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Sua Santità il Dalai Lama: La pace nel mondo attraverso la compassione
Dicembre 11th, 2021 by admin

Sua Santità il Dalai Lama: “Dal momento in cui nasciamo nostra madre si prende cura di noi. Senza questa cura non sopravviveremmo. Questa esperienza è la nostra prima opportunità per imparare che la compassione è la radice di tutta la felicità.”

11 dicembre 2021. Thekchen Chöling, Dharamsala, HP, India – Questa mattina Sua Santità il Dalai Lama è stato invitato a partecipare alla celebrazione del suo conferimento del Premio Nobel per la Pace nel 1989. L’evento, organizzato dai membri del Gaden Shartse Centre, Taiwan, è iniziata con un breve video della cerimonia di quando Sua Santità ricevette il premio ad Oslo.

Egil Aarvik, il presidente del Comitato per il Nobel, ha letto la citazione ed ha richiamato l’attenzione sul fatto che è anche l’anniversario dell’approvazione da parte delle Nazioni Unite della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo.

Nelle sue osservazioni, all’epoca Sua Santità dichiarò che “per coloro che amano la pace, questo premio è fonte di gioia”.

Dichiarò anche: “Spero e prego che presto la verità prevarrà ed i diritti storici del mio popolo saranno ripristinati. E, a tal fine, riaffermo il mio impegno in questa lotta, così come prego ogni giorno per una pace duratura sul nostro pianeta. Lavorerò anche duramente per raggiungere questo obiettivo, in modo che possa sorgere un giorno in cui le persone di tutto il mondo si ameranno e si aiuteranno a vicenda e vivranno in autentica armonia.’

Al video commemorativo dell’assegnazione del Premio Nobel per la Pace a Sua Santità ha fatto  seguito un’entusiastica danza degli studenti in festa. Successivamente, i presentatori hanno quindi invitato Sua Santità a rivolgersi al pubblico.

In primo luogo”, ha esordito Sua Santità, “vorrei salutare i miei fratelli e sorelle, in particolare i miei fratelli e sorelle Han. Abbiamo goduto di stretti legami per secoli. Potremmo aver visto alti e bassi politici, ma lo stretto sentimento di fratellanza e sorellanza rimane. Noi tibetani ed il popolo Han abbiamo in comune la nostra devozione al Buddhadharma. Quando ho visitato la Cina continentale, ho visto molti templi e statue del Buddha. È chiaro che abbiamo stretti legami religiosi.

Tutti gli esseri senzienti, non solo gli esseri umani, ma anche gli uccelli e gli animali, vogliono vivere in pace. Tra tutti questi esseri, gli umani sono probabilmente i più insidiosi. Abbiamo un’intelligenza meravigliosa, ma, a volte, è mal indirizzata dalle emozioni negative. Predatori come leoni e tigri possiedono artigli e zanne adatti per cacciare, uccidere e nutrirsi di carne. Tuttavia, predano altri animali solo quando sono affamati. Gli esseri umani, d’altra parte, causano problemi anche quando non c’è giustificazione.

Possiamo cambiare questo? Credo che possiamo, perché essere compassionevoli è la nostra natura essenziale. Dal momento in cui nasciamo nostra madre si prende cura di noi. Senza questa cura non sopravviveremmo. Questa esperienza è la nostra prima opportunità per imparare che la compassione è la radice di tutta la felicità. Tuttavia, questo apprezzamento naturale della compassione sembra svanire una volta che andiamo a scuola. Dobbiamo ricordare che la buona salute ed uno stato mentale pacifico sono fondati sull’amore e sulla compassione.

Una volta che riconosciamo che la rabbia, l’attaccamento e l’odio generano paura ed ansia e disturbano la nostra pace mentale, dobbiamo usare la nostra intelligenza per contrastare le nostre emozioni negative. La pratica dell’India della compassione (“karuna”) e del non nuocere (“ahimsa”) prevaleva anche prima del tempo del Buddha e rimane potente e rilevante ancor oggi.

Tutte le nostre tradizioni religiose insegnano l’importanza di comportarci l’un l’altro con amore e compassione. Il Buddha ha, tra l’altro, insegnato che una mente disciplinata è fonte di gioia, mentre una mente indisciplinata porta solo angoscia.

Ho perso il mio paese e sono diventato un rifugiato, ma, grazie alla mia pratica, non sono caduto per questo nell’ira. Dal momento in cui al mattino mi sveglio, mi dedico a sviluppare amore e compassione. Coltivo il lignaggio della visione profonda, il lignaggio della condotta estesa, così come il lignaggio della pratica che li riunisce. In questo trovo utilissimi i versi del maestro indiano Shantideva https://www.sangye.it/altro/?p=2340.

Tutti coloro che soffrono nel mondo lo fanno perché desiderano la felicità solo per sé stessi. Tutti coloro che sono felici nel mondo lo sono per il loro desiderio della felicità altrui. 8/129

Perché dire di più? Osserva questa distinzione: tra lo stolto che brama il proprio vantaggio ed il saggio che agisce per il vantaggio degli altri. 8/130

“Per uno che non riesce a scambiare la propria felicità con la sofferenza degli altri, la Buddità è certamente impossibile: come potrebbe esserci felicità nell’esistenza ciclica?” 8/131 https://www.sangye.it/altro/?p=2418

Sua Santità ha affermato che le qualità positive, come la mente del risveglio di bodhicitta, possono essere insegnate ed apprese. La pratica che unisce saggezza https://www.sangye.it/altro/?p=9194 a mezzi abili deriva dalla Tradizione di Nalanda ed è supportata dalla ragione.

Successivamente, Sua Santità ha annunciato che avrebbe  conferito la trasmissione del testo “Illuminare la triplice fede: un’invocazione dei diciassette grandi studiosi-adepti della gloriosa Nalanda” https://www.sangye.it/altro/?p=9200. Ha iniziato leggendo il colophon che conclude il lavoro che compose 20 anni fa, affermando che “è estremamente importante che i seguaci del Buddha abbiano una fede basata sulla comprensione di ciò che ha insegnato”.

Tornando all’inizio del testo, il primo verso elogia il Buddha come maestro del sorgere dipendente. Quando raggiunse il verso che esalta il grande filosofo Chandrakirti, Sua Santità ha menzionato che il suo trattato principale, “Entrare nella Via di Mezzo” https://www.sangye.it/altro/?p=3259 descrive tutte le perfezioni, non solo la saggezza. Ha citato i seguenti versi a titolo di esempio.

In effetti, la rabbia provata verso i figli del Conquistatore

distrugge in un istante la virtù accumulata in oltre cento eoni

grazie alla generosità e moralità;

quindi, non c’è male peggiore dell’intolleranza. 3.6

L’ira sfigura il tuo volto e ti conduce a ciò che è malsano;

priva la tua mente del giudizio su ciò che è giusto e ciò che è sbagliato;

A causa dell’intolleranza si viene velocemente proiettati in una rinascita sfavorevole.

Ma la tolleranza porta qualità opposte a quelle appena descritte: 3.7

la pazienza ti rende attraente e caro ai sublimi,

diventi saggio nel sapere cosa è appropriato e cosa non lo è,

poi rinasci come deva o come umano,

e garantisce l’esaurimento del karma negativo. 3.8

Conoscendo i difetti della rabbia ed i benefici della tolleranza,

rispettivamente, degli esseri ordinari e dei Bodhisattva,

evita l’intolleranza e coltiva rapidamente e costantemente

la tolleranza lodata dagli arya. 3.9

Il verso seguente si riferisce a Shantarakshita che Sua Santità ha descritto come particolarmente gentile verso i tibetani. Fu lui a incoraggiare la traduzione in tibetano della letteratura buddista indiana.

Sua Santità lesse rapidamente i versi rimanenti, soffermandosi per evidenziare il significato della strofa 20: “Attraverso la comprensione del significato delle due verità, la realtà fondamentale di come stanno le cose, mi rendo conto per mezzo delle quattro verità https://www.sangye.it/altro/?p=3785 proprio come gli esseri entrano ed escono dall’esistenza ciclica.”

Ha anche richiamato l’attenzione sulla grande aspirazione espressa nella strofa 23: “Possa io, nelle rinascite successive, ottenere perfettamente una vita umana dotata dei tre addestramenti (Moralità, Concentrazione – meditazione, Saggezza) e servire la dottrina come fecero i grandi pionieri, salvaguardando e promuovendo le scritture e l’introspezione attraverso la spiegazione e la pratica.’

Sua Santità ha rivelato di sentirsi onorato di aver potuto offrire ai suoi amici di Dharma di Taiwan un’introduzione al buddismo ed una lettura della “Lode ai diciassette maestri di Nalanda”. Ha aggiunto che al centro dell’approccio sostenuto a Nalanda ci sono le pratiche di studio, riflessione e meditazione. Attraverso lo studio acquisisci comprensione, attraverso la riflessione acquisisci convinzione ed attraverso la meditazione integri dentro di te ciò che hai imparato.

Dopo una breve cerimonia di donazione di un’ambulanza in connessione con le celebrazioni della giornata, Sua Santità ha concluso citando dei versi finali del “Grande Trattato sugli Stadi del Sentiero verso l’Illuminazione” https://www.sangye.it/altro/?p=10387 di Lama Tzong Khapa:

Nelle regioni dove non si è diffuso il supremo, prezioso insegnamento

O dove si è diffuso ma poi s’è affievolito,

Possa io illuminare quel tesoro di felicità e beneficio

Con una mente profondamente mossa da grande compassione.

Prima bozza di traduzione, salvo errori ed omissioni, da https://www.sangye.it/dalailamanews/?p=14995 del Dott. Luciano Villa del Centro Studi Tibetani Sangye Choeling di Sondrio, il cui nome è stato conferito da Sua Santità il Dalai Lama. Guarda il video originale in inglese https://www.dalailama.com/videos/world-peace-through-compassion ed il video in italiano http://it.dalailama.com/videos/la-pace-nel-mondo-attraverso-la-compassione con la traduzione di Fabrizio Pallotti che ringraziamo.


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