Sua Santità il Dalai Lama: “La crisi climatica e le sue gravi conseguenze ci dicono che dobbiamo imparare a lavorare insieme, perché dobbiamo anche vivere insieme. Dobbiamo proteggere la Terra e preservare la vita degli esseri umani e delle altre creature.”
23 dicembre 2021. Thekchen Chöling, Dharamsala, HP, India – Questa mattina il Prof Dheeraj Sharma, Direttore dell’Indian Institute of Management IIM Rohtak, ha porto a Sua Santità il Dalai Lama un caloroso benvenuto in un incontro organizzato dall‘Istituto sul tema “Affrontare le sfide con compassione e saggezza‘ e ha espresso la speranza che Sua Santità possa esprimere le sue considerazioni sul mondo d‘oggi, in cui alcuni sono soggetti a dispute e conflitti, mentre altri vivono in un significativo comfort. È un mondo in cui alcune persone non riescono a vedere gli altri in termini di compassione, preoccupati come sono dei propri diritti.
“Sono estremamente felice di avere questa opportunità di parlare con gli amici indiani”, ha risposto Sua Santità. “La Cina e l’India sono le nazioni più popolose del mondo, ma è l’India che ha preservato le sue tradizioni millenarie di non nuocere o “ahimsa” e compassione o “karuna”. Inoltre, in questo Paese convivono tutte le tradizioni religiose del mondo. Persiste qui una lunga tradizione di tolleranza religiosa. Ci saranno sempre delle persone che creeranno problemi, ma, per il resto, l’importanza attribuita al non nuocere significa che prevale l’armonia religiosa.
“Gli studiosi possono discutere i più fini punti di vista filosofici adottati da queste tradizioni, ma, in termini di atteggiamenti e comportamenti della gente comune, l’India mostra con l’esempio che le tradizioni religiose possono vivere pacificamente fianco a fianco.
“Per quanto riguarda l’istruzione moderna, tuttavia, pone forse troppa enfasi in uno stile di vita materialista. Ciò significa che è necessario prestare maggiore attenzione a comprendere nei programmi di studi i valori della compassione e del non nuocere.
“Nel secolo scorso, il Mahatma Gandhi ha dimostrato come l’ahimsa, sotto forma di non violenza, potesse essere efficacemente impiegata nella lotta per la libertà indiana. Successivamente, leader simili in Sud Africa e negli Stati Uniti hanno adottato il suo esempio. Nel mondo d’oggi, dove i principi morali sono pochi e distanti tra loro, l’India ha il potenziale di rivelare l’importanza della compassione.
“Dobbiamo anche fare in modo che le nuove generazioni comprendano che, poiché siamo tutti esseri umani, dobbiamo relazionarci l’un l’altro con buon cuore. Ognuno di noi ha avuto una madre ed è sopravvissuto grazie alle cure ed all’affetto che ci ha mostrato. È perché le nostre vite iniziano in questo modo che la compassione fa parte della nostra natura.
“Dopo secoli di combattimenti e di risorse dedicate alla produzione di armi, abbiamo bisogno di far rivivere le idee della compassione https://www.sangye.it/wordpress2/?p=5887, della non violenza https://www.sangye.it/wordpress2/?p=4027 e del non nuocere nel resto del mondo. Un approccio a ciò consiste nell’armonizzare la moderna conoscenza scientifica con “ahimsa” e “karuna”. In questi giorni gli scienziati che incontro apprezzano sempre più l’importanza di trovare la pace della mente per gli effetti che ha sia sull’individuo che sulla società in generale. Credo che l’India possa aprire la strada alla sintesi, in un contesto laico, di conoscenze provenienti da fonti antiche e moderne”.
Mentre rispondeva alle domande di docenti, studenti e membri della comunità IIM Rohtak, Sua Santità ha ribadito la sua ammirazione per il fiorire in India di tutte le religioni del mondo e tutte insegnano metodi per promuovere la compassione.
Ha suggerito che è una visione miope coltivare desideri estremi con un senso di diritto, quando le sfide che affrontiamo chiariscono che dobbiamo invece tenere conto del mondo intero e dell’intera umanità. Allo stesso modo è miope essere troppo materialisti. Lo scopo della vita non è ferirsi ed uccidersi a vicenda, ma promuovere una comunità solidale, tenendo presente l’unità dell’umanità. Le comunità fondate sui principi della compassione e del non nuocere contribuiscono ad un mondo più pacifico.
Sua Santità ha dichiarato che dobbiamo vivere insieme su questo unico pianeta. Pertanto, non è realistico considerare gli altri come nemici. Poiché i tibetani ed i cinesi alla fine devono vivere insieme, combattersi ed uccidersi a vicenda non serve a niente. Ovunque viviamo, il nostro obiettivo dovrebbe essere quello di creare un mondo più pacifico.
La crisi climatica e le sue gravi conseguenze ci dicono che dobbiamo imparare a lavorare insieme, perché dobbiamo anche vivere insieme. Dobbiamo proteggere la terra e preservare la vita degli esseri umani e delle altre creature.
Sua Santità ha affermato che è possibile superare i conflitti. Ha evidenziato due sviluppi positivi che sono seguiti alle due guerre mondiali del secolo scorso. Uno è stato l’emergere delle Nazioni Unite e l’altro è stata la fondazione dell’Unione Europea (UE). Dopo secoli di conflitti e guerre, i leader di Germania e Francia decisero che era abbastanza ed era tempo di anteporre i più vasti interessi comuni dell’Europa a quelli dei singoli Stati membri. Sua Santità ha suggerito che le nazioni dell’Africa, dell’America Latina e dell’Asia farebbero bene a seguire questo esempio.
Nel complesso, Sua Santità ha raccomandato di adottare una prospettiva più ampia e di cercare l’interesse a lungo termine sulle questioni con cui ci confrontiamo. Molti problemi vengono aggravati solo perché vengono guardati da un punto di vista ristretto.
Ha consigliato che pure i media dovrebbero fare la loro parte, promuovendo i valori umani fondamentali. Ha suggerito che la nozione della sopravvivenza del più forte è superata. Il contenzioso ha solo un valore limitato quando dobbiamo vivere tutti insieme. Non basta più pensare solo al nostro interesse a breve termine.
Alla domanda sul motivo per cui si definisce “figlio dell’India”, partendo dal presupposto d‘essere nato in Tibet, ha chiarito che la cultura tibetana è radicata negli insegnamenti del Buddha, in particolare dacché furono presentati dall’Università di Nalanda. Dichiarò che, poiché fin dall’infanzia aveva studiato i testi indiani, le opere di maestri indiani, la sua mente è colma di pensieri indiani. Difficoltà politiche lo hanno portato a diventare ospite del governo dell’India, paese in cui gode la libertà.
Come aveva accennato in precedenza, Cina ed India sono le due nazioni più popolose della Terra, ma è l’India dove prospera la democrazia e fiorisce la libertà religiosa. Poiché sempre più scienziati s‘interessano al funzionamento della mente e delle emozioni, cresce l’apprezzamento per l’antica conoscenza indiana. Tutte queste qualità dell’India sono motivo d‘orgoglio.
Il Prof Dheeraj Sharma ha ringraziato Sua Santità per aver preso parte alla conversazione mattutina, assicurandogli che il pubblico aveva imparato molto da ciò che aveva da dire. Da parte sua, Sua Santità ha risposto d’essere molto felice di aver avuto l’opportunità di scambiare opinioni con amici indiani e ha, a sua volta, ringraziato.
Prima bozza di traduzione, salvo errori ed omissioni, da https://www.sangye.it/dalailamanews/?p=15020 del Dott. Luciano Villa del Centro Studi Tibetani Sangye Choeling di Sondrio, il cui nome è stato conferito da Sua Santità il Dalai Lama. Guarda il video originale in inglese https://www.dalailama.com/videos/facing-challenges-with-compassion-wisdom ed il video in italiano http://it.dalailama.com/videos/affrontare-le-sfide-con-compassione-e-saggezza con la traduzione di Fabrizio Pallotti che ringraziamo.