Sua Santità il Dalai Lama: “Quello che dobbiamo imparare è mettere in pratica gli insegnamenti. Man mano che formiamo la nostra mente a ciò che dev’essere praticato, familiarizzandoci più e più volte con esso, ciò avrà effetto. La trasformazione avverrà”.
29 dicembre 2021. Thekchen Chöling, Dharamsala, HP, India – Questa mattina, entrando nella sala delle udienze della sua residenza da dove può indirizzarsi ad un’udienza virtuale, Sua Santità il Dalai Lama ha salutato coloro che aspettavano di ascoltare il suo insegnamento. Due Maestri del Canto seduti nella Cappella di Meditazione del Centro Scientifico di Loseling presso il Monastero di Drepung a Mundgod, nel sud dell’India, hanno iniziato a recitare preghiere, seguiti da una vivace recita del “Sutra del Cuore” con Sua Santità.
Successivamente, il Ganden Tri Rinpoché poteva essere visto nella sua residenza nel monastero di Sera Jé a Bylakuppe, nel sud dell’India, indossare il suo cappello da pandit ed offrire a Sua Santità un mandala dell’universo e rappresentazioni del corpo, della parola e della mente d’illuminazione. L’insegnamento di oggi per commemorare la scomparsa di Jé Tzongkhapa https://www.sangye.it/altro/?p=942 è stato richiesto dalla Fondazione Internazionale Geluk. Le recitazioni preparatorie si sono concluse con la strofa delle “Centinaia di divinità di Tushita”:
Nel cielo davanti a me, su di un trono sorretto da leoni, con fiori di loto ed un disco lunare,
Siede il santo guru con il suo bel viso sorridente.
Campo supremo di meriti per la mia mente di fede,
Per favore, resta cento eoni per diffondere gli insegnamenti.
Sua Santità ha poi guidato l’assemblea virtuale nel ripetere la strofa di presa di rifugio nei Tre Gioielli https://www.sangye.it/altro/?p=5798 e generare la mente del risveglio https://www.sangye.it/altro/?p=9995 consigliando di rettificare la motivazione, in quanto, sebbene oggi Ganden Nga-chö commemori formalmente la scomparsa di Jé Rinpoché, è questa anche un’opportunità per celebrare i suoi studi e la sua pratica. A questo si allude nella strofa della gioia nelle “Centinaia di divinità di Tushita”:
In questo tempo degenerato, hai lavorato per un ampio apprendimento e per la sua realizzazione,
Abbandonare le otto preoccupazioni mondane https://www.sangye.it/altro/?p=3896, per realizzare il grande valore
di libertà e fortuna; sinceramente, o Protettore,
Mi rallegro delle tue grandi gesta.
“Gli insegnamenti scritturali devono essere insegnati e studiati”, ha spiegato Sua Santità. “Gli insegnamenti della realizzazione sono preservati attraverso la pratica. Quindi, in questa occasione, dovremmo ricordare a noi stessi che stiamo commemorando Jé Rinpoché, la sua scomparsa ed i suoi insegnamenti https://www.sangye.it/altro/?cat=10. E il modo giusto per celebrare i suoi insegnamenti è studiarli e metterli in pratica.
“Per molti anni, grazie alla gentilezza dei miei maestri, il principale tra i quali Kyabjé Yongzin Ling Rinpoché, ho memorizzato l’Ornamento per le Chiare Realizzazioni e l’Ingresso nella Via di Mezzo” https://www.sangye.it/altro/?p=3259. Ho ricevuto anche la trasmissione orale di entrambi questi testi ed ancora oggi sono in grado di recitarli a memoria. Inoltre, leggo ogni giorno l‘auto commentario https://www.sangye.it/altro/?p=11544 a “Entrare nella Via di Mezzo”.
“Possiamo ricordare meglio Jé Rinpoché solo studiando bene ed integrando nella nostra mente ciò che impariamo. La pratica non è una questione di indossare questo o quel cappello di un certo colore, ma riguarda lo studio e l’acquisizione dentro di noi di ciò che impariamo.
Sua Santità ha annunciato che all’inizio avrebbe letto “Il destino compiuto” https://www.sangye.it/altro/?p=11556 in cui Tzong Khapa ha rivelato i progressi compiuti nello studio e nella pratica. La quarta strofa se ne rivela una sintesi:
All’inizio ho cercato di imparare molto.
Nel mezzo, tutti gli insegnamenti mi sono apparsi come un’esortazione spirituale.
Alla fine, ho praticato giorno e notte.
Dedicando tutta questa virtù alla fioritura del Dharma.
Il testo si compone di tre capitoli, il primo illustra come Tzong Khapa s’impegnò ad apprendere il più possibile. Il secondo si riferisce ad un periodo intermedio, in cui tutte le tradizioni scritturali gli sorsero come istruzioni spirituali. Il terzo capitolo svela come alla fine praticò giorno e notte e dedicò tutte le virtù alla diffusione dell’insegnamento.
Passando ai “Tre aspetti principali del Sentiero” https://www.sangye.it/altro/?p=489 Sua Santità ha spiegato che è stato scritto in risposta ad una richiesta di Tsakho Önpo Ngawang Drakpa, che era uno dei discepoli più stretti di Jé Rinpoché. In effetti, gli promise che se avesse seguito bene le sue istruzioni, quando lui, Tzong Khapa, sarebbe diventato un Buddha, avrebbe condiviso con lui il primo nettare del suo insegnamento.
Il testo si apre con un’espressione di omaggio ai venerabili maestri. Prosegue delineando i tre principi del sentiero: la determinazione ad essere liberi https://www.sangye.it/altro/?p=6596 (o rinuncia al samsara), la mente del risveglio https://www.sangye.it/altro/?p=10711 ed la saggezza https://www.sangye.it/altro/?p=10027 che comprende il sorgere dipendente.
In relazione alla coltivazione della mente del risveglio, Sua Santità ha citato i versi dalla fine del sesto capitolo di “Entrare nella Via di Mezzo” di Chandrakirti https://www.sangye.it/altro/?p=10587 che affermano che il Bodhisattva vede chiaramente che i tre regni nella loro interezza, fin dall’inizio sono non nati, e, attraverso la forza della verità convenzionale, viaggia verso la cessazione. Genera anche compassione per gli esseri privi di protezione. E come un re dei cigni, con le bianche ali della saggezza e della compassione dispiegate, il Bodhisattva si libra verso l’eccellente riva lontana.
Riferendosi alla saggezza, Sua Santità ha sottolineato che Jé Rinpoché consiglia di “sforzarsi di comprendere l’origine dipendente” https://www.sangye.it/altro/?p=6603 piuttosto che sforzarsi di comprendere la vacuità https://www.sangye.it/altro/?p=4206. Perché, quando comprendi il sorgere dipendente https://www.sangye.it/altro/?s=sorgere+dipendente&submit=Search dissipi simultaneamente le visioni estreme dell’esistenza (eternalismo) e della non esistenza (nichilismo). Sua Santità ha menzionato le tre strofe di Chandrakirti di “Entrare nella Via di Mezzo” che si riferiscono alle assurdità logiche derivanti dal supporre che qualcosa sia oggettivamente reale https://www.sangye.it/altro/?p=11541.
Se le caratteristiche intrinseche delle cose dovessero sorgere in dipendenza,
le cose verrebbero distrutte negandole;
il vacuità sarebbe allora causa di distruzione delle cose.
Ma questo è illogico, quindi non esistono entità reali. 6.34
Pertanto, quando si analizzano tali fenomeni,
nulla si trova come loro natura, a parte la talità.
Quindi, la verità convenzionale del mondo di tutti i giorni
non deve essere sottoposta ad analisi approfondita. 6.35
Nel contesto della talità, alcuni ragionamenti non consentono di sorgere
da sé o da qualcos’altro, e quello stesso ragionamento
li vieta anche a livello convenzionale.
Allora, in che modo viene stabilito il tuo sorgere? 6.36
Infine, Tsongkhapa afferma che “Quando comprendi il sorgere di causa ed effetto dal punto di vista della vacuità, non sei affascinato da nessuna delle due visioni estreme“.
Successivamente, Sua Santità ha letto il “Canto dell’esperienza spirituale” https://www.sangye.it/altro/?p=1654 che consiste in punti concisi degli Stadi del Sentiero. Tzong Khapa consiglia:
Saprai che gli insegnamenti sono senza contraddizioni;
Come prendere tutte le scritture come istruzioni personali.
Più avanti il testo mette in evidenza ciascuna delle perfezioni https://www.sangye.it/altro/?p=6613 incoraggiando il lettore a non cedere alla stanchezza, ma di mantenere uno sforzo costante. Quando si tratta di saggezza, il testo chiarisce che,
La saggezza è l’occhio per vedere la talità profonda;
Il sentiero che sradica totalmente l’esistenza mondana.
Sua Santità ha osservato che per meditare sulla vacuità https://www.sangye.it/altro/?p=4127 è necessaria una concentrazione univoca https://www.sangye.it/altro/?p=6623 che dovrebbe essere sviluppata assieme all’analisi. Pertanto, la meditazione univoca e quella analitica dovrebbero essere sviluppate alternativamente ed in combinazione, in modo che possano rafforzarsi a vicenda.
Giunto alla fine del testo, Sua Santità ha sottolineato ancora una volta l’importanza dell’ascolto e della riflessione sul significato dell’insegnamento. È quando acquisisci esperienza di ciò che hai imparato durante la meditazione che avviene una trasformazione della mente.
“Siamo tutti seguaci di Jé Rinpoché”, ha dichiarato Sua Santità. “Qualsiasi progresso che ho conseguito è stato raggiunto sulla base dei testi a cui tutti abbiamo accesso. La chiave è integrare l’insegnamento dentro di noi. Il cambiamento non arriva dall’oggi al domani; devi continuare ad impegnarti”.
La sessione si è conclusa con i Maestri del canto che hanno guidato una recita della “Canzone delle montagne di neve dell’est” del 1° Dalai Lama Gendun Drup, che inizia:
Sopra le cime delle montagne orientali innevate
Le nuvole bianche fluttuano alte nel cielo.
Mi sovviene una visione dei miei maestri.
Ancora ed ancora mi viene in mente la loro gentilezza,
Ancora ed ancora sono mosso dalla fede.
E continua:
Il fatto che io, Gendun Drub, che tendo ad essere pigro,
Possa avere, in una certa misura, una mente spinta dal Dharma,
Dipende unicamente dalla grande gentilezza di questo santo maestro e dei suoi principali discepoli.
O perfetti maestri, la vostra compassione è davvero insuperabile.
“Abbiamo tuttora accesso agli insegnamenti https://www.sangye.it/altro/?p=1654 di Jé Rinpoché. Il loro lignaggio di trasmissione sopravvive. Quello che dobbiamo fare è imparare a metterli in pratica. Per stimolarmi a farlo ho letto le sezioni speciali sull’introspezione e la mente del risveglio del “Grande Trattato sugli Stadi del Sentiero” https://www.sangye.it/altro/?cat=110. Man mano che formiamo la nostra mente a ciò che dev‘essere praticato, familiarizzandoci più e più volte con esso, ciò avrà effetto. La trasformazione avverrà”.
L’ultima preghiera è stata quella di dedica dal “Grande Trattato sugli Stadi del Sentiero”, che include la strofa:
Nelle regioni dove il supremo, prezioso insegnamento non si è diffuso
O dove si è diffuso ma poi è declinato,
Possa io illuminare quel tesoro di felicità e benefici
Con una mente profondamente mossa da una grande compassione.
Prima bozza di traduzione, salvo errori ed omissioni, da https://www.sangye.it/dalailamanews/?p=15040 del Dott. Luciano Villa del Centro Studi Tibetani Sangye Choeling di Sondrio, il cui nome è stato conferito da Sua Santità il Dalai Lama. Guarda il video originale in inglese https://www.dalailama.com/videos/three-principal-aspects-of-the-path-concise-stages-of-the-path-to-enlightenment ed il video in italiano http://it.dalailama.com/videos/tre-aspetti-principali-del-sentiero-e-fasi-concise-del-sentiero con la traduzione di Fabrizio Pallotti che ringraziamo.