussioni tra il discepolo di Shantarakshita Kamalashila ed i meditatori cinesi sull’approccio più appropriato all’illuminazione. Decise che la tradizione analitica indiana era più adatta alla mente tibetana e chiese ai meditatori cinesi di lasciare il Paese delle Nevi.
“In passato in Tibet”, ha osservato Sua Santità, “avevamo grandi sedi di apprendimento, dove i monaci si sottoponevano ad uno studio rigoroso. Molte di queste istituzioni educative sono state ristabilite nel sud dell’India. Studiosi di questi istituti si sono impegnati in fruttuose discussioni con gli scienziati moderni, in particolare sul funzionamento della mente e sulla natura della realtà. Avendo studiato, sostenuto gli esami e ottenuto la qualifica di Gheshé, credo che sia stato il rigoroso addestramento alla ragione ed alla logica che mi ha permesso di confrontarmi con gli scienziati e di mettere in discussione le contraddizioni delle loro posizioni.
Concludendo la lettura dello “Elogio al sorgere dipendente” https://www.sangye.it/altro/?p=9109 Sua Santità ha ripetuto che ogni giorno riflette intensamente sulla bodhicitta e sulla vacuità e s’impegna regolarmente nella lettura di “Entrare nella Via di Mezzo” https://www.sangye.it/altro/?p=3259 di Chandrakirti e del suo auto-commentario https://www.sangye.it/altro/?p=11544. Tuttavia, mentre ammira la chiarezza di queste opere, riconosce anche l’osservazione di Chandrakirti https://www.sangye.it/altro/?p=10587 secondo cui essere dotti non è necessariamente un motivo sufficiente per essere in grado di comprendere la vacuità.
Questa talità appena spiegata è molto profonda e formidabile,
perciò le persone già precedentemente familiarizzate se ne renderanno sicuramente conto;
altri, invece, nonostante la vasta cultura, non riusciranno a comprenderla.
Quindi, vedendo quelle altre tradizioni come costruite dalla mente degli autori,
come simili ai trattati che espongono proposizioni su sé,
abbandona l’ammirazione per i trattati ed i sistemi contrari a questo. 11.55
Domani, Sua Santità concederà l’iniziazione di Avalokiteshvara dalle 1000 braccia.
Prima bozza di traduzione, salvo errori ed omissioni, da https://www.sangye.it/dalailamanews/?p=15112 del Dott. Luciano Villa del Centro Studi Tibetani Sangye Choeling di Sondrio, il cui nome è stato conferito da Sua Santità il Dalai Lama. Guarda il video originale in inglese https://www.dalailama.com/videos/teaching-for-tibetan-youth-2022, https://www.facebook.com/DalaiLama/videos/5143774315713016 ed il video in italiano http://it.dalailama.com/videos/insegnamento-per-i-giovani-tibetani-2022, https://www.facebook.com/DalaiLamaItaliano/videos/539955067682596, https://www.facebook.com/DalaiLamaItaliano/videos/602349321310503 tradotto da Fabrizio Pallotti che ringraziamo.