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Sua Santità il Dalai Lama: Destino Realizzato di Jé Tsongkhapa, 2° giorno
Giugno 2nd, 2021 by admin

Sua Santità il Dalia Lama: “Quando la mente è strettamente chiusa, focalizzata su sé stessa, solo sui bisogni di una singola persona: può essere soggetta a depressione. Un buon modo per liberarsene è aprire il tuo cuore agli altri e preoccuparsi invece del loro benessere.

2 giugno 2021. Thekchen Chöling, Dharamsala, HP, India – “Questo è il secondo giorno dei nostri insegnamenti per i giovani tibetani”, così ha esordito questa mattina Sua Santità il Dalai Lama. “Leggeremo la parte restante di ‘Destino Realizzato’. Quindi, sebbene alla fine di queste sessioni di solito conduco una cerimonia per coltivare la mente del risveglio di bodhicitta, ho pensato che oggi potremmo coltivare la mente di yoga onnicomprensiva.

Vasubandhu ha spiegato una duplice divisione degli insegnamenti del Buddha: scrittura e realizzazione. Ha anche affermato che ci sono solo due modi per preservare l’insegnamento: lo studio e la pratica. Come seguaci della Tradizione di Nalanda, questo è l’approccio introdotto da Shantarakshita che noi sosteniamo. Questa è una tradizione che ha dato origine a molti grandi studiosi ed adepti, esseri che hanno studiato e praticato. E questo è vero per tutte le scuole del buddismo tibetano.

La terza sezione di “Destino Realizzatohttps://www.sangye.it/altro/?p=6093 è intitolata: Come ho praticato giorno e notte e ho dedicato la virtù affinché gli insegnamenti fiorissero. Jé Rinpoché https://www.sangye.it/altro/?p=942 menziona due sistemi all’interno del Mahayana o Veicolo Universale: la Perfezione della Saggezza https://www.sangye.it/altro/?p=10027 ed il Tantra https://www.sangye.it/altro/?p=2913. Comuni a questi due sistemi sono la coltivazione della mente del risveglio e la saggezza che comprende la vacuità. Tocca anche gli stadi di generazione e completamento di Guhyasamaja https://www.sangye.it/altro/?p=11213.

Nel suo esame delle quattro classi di tantra, quando si è trattato del più elevato Yoga Tantra, Jé Rinpoché ha prestato la massima attenzione a Guhyasamaja. Ha scritto su di esso e sulle parti essenziali dello stadio di completamento nella “Lampada per illuminare i cinque stadi” ed un testo riassuntivo chiamato “Guida pratica ai cinque stadi dello stadio di completamento di Guhyasamaja in una singola seduta”.

“Nella ‘Lampada per illuminare i cinque stadi’ fornisce una spiegazione unica delle due verità https://www.sangye.it/altro/?p=3819 in relazione al corpo illusorio e alla chiara luce https://www.sangye.it/altro/?p=4219. In passato era consuetudine per i monaci Gyutö radunarsi a Yerpa per intraprendere un ritiro. In un’occasione, quando l’abate era Minyak Tseten, abbiamo discusso se il corpo illusorio si manifesta all’interno od all’esterno del corpo fisico. Minyak Tseten rispose: “Quando raggiungerò lo stadio del corpo illusorio lo scoprirò per esperienza.

Dopo la dissoluzione delle tre visioni – aspetto biancastro, incremento rossastro e quasi raggiungimento nero – ti generi in un corpo illusorio sulla base dell’energia più sottile, il vento che è il culmine della mente di chiara luce. Quella sottile energia del vento diventa la causa sostanziale del corpo illusorio.

Fino a quando le tre visioni non sono state purificate, è un corpo illusorio impuro. Ma, con l’aiuto della mente di chiara luce, purificando le sue impurità, raggiungi il puro corpo illusorio. In questo modo si raggiunge il livello dell’allievo dell’unione di chiara luce e corpo illusorio. Jé Rinpoche ha fatto esperienza di tutte queste fasi e le ha esaminate da vicino. Quando morì, raggiunse evidentemente la chiara luce e sorse nel corpo illusorio piuttosto che nel corpo dello stato intermedio. Pertanto, è importante leggere “Lampada per illuminare i cinque stadi”

Questo conclude la terza sezione di ‘Destino Realizzato’. Il testo mostra come Jé Rinpoché ha proseguito i suoi studi, come ha applicato ciò che ha imparato e come ha acquisito esperienza dell’insegnamento. Ed, a proposito, ho pensato di menzionare che uno dei motivi per cui mi sento vicino a lui è perché Jé Rinpoché ed io veniamo dallo stesso posto.

Buddha Shakyamuni è apparso come un corpo di emanazione supremo e, prima di passare nel Mahaparinirvana, ha mostrato tutte le azioni illuminate di un Buddha. Quando Jé Rinpoché morì, ci lasciò in eredità diciotto volumi dei suoi scritti. Questi includevano il ‘Grande Trattato sugli stadi del Sentiero verso l’Illuminazione’ https://www.sangye.it/altro/?cat=110, il ‘Trattato di media lunghezza sugli stadi del sentiero verso l’illuminazione’, il ‘Commentario sulla presentazione graduale’, la ‘Lampada per illuminare i cinque stadi’. , e così via.

Riguardo alla vacuità https://www.sangye.it/altro/?p=4206, Jé Rinpoche segue la tradizione di Nagarjuna https://www.sangye.it/altro/?p=10906, quindi dovremmo leggere le sue Sei Raccolte di Ragionamenti ed i commentari ad esse di Chandrakirti che sono menzionati con ammirazione in “Elogio al Buddha per il suo insegnamento sul sorgere dipendente” https://www.sangye.it/altro/?p=9109.

Come ho notato ieri, verso la fine del sesto capitolo del suo ‘Entrare nella Via di Mezzo’ https://www.sangye.it/altro/?p=3259, Chandrakirti https://www.sangye.it/altro/?p=10587 parla di cessazione.

Così illuminato dai raggi della luce della saggezza,

il Bodhisattva vede chiaramente come un’uva spina sul palmo aperto della mano

che i tre regni nella loro interezza non sono nati fin dall’inizio,

e attraverso la forza della verità convenzionale, viaggia verso la cessazione. 6/224

Sebbene la sua mente possa riposare continuamente nella cessazione,

genera anche compassione per gli esseri privi di protezione. 6/225

E spero anch’io di raggiungere quel livello.

Lo scopo della pratica spirituale è d’aiutare gli altri esseri senzienti. Dobbiamo servire gli altri, motivo per cui mi affido alla seguente preghiera:

Finché durerà lo spazio,

E finché ci saranno esseri senzienti,

Fino ad allora, possa anch’io restare

Per aiutare a dissipare la miseria del mondo. 10/55

Jé Rinpoché alla fine del suo ‘Grande Trattato degli Stadi del Sentieri verso l’Illuminazione’ espone una preghiera https://www.sangye.it/altro/?p=10387 per la fioritura dell’insegnamento :

Per l’abilità nei mezzi ispirati da una forte amorevole gentilezza,

Possano i punti vitali del sentiero che conosco con precisione

Dissipare l’oscurità mentale degli esseri.

Possa io quindi supportare a lungo gli insegnamenti del Conquistatore”.

Sua Santità ha osservato che non dobbiamo applicare la ragione per sapere che tutti gli esseri senzienti vogliono essere felici e non vogliono soffrire. La differenza tra animali ed esseri umani è che noi umani abbiamo un cervello ed un’intelligenza che ci permettono di vedere cosa ci fa soffrire e cosa ci rende felici. L’antica tradizione indiana dell’ahimsa esiste da almeno tremila anni. È radicata nell’amore e nella compassione e porta pace e felicità.

Il Buddha disse ai suoi seguaci di aver mostrato la via per la liberazione, ma, la possibilità di raggiungerla era nelle loro mani. Nagarjuna dimostrò che il sentiero implicava una condotta estesa ed una visione profonda. Le raccolte delle parole del Buddha, così come i trattati esegetici di maestri indiani come Nagarjuna, sono disponibili nella nostra lingua, il tibetano. Abbiamo anche una ricchezza di commentari di maestri tibetani.

In passato c’era un antagonismo settario tra questi maestri, i cui lignaggi differivano a causa delle diverse divinità meditative che coltivavano. Inoltre, il tantra include pratiche irate per sottomettere nemici ostruttivi, ma che erano invece dirette contro i seguaci di altre tradizioni in una sorta di stregoneria. Infatti, tra gli esseri senzienti, non c’è nessuno che possiamo considerare seriamente un nemico”.

Sua Santità ha detto al suo pubblico virtuale che le sue pratiche principali sono coltivare la mente del risveglio di bodhicitta e la saggezza che comprende la vacuità. Disse: “Se mi segui, questi saranno importanti anche per te”. Sua Santità ha spiegato che intraprendere lo yoga universale implica prima di tutto coltivare la bodhicitta convenzionale ed, in secondo luogo, la bodhicitta ultima. Ha citato strofe di Shantideva https://www.sangye.it/altro/?p=596 che evidenziano le qualità di servire gli altri.

Per chi non riesce a scambiare la propria felicità con la sofferenza degli altri, la Buddità è certamente impossibile: come potrebbe esserci felicità nell’esistenza ciclica? 8/131

Tutti coloro che soffrono nel mondo lo fanno per il desiderio della propria felicità. Tutti coloro che sono felici nel mondo lo sono per il loro desiderio della felicità altrui. 8/129

Perché dire di più? Osserva questa distinzione: tra lo stolto che brama il proprio vantaggio ed il saggio che agisce per il vantaggio degli altri. 8/130

Generare bodhicitta implica desiderare che gli altri siano liberi dalla sofferenza ed aspirare a raggiungere l’illuminazione per poterlo realizzare. Implica fare del tuo meglio per rendere felici gli altri e cercare di diventare un Buddha per il loro bene.

Passando alla visione profonda ed al modo in cui le cose esistono, Sua Santità ha ribadito che abbiamo il senso di un “io”, ma quando lo cerchiamo, non lo troviamo. Ha ripetuto una strofa della “Saggezza fondamentale” https://www.sangye.it/altro/?p=9194 di Nagarjuna che ha rielaborato per potervi riflettere.

Non sono né uno con gli aggregati, né diverso dagli aggregati,

Gli aggregati non sono da me (dipendenti), né dipendo dagli aggregati.

Non possiedo gli aggregati.

Chi sono? 22/1

C’è un “io” qui, ma non puoi trovarlo quando lo cerchi. Né tu né gli aggregati esistete intrinsecamente.

Sua Santità ha incoraggiato i suoi ascoltatori a riflettere sulla mente di risveglio e visualizzare nei loro cuori questa mente trasformata in un radioso disco lunare. Successivamente, li ha invitati a riflettere sulla bodhicitta ultima, la vacuità, l’assenza di esistenza inerente, ed immaginare che si trasforma in un vajra bianco a cinque raggi eretto sul disco lunare. Infine, li esortò a visualizzare un eguale disco di luna ed un vajra nel cuore del Lama, da cui n’esce una replica che si dissolve nella luna e nel vajra al loro stesso cuore.

Nel rispondere alle domande dei giovani studenti tibetani, Sua Santità ha suggerito che quando, qualcuno fa qualcosa di sbagliato, è appropriato guardarlo con compassione. Ha anche ricordato il consiglio di Shantideva che coloro che ci fanno soffrire possono essere i nostri migliori maestri.

Per quanto riguarda il karma, ha osservato che il dolore e il piacere che proviamo ora dipendono dalle nostre azioni come esseri umani. A volte le persone alzano le spalle compiaciute e dichiarano: “Non c’è niente da fare. È solo il mio karma”. “Noi tibetani abbiamo perso il nostro paese, ma non abbiamo detto: ‘Oh, era solo il nostro karma’ e ci siamo arresi. Abbiamo fatto del nostro meglio per mantenere viva la nostra identità e la nostra cultura”.

“Quando stai cercando di affrontare la rabbia”, ha consigliato Sua Santità, “è utile riflettere sui difetti della rabbia e dell’odio e sui vantaggi della compassione e della mente del risveglio. A causa della mia pratica dell’amore e della compassione, dentro mi sento in pace. Penso che tu possa vederlo nel mio sorriso. Se ti lasci sopraffare dalla rabbia, non sarai in grado di aiutare gli altri o te stesso”.

Sua Santità, ad una giovane donna che ha chiesto come comprendere la vacuità d’esistenza inerente ed il sorgere dipendente ha risposto con l’esempio di un volto riflesso nello specchio come un’espressione grossolana di vacuità. Le ha suggerito di esaminare come le cose con cui ci relazioniamo nel mondo ordinario sembrano essere intrinsecamente esistenti. Ha commentato che all’interno delle diverse scuole filosofiche buddiste la vacuità è intesa in diversi livelli di sottigliezza.

La Scuola Consequenzialista o Prasangika afferma che nulla ha un’esistenza inerente. Le cose sono semplicemente designate dalle nostre menti concettuali. Ha aggiunto che il sorgere dipendente è compreso anche in diversi livelli di sottigliezza.

Nel suo “Illuminare l’intento” Tsongkhapa discute tre strofe del sesto capitolo di “Entrare nella Via di Mezzo” (versi 34, 35 e 36) https://www.sangye.it/altro/?p=3259 che menzionano le quattro assurdità logiche che derivano se si afferma che le cose e gli esseri esistono intrinsecamente. Esse rispettivamente sono (1) che la mente di un essere nobile, totalmente assorbita nella vacuità, sarebbe un distruttore di entità; (2) che la verità convenzionale resisterebbe all’analisi di una mente razionale; (3) che non può essere negata la produzione assoluta delle cose e (4) che l’affermazione del Buddha “i fenomeni mancano di autoesistenza” non sarebbe vera.

Sua Santità ha osservato che le apparenze dissipano l’estremo dell’esistenza o eternalismo, mentre la vacuità contrasta l’estremo del nichilismo. Ha consigliato che, una volta riconosciuto il sorgere dipendente, sarai in grado di realizzare la vacuità. Tuttavia, per comprendere la natura ultima delle cose, è necessario accumulare grandi quantità di meriti e saggezza.

Alla richiesta di confrontare la grande compassione con la mente del risveglio, Sua Santità ha spiegato che: avere una grande compassione non significa solo desiderare che gli esseri siano liberi dalla sofferenza, ma essere determinati ad aiutarli a raggiungere quell’obiettivo. È quando ti rendi conto di non avere la capacità di farlo, che generi la mente del risveglio, la determinazione a raggiungere la Buddità per essere di vero aiuto agli altri esseri.

Sua Santità ha quindi esposto due approcci per generare la mente del risveglio: il metodo delle sette cause e un risultato https://www.sangye.it/altro/?p=6610 e il metodo di equalizzare e scambiare stessi con gli altri https://www.sangye.it/altro/?p=2184. Quest’ultimo approccio è più efficace ed è presentato in dettaglio in “Entrare nella Via del Bodhisattva” di Shantideva https://www.sangye.it/altro/?cat=15. Coltivare bodhicitta è il modo migliore per soddisfare gli interessi degli altri e di te stesso. L’Offerta al Maestro Spirituale (Lama Chöpa) dice:

Poiché l’egocentrismo è la porta di ogni tormento,

Mentre prendersi cura degli esseri mie madri è il fondamento di tutte le buone qualità,

Ispirami a rendere il nucleo della mia pratica

Lo yoga di scambiare me stesso con gli altri.

Shantideva osserva:

Procedendo in questo modo di felicità in felicità, quale persona pensante si dispererebbe, dopo essere salita sulla carrozza, la mente risvegliata, che porta via ogni stanchezza e fatica? 7/30

Rispondendo ad una domanda sulla depressione, Sua Santità ha osservato che quando la mente è strettamente chiusa, focalizzata su sé stessi, solo sui bisogni di una singola persona può essere soggetta a depressione. Un buon modo per liberarsi da tale sconforto è aprire il tuo cuore agli altri e preoccuparsi invece del loro benessere.

Un membro del comitato che ha organizzato questi due giorni di insegnamenti ha ringraziato Sua Santità per questi insegnamenti e per tutti gli insegnamenti che ha dato in molti decenni. Ha pregato che Sua Santità viva a lungo ed in ottima salute.

Come ho già detto oggi”, ha risposto Sua Santità, “la cosa migliore che potete fare è studiare e fare pratica. Impegnatevi in un apprendimento approfondito e integrate ciò che avete imparato nella vostra mente. Il buddismo non richiede tanto d‘avere fede, ma di sviluppare la comprensione. Vi ho già suggerito di leggere “Entrare nella Via di un Bodhisattva” di Shantideva ed “Entrare nella Via di Mezzo” di Chandrakirti, ma potete anche aiutarvi a vicenda discutendo di ciò che avete letto.

“Grazie.”

Traduzione da https://www.sangye.it/dalailamanews/?p=14778 del Dott. Luciano Villa del Centro Studi Tibetani Sangye Cioeling di Sondrio, il cui nome è stato conferito da Sua Santità il Dalai Lama. Guarda il video originale in inglese  https://www.dalailama.com/videos/destiny-fulfilled il video tradotto in italiano https://www.facebook.com/DalaiLamaItaliano/videos/901609070695482 da Fabrizio Pallotti, che ringraziamo per la sua gentilezza.


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