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Sua Santità il Dalai Lama: “Coltivare un buon cuore”
Novembre 12th, 2021 by admin

Sua Santità il Dalai Lama: “Scopro di avere amici ovunque vado perché non distinguo le persone in base alla loro provenienza, a quale razza appartengono o quale fede seguono. Per quanto mi riguarda, gli altri esseri umani sono tutti come fratelli e sorelle.

10 Novembre 2021. Thekchen Chöling, Dharamsala, HP, India – Questa mattina Sua Santità il Dalai Lama è stato invitato a parlare sul tema “Coltivare un buon cuore” con il Foreign Correspondents’ Club of Japan (FCCJ). Sua Santità è stato accolto calorosamente dal Presidente della FCCJ, la Sig.ra Suvendrini Kakuchi, che ha presentato Pio d’Emilia, moderatore dell’evento, il quale ha comunicato a Sua Santità quanto fosse felice di vederlo ed ha iniziato la conversazione del giorno chiedendogli che tipo di mondo c’è dietro l’angolo, se le persone saranno più gentili o meno.

Sua Santità ha risposto che un buon cuore, un cuore caldo, un cuore più compassionevole è la base della nostra sopravvivenza. Almeno per quanto riguarda i mammiferi, siamo biologicamente inclini a trattarci a vicenda con affetto.

Appena nasciamo, le nostre madri si prendono cura di noi. Se non lo facessero, moriremmo. Anche quando un bambino non è ancora nell’utero della madre è influenzato dall’umore della madre stessa e dal suo grado di tranquillità. Siamo animali sociali. La nostra sopravvivenza dipende dagli altri. Come esseri umani prosperiamo grazie all’affetto, che è uno dei motivi per cui tutte le tradizioni religiose sottolineano quanto sia importante. Anche le persone con scarso interesse per la religione sono esseri umani e sperimentare anche per loro l’amorevole gentilezza contribuisce alla loro capacità di vivere una vita felice.

Scopro di avere amici ovunque vado perché non distinguo le persone in base alla loro provenienza, a quale razza appartengono o quale fede seguono. Per quanto mi riguarda, gli altri esseri umani sono come fratelli e sorelle. Di conseguenza, le persone sono generalmente gentili ed amichevoli con me. Contraccambiano all’espressione felice e sorridente del mio volto, anche se non potrebbe essere così se il Dalai Lama si presentasse accigliato ed invece aggredisse le persone.

Il buon cuore è efficace anche in relazione agli animali. Se sorridi e sei gentile con un cane, scodinzola, ma se ti arrabbi e ti lamenti, la coda si abbassa.

L’istruzione moderna non presta sufficiente attenzione all’importanza della buon cuore. I bambini piccoli a casa sono semplicemente allegri, ma, una volta che iniziano ad andare a scuola, quell’esuberanza lascia il posto ad altre preoccupazioni. Per bilanciare questo, il contributo che il buon cuore ci offre per in grado di vivere una vita felice dovrebbe essere incluso nel curriculum. La gente ha bisogno di capire che cedere all’ansia ed alla rabbia disturba anche il nostro sonno, mentre se godi della pace della mente, dormi bene. Il buon cuore può giovare all’intera umanità.

“Ora, avete qualche domanda?”

Pio d’Emilia ha chiesto ai corrispondenti esteri di presentarsi brevemente e di esporre le loro domande. La prima domanda riguardava come mantenere la propria tranquillità anche in circostanze spaventose.

“Le istruzioni su come coltivare e mantenere la pace della mente mancano in gran parte alla nostra educazione generale”, ha risposto Sua Santità. “In effetti, come ho detto prima, se siamo tranquilli, saremo in grado di superare l’ansia e la paura. Una persona di buon cuore è serena e felice. Sono un rifugiato ed ho trovato molto utile coltivare la pace interiore. La chiave è avere un atteggiamento del buon cuore.

A causa della nostra formazione buddista, che deriva dalla tradizione di Nalanda, noi tibetani ci affidiamo alla ragione. La nostra tranquillità è radicata nella ragione. Tendiamo ad affrontare così le nostre emozioni, in particolare la rabbia, che così facilmente disturba il nostro equilibrio mentale. Addestrare la mente ci consente di ridurre la rabbia e la paura, mentre aumenta la nostra compassione, qualcosa che mi è familiare da quando ero giovane”.

A Sua Santità è stato chiesto cosa avrebbe fatto come prima cosa se fosse stato eletto leader dei 26 milioni di rifugiati nel mondo. Al che rispose: “Sono solo un altro essere umano, un altro tibetano. Non mi interessa essere un leader. Mi sono completamente ritirato dall’attività politica». Gli è stato anche chiesto se avesse dei rimpianti e lui ha risposto: “No. Quando ripenso alla mia vita, ho pensato a tutti gli esseri umani come miei fratelli e sorelle, e ho cercato di mantenere la mia pace mentale. Quindi no, nessun rimpianto”.

Interrogato da un corrispondente indonesiano su come consiglierebbe ai musulmani rispetto al vivere in pace con gli altri, Sua Santità ha osservato che tutti i sette miliardi di esseri umani provano emozioni simili, ma alcuni sono soggetti a manipolazione da parte di leader che enfatizzano la rabbia e la divisione. Ha suggerito che a volte i politici politicizzano la lealtà religiosa e sfruttano le differenze di religione, ma alla fine la scelta della religione è una questione personale. Coltivare il buon cuore e la sensazione che tutti gli esseri umani sono nostri fratelli e sorelle, d’altra parte, riflette le nostre relazioni con l’intera umanità.

Un intervistatore ha cercato di confrontare la situazione in cui si trova oggi Taiwan con il Tibet nel 1949. Sua Santità ha osservato che il popolo di Taiwan è per lo più Han ed ha preservato molti aspetti dell’antica tradizione e cultura cinese, incluso il buddismo. Ha suggerito che la Cina continentale può fornire a Taiwan opportunità economiche, mentre apprende da Taiwan gli antichi valori e le tradizioni della Cina.

Prego davvero”, ha detto, “che possano trovare un modo per lavorare pacificamente insieme.

Quando ero in Cina (1954-55), ho incontrato il presidente Mao e altri leader. Sono rimasto impressionato dai loro valori marxisti. Tuttavia, in un’occasione il presidente Mao dichiarò che la religione è veleno ed in quel momento mi resi conto di quanto fosse contrario alla religione».

Un altro interrogante voleva sapere come Sua Santità vede l’inizio del terzo mandato di Xi Jinping e se, alla luce di ciò che è successo a Hong Kong e nello Xinjiang, il mondo dovrebbe boicottare le imminenti Olimpiadi invernali. Nella sua risposta Sua Santità ha chiarito di non aver fatto commenti su Xi Jinping. Ha rimarcato ancora una volta che quando ha incontrato il presidente Mao e altri leader, ha trovato attraenti aspetti della loro ideologia, ma non la loro insistenza su uno stretto controllo. Ha indicato la speranza che le cose cambino sotto la guida di una nuova generazione. Riguardo al Tibet e allo Xinjiang, ha osservato che alcuni leader comunisti cinesi non comprendono il ruolo e il valore delle diverse culture, né che ci sono una varietà di popoli all’interno della Cina, inclusi Tibetani, Uiguri e così via.

Alla domanda se avesse qualche consiglio su come aiutare la comunità a far fronte alle difficoltà sollevate dalla pandemia di Covid-19, Sua Santità ha risposto che ci sono esperti più qualificati di lui per dare consigli.

Un altro corrispondente estero ha chiesto se Sua Santità avesse in programma di incontrare Xi Jinping.

“Nessun piano specifico”, ha rivelato. “Tuttavia, da diversi anni ho espresso il desiderio di visitare Wu Tai-shan in pellegrinaggio. Se fossi in grado di farlo, potrei fermarmi a Pechino per incontrare i leader cinesi. Inoltre, mi piacerebbe poter chiamare vecchi amici cinesi, ex funzionari e ufficiali militari. Sto invecchiando e anche loro stanno invecchiando, quindi mi piacerebbe vedere come se la sono cavata”.

Un corrispondente arabo ha chiesto a Sua Santità se desidera visitare la Mecca, il luogo più sacro del mondo islamico.

Sono desideroso di fare un simile pellegrinaggio”, gli ha risposto Sua Santità, “come parte dei miei sforzi per promuovere l’armonia interreligiosa. Se si presentasse l’occasione, sarei felice di coglierla. In passato, qui in India ho visitato diversi luoghi di culto. Questi includevano la Jama Masjid a Delhi, dove indossavo il tradizionale berretto bianco, il “topi” o “taqiyah” e mi univo alle preghiere”.

Lo stesso corrispondente voleva sapere se Sua Santità non avrebbe preferito vivere in Tibet.

Vivo qui a Dharamsala, nella valle di Kangra, ormai da diversi decenni”, rispose, “e mi diverto. Posso comunicare con tutti da qui, ovunque si trovino. Sono libero. Alcuni anni fa, ho detto all’ex primo ministro Dr Manmohan Singh che mi piacerebbe rimanere qui per il resto della mia vita perché qui ho completa libertà”.

Quando è stata sollevata una domanda sul fatto che avesse incontrato diversi Papi precedenti ma non l’attuale in carica, Sua Santità è stato chiaro che se Papa Francesco fosse stato disposto, sarebbe stato molto felice di incontrarlo.

A proposito di far fronte al Covid-19 Sua Santità ha ripetuto ancora una volta che non è un esperto, ma che in ogni circostanza, se riuscirai a mantenere la serenità, ti sentirai più felice, meno ansioso e anche fisicamente più forte.

Un giornalista taiwanese ha ricordato che Sua Santità aveva precedentemente parlato di visitare nuovamente Taiwan ed ha chiesto se avesse ancora intenzione di farlo.

In questo momento”, ha osservato Sua Santità, “i rapporti tra la Cina continentale e Taiwan sono delicati, quindi per il momento preferirei rimanere pacificamente in India. Non voglio provocare alcuna difficoltà politica locale. Tuttavia, la moderna tecnologia di Internet e così via mi consente di comunicare con persone altrove. Mi impegno a dare qualsiasi contributo possibile al benessere dei miei fratelli e sorelle taiwanesi, così come a quello dei miei fratelli e sorelle nella Cina continentale.

Politicamente il mio è approccio della Via di Mezzo. Non sto cercando la completa indipendenza del Tibet. La mia posizione è aperta, quindi vedremo. La situazione è piuttosto complicata e a volte sento che questo semplice monaco buddista non vuole essere coinvolto in complicazioni politiche”.

Infine, Pio d’Emilia, ha chiesto Sua Santità chi pensa visiterà per primo la Cina: il Papa o il Dalai Lama, a cui Sua Santità ha ribattuto: “Solo Dio lo sa”. E rideva.

Pio d’Emilia ha ricordato che la FCCJ aveva, in passato, iscritto Sua Santità come membro onorario. I corrispondenti esteri l’hanno rinnovato, e lui gli ha mostrato il certificato. Al che Pio d’Emilia ha comunicato a Sua Santità che la FCCJ non vede l’ora che possa venire a ritirarlo di persona.

La risposta di Sua Santità è stata: “Grazie, arrivederci”.

Prima bozza di traduzione, salvo errori ed omissioni, da https://www.sangye.it/dalailamanews/?p=14955 del Dott. Luciano Villa del Centro Studi Tibetani Sangye Choeling di Sondrio, il cui nome è stato conferito da Sua Santità il Dalai Lama. Guarda il video originale in inglese https://www.dalailama.com/videos/cultivating-a-good-heart ed il video in italiano http://it.dalailama.com/videos/coltivare-un-buon-cuore con la traduzione di Fabrizio Pallotti che ringraziamo.


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