Sua Santità il Dalai Lama: “La mia materia preferita è il buon cuore. La compassione ed il buon cuore non si limitano alla pratica religiosa. Siamo tutti esseri umani. Le nostre madri ci hanno partorito e siamo sopravvissuti grazie alle sue cure ed al suo affetto. Il buon cuore non è solo il fattore chiave per la sopravvivenza umana, è anche la base per poter vivere come esseri umani pacifici e felici”.
24 novembre 2021. Thekchen Chöling, Dharamsala, HP, India – Questa mattina Sua Santità il Dalai Lama è stato accolto con immensa gioia dalla Prof.ssa Lia Diskin di Palas Athena, Brasile, per una conversazione sul tema: Educare il Cuore. Sebbene si trattasse di un incontro virtuale, Sua Santità ha affermato che si trattava, in effetti, della sua quinta visita in Brasile.
Nel presentare Sua Santità al pubblico, Diskin ha ricordato l’importanza che attribuisce all’istruzione ed ha citato gli sforzi compiuti per far aprire scuole per i bambini tibetani in esilio. Ha anche notato l’entusiasmo con cui da più di 30 anni Sua Santità ha avviato discussioni con scienziati. Ha anche rimarcato la preoccupazione di lunga data di Sua Santità per i cambiamenti climatici ed i danni all’ambiente.
Nella sua risposta, Sua Santità ha augurato a tutti i presenti un “Buongiorno” e “Tashi Delek”, ed ha dichiarato quanto fosse felice di avere questa opportunità di parlare con loro.
“Gli elefanti possono avere cervelli più grandi di noi, ma noi esseri umani siamo più intelligenti. La nostra intelligenza è una qualità umana che ci distingue. Nelle ultime migliaia di anni, il mondo ha visto un gran numero di insegnanti e pensatori, incluso il Buddha, che hanno mostrato una meravigliosa intelligenza umana.
“Tuttavia, se questa intelligenza è unita all’odio, alla rabbia ed alla paura, può essere molto distruttiva. Pertanto, dobbiamo stare attenti ad unirla invece col buon cuore. Di per sé, l’intelligenza non avrà un grande impatto sulla nostra salute fisica, ma, quando è unita alla compassione ed al buon cuore, porta la pace della mente e migliora il nostro benessere fisico.
“Coltivare il buon cuore non è solo una questione religiosa: anche gli scienziati apprezzano oggi il contributo che il buon cuore dà alla ricerca della pace interiore. Come mammiferi e creature sociali, quando siamo giovani, ci crogioliamo nell’affetto di nostra madre, ma questo non ha nulla a che fare con la religione. Riguarda la nostra sopravvivenza. Poiché le nostre vite dipendono dalla comunità in cui viviamo, abbiamo bisogno di aiutarci a vicenda. E, per farlo, l’intelligenza da sola non basta, ci vuole anche il buon cuore.
“Osservo spesso che negli ultimi mille anni la rabbia e l’egocentrismo hanno dato origine ad una grande quantità di problemi su questo pianeta. Ci sono stati troppi conflitti. Anche durante la mia vita sono stato vividamente consapevole delle conseguenze della prima e della seconda guerra mondiale, e nella guerra fredda che ne seguì, il rischio di una terza. Questi conflitti hanno avuto luogo non perché ci manchi l’intelligenza, ma perché la nostra intelligenza non è stata bilanciata col buon cuore.
“In questi giorni tutti apprezzano l’importanza dell’istruzione, ma l’istruzione dovrebbe includere l’istruzione sul ruolo che il buon cuore gioca per la buona salute di un individuo, così come per la pace all’interno delle famiglie, delle comunità e del mondo in generale. Mi impegno a dire a quante più persone possibile che siamo uguali nell’essere umani. Poiché questo ci rende fratelli e sorelle, non ha senso accumulare armi e combatterci tra di noi. Credo che se coltivi davvero un atteggiamento compassionevole, anche se c’è un’arma a portata di mano, non avrai alcun desiderio di usarla.
“Quando ero un ragazzo avevo un fucile ad aria compressa che usavo per spaventare gli uccelli più grandi ed aggressivi che maltrattavano quelli più piccoli. Ma oggi, quando penso alla quantità di denaro che viene spesa per armi, eserciti e “difesa”, penso che sia obsoleto ed un errore. Dobbiamo rendere questo secolo più pacifico, un’era di smilitarizzazione. Possiamo iniziare riconoscendo che il motivo per cui produciamo così tante armi è perché siamo arrabbiati e spaventati. Se possiamo riconoscere l’intera famiglia umana come un’unica comunità, non avremo bisogno di questi strumenti di distruzione.
“L’istruzione dovrebbe includere la formazione ad una mente calma e senza paura. Poiché gli scienziati ora riconoscono l’importanza del buon cuore e della pace mentale per il nostro benessere personale e sociale, è tempo d’includere nel sistema educativo generale la formazione a coltivare queste qualità.
“Coltivo la compassione sulla base del fatto che siamo tutti uguali nell’essere degli umani. Ovunque vada, che sia in Europa, Africa od America Latina, sorrido. Il buon cuore è fondamentale se vogliamo rendere questo un secolo pacifico ed un mondo pacifico. Questo è ciò che voglio condividere con voi”.
La dott.ssa Eliza Kozasa, che doveva moderare la sessione di domande e risposte per Sua Santità, si è presentata come ricercatrice in neuroscienze, membro del Mind & Life Institute e presidente della Tibet House, Brasile. Ha quindi posto la prima domanda, chiedendo come le neuroscienze possono aiutare a coltivare l’educazione all’altruismo ed alla compassione.
Sua Santità ha risposto che, sebbene la coscienza generalmente sia innanzitutto occupata dagli stimoli dei nostri organi di senso, la coltivazione del buon cuore e della compassione è associata alla coscienza mentale. Non cerchiamo la tranquillità a livello sensoriale, ma a livello mentale. Questo è il motivo per cui l’educazione dovrebbe concentrarsi sui modi per sviluppare una mente sana, così come un corpo sano, al fine di stabilire un mondo più pacifico.
Ha spiegato che sentiamo un vero buon cuore principalmente verso i nostri fratelli e sorelle umani. Nonostante le nostre diverse identità nazionali, le nostre affinità politiche e le varie fedi religiose, siamo tutti parte dell’umanità. Pertanto, abbiamo bisogno di coltivare il buon cuore sulla base dell’unità dell’umanità. La cordialità è la fonte della pace della mente e la pace della mente è alla radice della pace nel mondo.
In questi giorni, ha osservato Sua Santità, le persone hanno un’esperienza molto più ampia di democrazia e responsabilità sociale, che riflette la preoccupazione per la comunità più ampia. Se vogliamo vedere società democratiche più stabili, dobbiamo incoraggiare più persone a coltivare la pace della mente.
Riguardo al nostro rapporto con la madre terra, Sua Santità ha dichiarato che questo mondo appartiene a tutti coloro che lo abitano. Proteggere l’ambiente significa proteggere il nostro futuro, perché questo mondo è la nostra unica casa. Gli scienziati sono chiari sul fatto che il riscaldamento globale sta aumentando rapidamente e con esso stiamo assistendo ad eventi climatici più estremi: inondazioni, siccità ed incendi. Ha ripetuto che proteggere l’ambiente è una questione di prendersi cura della propria casa.
Tornando alla questione della compassione, Sua Santità ha chiarito che la sua coltivazione non è una pratica religiosa focalizzata ad assicurarci il paradiso od una buona vita futura. Si tratta di vivere quotidianamente una buona vita qui ed ora. Si tratta di essere una persona felice. Il buon cuore è una buona qualità umana fondamentale. Ne abbiamo bisogno sia che crediamo o meno in Dio o nel Buddha o in altro. Sua Santità ha ricordato di aver notato che anche i comunisti cinesi, che erano nettamente contrari alla religione, erano ancora sinceramente spinti ad aiutare i poveri.
A Sua Santità è stato chiesto come ciò che ha definito “disarmo emotivo” possa influenzare la nostra risposta alla pandemia di Covid-19. Ha risposto che il nostro benessere fisico è legato al nostro stato emotivo. Quando siamo ansiosi e le nostre menti sono turbate, sembriamo essere più vulnerabili alle malattie. Quando le nostre menti sono in pace, quella forza interiore si traduce in una migliore salute. Sua Santità ha confidato di coltivare ogni giorno il buon cuore e di trovarlo davvero benefico.
Sua Santità ha confermato che, se si prestasse meno attenzione a differenze secondarie, come la razza, la nazionalità e la fede religiosa e se vedessimo le altre persone meno in termini di “noi” e “loro”, sarebbe possibile creare un mondo più pacifico. Riconoscere l’unicità dell’umanità, il fatto che siamo tutti uguali nell’essere umani, è cruciale per questo. Ha suggerito che, se ci trovassimo persi e soli in un luogo remoto e poi vedessimo qualcun altro venire verso di noi, ci rallegreremmo del fatto che qui c’è un altro essere umano, una fonte di aiuto. Non saremmo preoccupati da dove venisse o in cosa crede.
Nella vita ordinaria, siamo tutti solo altri esseri umani e dobbiamo vivere insieme. Non è necessario preoccuparsi in modo esclusivo dei pensieri del mio gruppo, della mia tribù, della mia nazionalità. Dobbiamo invece preoccuparci dell’umanità nel suo insieme.
“Quando ero ancora in Tibet”, ha ricordato Sua Santità, “ero per lo più preoccupato solo del Tibet e dei tibetani. Tuttavia, una volta che sono diventato un rifugiato ed un ospite del governo indiano, mi sono reso conto di quante diverse nazionalità, fedi e culture ci siano nel mondo. E, poiché le persone a cui appartengono sono tutte uguali in quanto esseri umani, e poiché dipendiamo l’uno dall’altro, possiamo realisticamente considerarci fratelli e sorelle”.
Sua Santità ha ribadito quanto sia importante educare le persone alla tutela dell’ambiente. Ha osservato che i grandi fiumi che sorgono sull’altopiano tibetano forniscono acqua alle persone in tutta l’Asia. Sono cruciali per la vita stessa di milioni di persone. Come Dalai Lama, ha detto, si è ritirato dagli affari politici, ma continua a dedicarsi a sensibilizzare sulla necessità di proteggere l’ambiente.
Ha menzionato un suo sogno ricorrente, che nelle regioni desertiche, come il Nord Africa, l’energia solare possa essere utilizzata per desalinizzare l’acqua del mare, fornendo la capacità di inverdire il deserto e coltivare frutta e verdura. S’è chiesto se l’energia solare ed eolica possa allo stesso modo aiutare a trasformare le regioni desertiche tra il Tibet e la Mongolia.
Lia Diskin ha ringraziato Sua Santità per il suo messaggio di speranza. Ha espresso il desiderio che gli sforzi per aumentare l’educazione al buon cuore, alla compassione ed all’altruismo abbiano successo e che la perseveranza sia ricompensata.
“Grazie”, ha risposto Sua Santità. “Quello di cui ho parlato è legato alla nostra vita quotidiana. Dobbiamo prestare maggiore attenzione a coltivare il buon cuore ed un profondo sentire i nostri simili come nostri fratelli e sorelle, considerando l’intera umanità come un’unica comunità. Grazie.”
Un breve video ha ricordato le quattro precedenti visite di Sua Santità in Brasile.
Eliza Kozasa ha ringraziato tutti coloro che hanno preso parte alla conversazione del mattino, così come tutti coloro che hanno contribuito a renderla possibile. Ha chiesto a Sua Santità se avesse qualche parola finale per il popolo brasiliano.
“La mia materia preferita è il buon cuore“, ha dichiarato. “La compassione ed il buon cuore non si limitano alla pratica religiosa. Siamo tutti esseri umani. Le nostre madri ci hanno partorito e siamo sopravvissuti grazie alle sue cure ed al suo affetto. Il buon cuore non è solo il fattore chiave per la sopravvivenza umana, è anche la base per poter vivere come esseri umani pacifici e felici”.
Prima bozza di traduzione, salvo errori ed omissioni, da https://www.sangye.it/dalailamanews/?p=14973 del Dott. Luciano Villa del Centro Studi Tibetani Sangye Choeling di Sondrio, il cui nome è stato conferito da Sua Santità il Dalai Lama. Guarda il video originale in inglese https://www.dalailama.com/videos/educating-the-heart-in-the-new-millennium ed il video in italiano http://it.dalailama.com/videos/educare-il-cuore-nel-nuovo-millennio con la traduzione di Fabrizio Pallotti che ringraziamo.